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Test per le allergie alimentari dei bambini: come funzionano

Test per le allergie alimentari dei bambini: quali sono, come funzionano e in che modo vanno a indagare le allergie.

Negli ultimi anni le allergie si sono diffuse sempre più, tanto che ovviamente la percentuale dei bambini allergici in Italia è aumentata notevolmente. Al momento, infatti, 1 bambino su 4 può avere una reazione allergica. Per questo motivo, quindi, è opportuno individuare per tempo ciò che l’organismo dei più piccoli scambia per agente aggressivo. Test per le allergie alimentari dei bambini, come funzionano? Scopriamolo insieme.

Test per le allergie alimentari dei bambini

Prima di capire quali siano i test per le allergie alimentari dei bambini è opportuno fare chiarezza sulla differenza che c’è tra le intolleranze e le allergie. Ebbene sì: intolleranze e allergie sono due cose diverse. Infatti, se il bambino è allergico a qualcosa, il suo organismo reagisce in modo eccessivo contro una determinata sostanza solitamente innocua per le altre persone. Questa sostanza prende il nome di allergene. Nel caso delle intolleranze, invece, il sistema immunitario c’entra ben poco perché non viene coinvolto. L’esempio classico è quello dell’intolleranza al lattosio o al glutine, ormai molto comuni, in cui i sintomi che il bambino presenta dipendono dalla mancanza di un particolare enzima necessario per metabolizzare questa sostanza.

Gli allergeni possono essere principalmente di due tipi: inalanti e alimentari. Nel primo gruppo rientrano per esempio i pollini, gli acari della polvere e le muffe. Nel secondo, invece, quelli più comuni sono le proteine del latte, le proteine dell’uovo, le arachidi, la frutta a guscio, il pesce e i crostacei.

Per appurare se il bambino è allergico a un alimento o a una sostanza inalata o per contatto sulla pelle è possibile ricorrere a test diagnostici:

  • cutanei (Prick test, test cutaneo intradermico e Patch test);
  • di analisi del sangue (IgE totali, Phadiatop, RAST, ISAC);
  • di eliminazione e/o provocazione.

Prick test

Il Prick test serve a individuare un’allergia di tipo I, cioè quella che provoca una reazione immunitaria immediata. In questo caso il medico procede applicando una piccola goccia dell’allergene a livello della cute e praticando una leggera incisione. In caso di positività si crea un piccolo rilievo in corrispondenza al punto di iniezione.

Test cutaneo intradermico

Detto anche test cutaneo percutaneo, è simile al Prick Test per indicazioni e modalità di esecuzione. Se ne differenzia principalmente perché l’allergene viene messo in contatto con il sistema immunitario praticando una piccola puntura con un piccolissimo aghetto monouso. Andando più in profondità, comporta un sia pur basso rischio di produrre una reazione allergica generale, per cui richiede che l’ambiente in cui viene praticato sia attrezzato per la gestione di tale eventuale reazione.

Patch test

Si tratta di un test cutaneo che serve a individuare i casi di allergia determinata da un meccanismo ritardato di tipo IV, i cui sintomi compaiono dopo almeno 24-48 ore. Si tratta solitamente di manifestazioni cutanee da contatto con metalli, gomma, lattice, cosmetici, profumi, essenze, piante o alcuni farmaci. Viene eseguito dal dermatologo e molto di rado nei bambini.

IgE totali

Le IgE sono una classe di anticorpi implicati spesso nelle reazioni allergiche di tipo I. La misurazione del livello delle IgE totali nel sangue, una volta utilizzata come test di screening alla nascita per individuare i soggetti a rischio allergico, in realtà ha perso questo significato. Un livello elevato di IgE totali infatti può in effetti essere riscontrato nei soggetti atopici e quindi con un rischio più alto di sviluppare allergie, ma può riscontrarsi anche in altre situazioni.

Phadiatop

Un altro test che serve a individuare uno stato relativamente generico di allergia è il Phadiatop. Si tratta di un test rapido che cerca nel sangue le IgE specifiche per un set di allergeni. Questo test, anche quando positivo, non consente però di individuare a quale degli allergeni contenuti nel set il paziente sia davvero allergico.

RAST

Questo esame dosa il livello specifico di IgE per singolo allergene. È meno sensibile rispetto al Prick Test, però con un semplice prelievo di sangue è possibile testare molti allergeni. Risulta indicato pertanto quando il Prick Test non sia praticabile o decisivo.

ISAC

Si tratta di un esame che ricerca nel sangue del paziente le IgE specifiche per singolo allergene testando singole componenti molecolari “costruite biotecnologicamente”. Ciò consente all’allergologo di definire meglio e con maggiore precisione il tipo di sensibilizzazione e la sua correlazione con i sintomi del paziente, anche e soprattutto in vista di una possibile terapia desensibilizzante.

Test di eliminazione

Quando i test allergici non evidenziano nessuna allergia e nei casi in cui non sia evidente una correlazione tra i test e i sintomi accusati dal bambino, il pediatra e/o l’allergologo ricorrono all’eliminazione per un certo periodo dalla dieta dell’alimento o degli alimenti sospetti.

Test di provocazione orale

Consiste nella somministrazione al bambino di quantità inizialmente molto piccole e poi crescenti dell’alimento che si vuole testare. Il test viene immediatamente interrotto non appena compaiano sintomi, e considerato perciò positivo, con l’indicazione per il bambino a non assumere l’alimento in futuro. Se invece al termine del test il bambino ha assunto anche una dose piena dell’alimento senza problemi il test viene definito negativo e il bambino tollerante all’alimento.

Scritto da Francesca Belcastro
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