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Quali sono i disturbi visivi più comuni nei bambini

Identificare i disturbi più comuni nei bambini è importante e non sono da sottovalutare. Per correggerli, si può trovare una soluzione con il proprio pediatra.

I disturbi visivi più comuni nei bambini si manifestano durante i primi anni di crescita e possono subire una serie di trasformazioni importanti. In Italia, la prevenzione sulle alterazioni visive è elevata. Basta considerare che il 70% delle famiglie, segue le raccomandazioni dei pediatri e porta il proprio figlio ad eseguire una visita di controllo agli occhi intorno ai 3 anni di età. In questo articolo andremo ad analizzare i singoli aspetti in modo da avere una conoscenza di quali possano essere i disturbi visivi più comuni nei bambini.

Identificare i disturbi della vista nei bambini

Le anomalie visive si presentano con lo sviluppo della vista, che avviene nell’arco dei primi 5 anni di vita e che si completa all’età di 7 anni, e possono essere influenzare l’esistenza del bambino, trasformandosi in disturbi visivi anche gravi. La prevenzione svolge un ruolo importante, al fine di identificare subito l’anomalia e intervenire con le terapie e gli strumenti più adatti. Infatti le alterazioni della vista non devono essere sottovalutate, dato che possono limitare la vita di un bambino. Sarà importante per un genitore, che si accorge di una particolare difficoltà del bambino, intervenire subito fissando una visita oftalmologica pediatrica.

Disturbi più comuni nei bambini

Di seguito elenchiamo i disturbi più comuni nei bambini durante le fasi di crescita:

  • Strabismo: il bulbo oculare appare deviato, in modo simmetrico o asimmetrico, dato che si può determinare un’anomalia di un solo occhio oppure di tutte e due le pupille. È facilmente riconoscibile, dato che si noterà uno spostamento della pupilla verso l’interno, prendendo il nome di esotropia, oppure verso l’esterno, in questo caso identificato come exotropia.
  • Ambliopia: viene definita anche come il difetto visivo dell’occhio pigro, dato che prevede una diminuzione della capacità visiva quasi sempre di un solo occhio. La patologia determina che un occhio presenta 1 o 2 decimi in meno rispetto all’altro. La conseguenza diretta dell’ambliopia non riguarda la struttura dell’occhio, il quale è sano e funzionale, ma il difetto che si genera è principalmente a livello di trasmissione del segnale visivo al cervello che arriva in ritardo, determinando quindi una qualità dell’immagine non ottimale.
  • Ipermetropia: è un difetto visivo rifrattivo causato dal fatto che la luce si riflette non sulla retina, ma sulla parete posteriore, creando quindi una visione distorta. È una patologia che colpisce in percentuale molto elevata i bambini dato che nei primi anni dello sviluppo dell’occhio, la sua lunghezza e più corta, con una curvatura del cristallino ridotta, non adatta a determinare l’effetto rifrattivo che si svilupperà successivamente.
  • Miopia: può essere considerato tra i difetti della vista più comuni dato che è stato calcolato che un bambino su quattro ne soffre. È un disturbo rifrattivo causato dal fatto che i raggi luminosi, data la forma allungata del bulbo oculare, non vengono focalizzati sulla retina ma nella parte anteriore producendo da lontano una visione sfocata di un oggetto, mentre da vicino appare più nitida. Questo determina delle difficoltà di riuscire a distinguere le distanze e una fatica eccessiva dell’occhio nelle attività più comuni come scrivere, leggere o vedere la televisione.
  • Astigmatismo: è un difetto rifrattivo inerente alla curvatura della cornea che non è regolare e con una forma leggermente sferica in alcuni punti. Ciò determina che il raggio di luce si riflette sia davanti che dietro la retina, determinando quindi una visione distorta e difficoltà per il bambino nella visione degli oggetti.
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