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Incubazione varicella: dopo quanto tempo compaiono i sintomi

La varicella è una delle malattie esantematiche tipiche dell'infanzia. Scopriamone modalità di contagio e sintomi.

La varicella è, assieme a tosse cattiva, morbillo, rosolia e scarlattina, una delle malattie esantematiche tipiche dell’infanzia. Se, tuttavia, in passato, si sottovalutavano le complicanze di questa tipologia di malattie, oggi si conoscono bene gli effetti che, soprattutto in età adulta, tali virus possono avere sull’organismo e portare, in taluni casi, ad un esito patologico non benigno. Il virus può restare in incubazione per un periodo che oscilla tra i 14 ed i 21 giorni.

Varicella stadio iniziale

La varicella è una malattia infettiva molto contagiosa, causata da un virus appartenente alla famiglia degli Herpes Virus, ossia lo Zoster virus; lo stesso, per intenderci, che può dar vita al volgar “Fuoco di Sant’Antonio”, latente per anni e che spesso esplode dopo i 50 anni. Ecco, molto spesso, chi contrae la varicella non avrà ricadute, ma potrà manifestare in età adulta i tipici segni del violento tipo di Herpes che colpisce il torace e mostra vescicole, provocando dolori lancinanti nel soggetto colpito.

Inizialmente, il soggetto che ha contratto lo Zoster virus, presenta sintomi che possono essere scambiati per classici sintomi influenzali: mal di gola, malessere generale, dolori addominali, mal di testa. Tuttavia, nei neonati, il classico e fastidioso esantema della varicella può comparire fin da subito, senza alcuna avvisaglia.

Lo sfogo o esantema compare da 1 a 3 settimane dopo il contagio. Inizialmente le papule colpiscono volto e torace, per poi estendersi in tutto il corpo del bambino. L’evoluzione delle escrescenze è sempre la stessa. Le papule divengono vescicole, contenenti un liquido giallo e terribilmente pruriginose, per poi trasformarsi in pustole e poi in croste che possono lasciare segni permanenti sulla pelle. Per tale ragione, la madre dovrà aver cura di disinfettare le vescicole, soprattutto nel neonato, ogni giorno o più volte al giorno, con acqua ossigenata, utilizzando guanti appositi. I bambini, inoltre, dovrebbero dormire con dei guanti leggeri, per evitare d’infettare le lesioni, grattandosi violentemente durante la notte.

Varicella contagio

Il virus si trasmette agli altri da 2 giorni prima della comparsa delle pustole a sei giorni dopo la loro comparsa. Il contagio può avvenire per contatto diretto con la saliva dell’infetto, ma non solo; può accadere anche col contatto di oggetti e superfici infette o tramite colpi di tosse oppure contatti col liquido presente nelle vescicole infette.

Se il fratello maggiore di un neonato ha contratto la varicella, si può evitare l’allarmismo sottoponendolo, sotto consiglio del pediatra, ad un ciclo antivirale preventivo (con Aciclovir). Bisogna tenere presente che se la madre è immune può trasmettere gli anticorpi al bebè con l’allattamento.

Se la madre ha contratto la varicella in gravidanza, gli scenari sono molteplici a seconda dello stadio della stessa. Prima delle 28 settimane, il rischio di aborto è ridotto ai minimi termini, ma esiste un basso rischio di complicanze legate alla formazione corretta del feto. Tra le 28 e le 36 settimane, invece, non sono stati rilevati sintomi preoccupanti o danni al feto. Se il virus viene contratto dalla madre poco prima che il bimbo nasca, si andrà incontro alla cosiddetta “varicella neonatale“, da trattare sotto consiglio del proprio pediatra, ma senza dare addito a particolari allarmismi.

Varicella sintomi

Tra i sintomi più fastidiosi della varicella, oltre quelli già elencati inizialmente, vi è il prurito, costante ed intenso che, purtroppo, decreta spesso l’indelebilità dei segni lasciati dalle croste. In caso di prurito intenso ed insopportabile nel bambino, il pediatra può prescrivere degli antistaminici. Esistono, tuttavia, dei rimedi naturali, funzionali anche nel caso di bambini molto piccoli, come il talco mentolato oppure il talco alla calendula (meglio tollerato). Il bagnetto va fatto quotidianamente e non è assolutamente da evitare, a patto che l’acqua sia tiepida. Il bambino va poi vestito con abiti leggeri e traspiranti in cotone.

Il medico va richiamato nel caso in cui il bambino manifesti sintomi, tra i quali: una tosse persistente e grave, difficoltà a guardare la luce, vomito persistente, infezioni alla pelle, dolore forte al collo. I rischi maggiori, infatti, possono essere legati alle complicanze polmonari e cerebrali, col rischio di polmoniti ed encefaliti. Le complicanze, tuttavia, sono soventi negli adulti o negli individui immunodepressi. La varicella, infatti, ha solitamente un esito benigno nei soggetti sani e si risolve completamente nel giro di due settimane. L’unico modo per non permetterle di lasciare il segno è: non grattarsi!

Scritto da Azzurra Lorenzini
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