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Gli effetti del microclisma: cos’è e quando si usa

Il microclistere è un'ottima soluzione contro la stitichezza: che cos'è e quali sono i suoi effetti.

Parlando di movimenti intestinali, ognuno ha il proprio ritmo. Alcune persone vanno in bagno tutti i giorni, mentre altre un giorno sì e un giorno no. Chi ha più difficoltà, e quindi soffre di stitichezza, il microclisma può essere un’ottima soluzione. In questo articolo vediamo insieme che cos’è un microclisma quali sono gli effetti.

Microclisma: cos’è e quali sono gli effetti

Che cos’è un microclisma e quali sono i suoi effetti? Il microclisma, detto anche “microclistere”, è un dispositivo appartenente alla categoria dei clisteri. Esso è in grado di introdurre nell’ano piccole quantità di acqua, glicerina o altri liquidi curativi. Si differenzia dagli altri strumenti per la quantità di liquido che è in grado di veicolare: tra 120 e 400 ml. Il suo aspetto è piuttosto simile a quello della classica peretta, ma con un’importante punto di distinzione. Entrambi i dispositivi sono dotati di un beccuccio, la parte che dovrà essere introdotta nel retto e attraverso il quale passa il liquido. Alla base, invece, entrambi gli strumenti sono dotati di una sorta di “deposito” del liquido stesso, che però differisce nella forma: nelle perette ha una forma di pera, nei microclisteri ha una forma di fisarmonica.

Microclisma: gli effetti

Quali sono gli effetti del microclisma? Il principale risiede nel suo potere lassativo. Come ogni altro tipo di clistere, il suo scopo è quello di irrigare acqua, con o senza altri liquidi curanti, al fine di liberare l’ultimo tratto dell’intestino. I clisteri utilizzati per risolvere queste problematiche possono essere classificati in cinque gruppi:

  • terapeutici;
  • di ritenzione;
  • evacuativi;
  • carminativi;
  • a flusso refluo.

Inoltre, si raggruppano in microclismi, enteroclismi, perette e clisteri a siringa.

Perché utilizzare il microclisma

Una della variabili risiede nella quantità di liquido che è possibile immettere con i vari metodi. Tuttavia, esistono anche ulteriori aspetti da considerare. Innanzitutto, a livello medico e infermieristico, il dispositivo in questione viene consigliato per la cura di proctiti irritative, colonpatie e stipsi, nonché di stitichezza. Al pari di qualunque altro clistere, non deve essere utilizzato quotidianamente. La sua azione delicata lo rende adatto a chi, oltre alla stitichezza, presenta contestualmente anche altre patologie. Ci riferiamo in particolar modo a ragadi, colon irritabile oppure emorroidi. La natura delicata dello strumento lo rende adatto a categorie di persone normalmente considerate più a rischio, come donne in gravidanza, bambini piccoli e persino neonati.

Il microclisma in gravidanza

Durante la gravidanza è molto comune soffrire di stitichezza. Essa viene causata da vari fattori, tra cui l’ormone chiamato progesterone. Esso agisce rilassando i muscoli, di conseguenza l’intestino si impigrisce. Indirettamente, quindi, l’azione del progesterone rallenta il processo di transito intestinale delle feci e in conclusione crea o peggiora un problema di stitichezza. Questo non accade a tutte le donne in gestazione, ma si tratta di una condizione tanto diffusa da interessare più della metà delle gestanti. Man mano che ci si avvicina alla data del parto, inoltre, interviene un altro fattore: il peso del nascituro, che grava su vari organi interni addominali, tra i quali il colon nella sua parte terminale.Questa situazione ostacola ulteriormente il passaggio delle feci.

Il microclisma in gravidanza: sì o no?

Alla luce di questa situazione, in gravidanza è il caso di affidarsi ai microclismi? La risposta è ambigua. Se possibile, i problemi di stitichezza dovrebbero essere trattati con metodi naturali, agendo sull’alimentazione e sullo stile di vita. Questi consigli costituiscono la base delle istruzioni che un ginecologo dovrebbe fornire a una donna in attesa che lamenta un problema simile. Per quanto riguarda l’alimentazione è bene introdurre un adeguato apporto di fibre. Queste infatti non vengono assorbite dall’organismo, bensì espulse, ripulendo così l’intestino. Lo stile di vita può essere corretto praticando regolare esercizio fisico. Infine, è necessario bere molta acqua, anche più del normale. I microclismi in gravidanza dovrebbero rappresentare l’ultima spiaggia nel caso in cui i rimedi naturali descritti si rivelassero inefficaci.

Microclisma: come funziona

È necessario ricordare di lubrificare adeguatamente la cannula del microclistere. Per farlo si impiega un gel ipoallergenico e tale preliminare risulta tanto più importante nel caso di soggetti particolarmente delicati, come il neonato. Lo scopo della lubrificazione consiste infatti nello scongiurare il pericolo di attrito tra la punta della cannula e la pelle del paziente, che potrebbe provocare lesioni o comunque fastidi all’interno del retto. Fatto ciò, si passa a introdurre la cannula nel retto, prestando attenzione a farlo con delicatezza. Il dispositivo deve essere tenuto premuto sino alla completa estrazione. Il paziente deve restare sdraiato, preferibilmente a pancia in giù oppure su un fianco. Dovrà poi mantenere la posizione fino a quando non avverte un forte stimolo a evacuare. A questo punto, lo strumento ha raggiunto il suo scopo.

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