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Pillola abortiva: come funziona in Italia e le controindicazioni

La pillola abortiva permette l'aborto chimico della gravidanza in atto: come funziona in Italia e quali sono le controindicazioni?

La pillola abortiva (RU-486) è una preparazione farmacologica a base di mifepristone, un corticosteroide in grado di indurre l’aborto chimico entro le prime settimane di gestazione. Pillola abortiva, come funziona in Italia e quali sono gli effetti collaterali?

Pillola abortiva: come funziona in Italia

Innanzitutto c’è da precisare che la pillola abortiva non ha niente a che vedere con la pillola del giorno dopo. La pillola abortiva, infatti, agisce interrompendo la gravidanza. Ha ottenuto il permesso dell’Agenzia Italiana del Farmaco nel luglio 2009 e dal 10 dicembre dello stesso anno è entrata a far parte della lista dei farmaci utilizzabili in Italia. L’entrata in commercio della pillola abortiva ha diviso il Paese a metà. I dati italiani riguardanti l’aborto tendono a scoraggiare. Il 70% dei ginecologi è obiettore di coscienza, con un picco del 96% in alcune regioni. Inizialmente, la donna assumeva la pillola abortiva per bocca entro e non oltre la settima settimana di gravidanza (49 giorni). Negli ultimi giorni, invece, sono state approvate le nuove linee guida. Da questo momento la pillola può essere assunta entro le nove settimane di gestazione (63 giorni). Inoltre, mentre inizialmente era consigliato un ricovero di tre giorni dopo la somministrazione del farmaco, ora sarà possibile farlo in day hospital. Le donne che intendono procedere non devono fare altro che recarsi in ambulatorio o in consultorio, dove viene spiegato loro come funziona il farmaco. Dopo mezz’ora dal trattamento, infine, la donna potrà tornare a casa.

Le controindicazioni

L’efficacia della pillola è del 97-98% e molto dipende dalla settimana nella quale viene preso il farmaco. Il sanguinamento che conclude l’aborto farmacologico dura 10-15 giorni. La pillola abortiva non può essere assunta in alcuni casi:

  • presenza di spirale intrauterina;
  • gravidanza ectopica;
  • insufficienza surrenalica;
  • porfiria ereditaria;
  • terapia anticoagulante a lungo termine;
  • somministrazione di farmaci corticosteroidei per lunghi periodi;
  • alterazioni della coagulazione del sangue;
  • allattamento.

Particolare attenzione all’utilizzo di questo farmaco deve essere posta nei confronti delle donne che fumano oltre 10 sigarette al giorno, specie se oltre i 35 anni, così come nei confronti delle pazienti affette da malattie croniche gravi. Non possono essere sottoposte al trattamento le donne molto ansiose, con una bassa soglia del dolore o che vivono in precarie condizioni igieniche. In questi casi resta consigliato l’aborto chirurgico con sedazione e rigorosamente in ospedale. Dopo due settimane dall’assunzione del farmaco, la donna dovrà sottoporsi a una visita di controllo.

Scritto da Francesca Belcastro
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