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Come riconoscere un figlio autolesionista: i segnali da tenere d’occhio

L'autolesionismo è un fenomeno molto diffuso negli adolescenti ed è importante per i genitori capire quali sono i comportamenti da osservare.

L’autolesionismo negli adolescenti è un problema sempre più diffuso. Il 20% degli adolescenti avrebbe manifestato uno o più episodi di autolesionismo e l’età nella quale compare questo comportamento è di appena 10/12 anni. Per i genitori imparare a riconoscere i segnali di autolesionismo vuol dire avere modo di salvare il proprio figlio prima che possa arrivare a gesti più estremi. Di seguito analizziamo insieme quali sono i comportamenti da tenere d’occhio e come riconoscere un figlio autolesionista.

Autolesionismo: cos’è

L’autolesionismo consiste nell’infliggersi volontariamente delle ferite, che possono consistere in tagli, bruciature o qualsiasi altra cosa. Questo fenomeno è accompagnato da una personalità borderline, ma non sono rari i casi nei quali l’autolesionismo è il sintomo di un disagio profondo. È portato avanti come richiesta di attenzione da parte della famiglia oppure è il modo con il quale l’adolescente cerca di tenere sotto controllo il proprio corpo e la propria vita. Recenti studi hanno dimostrato che spesso l’autolesionismo è il primo passo che accompagna il soggetto nella ricerca della morte. Il suicidio non è lo sbocco naturale ma sicuramente il legame fra questi due gesti deve spingere i genitori a prestare molta attenzione. Di solito gli adolescenti che soffrono di questo disturbo tendono a dissimulare per non attirare l’attenzione dei propri genitori.

Come riconoscere un figlio autolesionista

La prima cosa che deve mettere in allarme è la presenza di graffi, bruciature, piccoli tagli che di solito si concentrano nelle zone di braccia e gambe. Quando i segni si fanno troppo evidenti è possibile che l’adolescente decida di riversare la propria attenzione su parti più nascoste del proprio corpo. Ci sono anche altri atteggiamenti che devono insospettire, tra cui il fatto che non voglia farsi vedere mentre si spoglia o è in bagno. C’è da insospettirsi se anche in piena estate il ragazzo va in giro con un abbigliamento coprente e magliette a maniche lunghe. Un altro segno che deve far pensare è un repentino cambio di umore che può passare dalla rabbia più violenta all’assoluta tranquillità nel giro di pochi minuti.

Ulteriori segnali di autolesionismo

Risulta fondamentale il rapporto tra genitori e figli. È brutto dover iniziare a fare il detective ma sarebbe inutile chiedere all’adolescente di confessare il suo problema. Egli troverebbe una giustificazione per tutto, dicendo che il fazzolettino intriso di sangue è per tamponare una perdita dal naso e che i graffi sul braccio sono opera del gatto di un amico. Bisogna allora scavare più in profondità e cercare di capire se la propria preoccupazione è fondata. Gli adolescenti che si dedicano all’autolesionismo utilizzano lamette, aghi e taglierini. Se in uno dei cassetti della cameretta o nello zaino di scuola si trovano strumenti del genere, è lecito iniziare a preoccuparsi. Un altro fatto che può destare sospetto è la ripetuta e improvvisa necessità di rifornire lo scaffale delle medicine in casa con garze e prodotti disinfettanti. Infine, un adolescente autolesionista si trova ad affrontare un periodo di depressione e difficoltà. Per questo motivo si dovrà notare se negli ultimi periodi è poco socievole e sta spesso chiuso in casa.

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