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Travaglio: quali sono i sintomi e la durata del travaglio

La durata del travaglio è variabile, ma esistono alcune medie. Ecco tutto ciò che devi sapere sul momento che precede il parto.

Il termine travaglio viene spesso usato come sinonimo di ‘parto’, ma si tratta di una definizione inesatta. Infatti, mentre il parto è l’espulsione vera e propria del bambino e può essere naturale, cioè vaginale, oppure cesareo, il travaglio è la fase che lo precede. Durante questo processo la cervice inizia a dilatarsi per consentire il passaggio del nascituro.

Vediamo insieme qual è la durata del travaglio e quali sono i sintomi che indicano che esso è in corso.

Sintomi del travaglio

Contrazioni

Sbagliarsi sull’inizio del travaglio è, almeno in condizioni normali, impossibile. I sintomi che caratterizzano questa fase sono infatti le contrazioni. Se, infatti, durante l’ultimo mese di gravidanza si sono avvertite alcune contrazioni, quelle che caratterizzano il momento del travaglio si presentano diversamente.

Le contrazioni presenti a partire dalla trentaduesima settimana di gestazione appaiono sporadiche e irregolari. Al contrario, quelle che annunciano il travaglio sono regolari e forti. Per questo motivo, si consiglia alle puerpere che avvertono almeno cinque contrazioni nell’arco di un’ora di recarsi subito in ospedale, poiché un parto prematuro potrebbe essere in corso.

Le fitte che si avvertono sono il risultato della contrazione delle pareti dell’utero, che si prepara a fare uscire il bambino: l’utero, infatti, è composto di muscoli che, durante le contrazioni, si tendono e si rilassano. Le contrazioni regolari si accompagnano alla dilatazione della cervice. Essa si trova in fondo all’utero e appartiene alla parte superiore della vagina. Per consentire il passaggio del bimbo, essa deve diventare più morbida e quindi allargarsi a sufficienza.

Per essere pronte al meglio a questo momento, si rivela straordinariamente utile frequentare un corso di preparazione al parto. Durante questi corsi, psicologhe, dottoresse e ostetriche potranno rispondere a tutte le vostre domande. Inoltre, vengono insegnate tecniche di rilassamento e di respirazione che possono tornare molto utili durante il parto, e, in particolare, nella fase del travaglio, quando le contrazioni diventano più intense, frequenti e dolorose.

Altri sintomi

Spesso non occorre precipitarsi in ospedale non appena si avvertono i primi sintomi dell’inizio del travaglio, poiché è probabile che il parto inizierà solo nell’arco di qualche ora. Prima delle contrazioni, altri due sintomi ci fanno comprendere il momento fatidico del parto è iniziato:

  • la rottura del sacco amniotico: si sente scendere sulle gambe il liquido amniotico, un liquido caldo, trasparente e inodore;
  • la perdita del tappo mucoso: si tratta del tappo che chiude il collo dell’utero, che è composto da una sostanza gelatinosa e mucosa biancastra, con striature rosa, e spesso è accompagnato da sangue.

Quanto dura un travaglio

Dopo aver spiegato di cosa si tratta, è bene affrontare il tema della durata del travaglio. Innanzitutto esso si suddivide in quatto fasi. La prima è la fase latente, durante la quale cominciano ad avvertirsi i sintomi sopra descritti. La sua durata varia normalmente tra le dieci e le dodici ore.

A questa segue la fase attiva: si tratta della parte più dolorosa. Quando la cervice risulta completamente aperta, con una dilatazione di circa 7 o 8 centimetri, bisogna iniziare a spingere per aiutare l’uscita del nascituro. E’ molto importante non lasciarsi sopraffare dal dolore, ma al contrario ascoltarlo, perché probabilmente è un segnale che indica come provare meno sofferenza fisica.

La terza fase è quella espulsiva e comincia quando la cervice ha raggiunto i 10 cm di dilatazione. A questo punto, è possibile accomodarsi sul lettino da parto e continuare a spingere. Si tratta di una fase la cui durata è molto variabile e può spaziare dai dieci minuti fino a un’ora.

Infine, la quarta e ultima fase corrisponde al secondamento. Dopo la nascita del piccolo, la neo mamma espellerà anche la placenta, in genere nel giro di mezz’ora. La donna viene quindi tamponata e asciugata e, se necessario, cucita con punti di sutura.

Durata travaglio di una primipara

Per la seconda fase, che abbiamo già spiegato essere quella attiva, caratterizzata delle spinte, i tempi possono variare sensibilmente. In genere, la discriminante è se la partoriente si trova o meno alla sua prima gravidanza. In questo caso, il suo travaglio durerà probabilmente più a lungo. Infatti, il tempo che ci mette il bambino a imboccare il canale del parto è stimato intorno a un’ora.

Durata travaglio di una multipara

Se invece in precedenza avete già avuto uno o più figli, la fase attiva del vostro travaglio sarà probabilmente molto più breve. Si stima infatti che, in media, la durata delle spinte per una donna alla seconda (o ulteriore) gravidanza risulterà molto più breve. Anche la fase dell’espulsione, che può durare dai dieci minuti a un’ora, è spesso influenzata dal fatto che per la donna in questione il parto in corso sia il primo o meno.

Scritto da marafallini
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