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parto in casa

Il parto in casa non appartiene più al passato: oggi circa 1500 donne italiane scelgono questa soluzione per mettere al mondo i propri figli nel proprio ambiente familiare, nell’intimità della propria casa.

Lo dimostra un recente studio di Cochrane che, seguendo il fenomeno, avrebbe anche riscontrato il calo degli interventi esterni durante travaglio e parto, come espidurale e cesareo, nonché di emorragie e lacerazioni da parto.

La scelta del parto in casa sembra essere legata alla ricerca delle condizioni migliori per il rilassamento della donna, condizioni che si riscontrano facilmente a casa propria dove la donna si sente libera di mettersi dove meglio crede (nella vasca, sul proprio letto), assumendo le posizioni che più la mettono a proprio agio e facendo tutto quello che si sente di fare (mangiare o bere quando vuole, ascoltare musica e persino urlare) senza sentirsi osservata e accerchiata da volti sconosciuti.

Naturalmente uno dei principali fattori da considerare e che, talvolta, può sfavorire la scelta del parto in casa, è la sicurezza, traducibile in strumenti e mezzi, interventi tempestivi che solo il personale esperto può fare, cura tempestiva della madre e del nascituro per l’accertamento costante delle condizioni pre e post-parto.

E proprio in funzione della sicurezza, il parto in casa non è sempre possibile e richiede che siano rispettate condizioni fondamentali:

  • la gravidanza deve essere giunta a termine senza problematiche;
  • il bambino deve trovarsi in posizione cefalica (con la testa in giù);
  • la pressione sanguigna della madre deve essere regolare e nella norma;
  • non sia riscontrata anemia;
  • l’ospedale sia comunque raggiungibile in massimo mezz’ora di tempo.

È sempre sconsigliato in caso di parto prematuro (prima della 36° settimana) e oltre le due settimane successive alla data di termine, in caso di placenta bassa, parto gemellare, sviluppo di anticorpi contro il fattore Rh, alterazioni cardiache o di altra natura, diabete e altri disturbi e malattie dove è chiaramente e fortemente richiesto il ricovero ospedaliero.

Se esistono, dunque, le condizioni per partorire in casa e la scelta è stata presa da entrambi i genitori, occorre contattare un’ostetrica per definire ogni aspetto, assistenza medica, verifica delle condizioni della madre.

Entro le dodici ore dal parto, inoltre, il bambino deve essere visitato dal pediatra.

Scritto da Arianna Spatafora
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