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Come e quando interviene il logopedista

Quando è il caso di consultare un logopedista? Vediamo i disturbi del linguaggio più comuni per capire se è ora di fissare una visita

Come mai quando leggo perdo subito la concentrazione? Perché mio figlio non pronuncia bene la lettera R? Ogni volta che parlo in pubblico inizio a balbettare. Oppure, ancora: la mia voce è roca da cosa dipende? Questi sono ovviamente solo pochi esempi che, se nell’arco della vostra vita vi è capitato di porvi, allora vi è anche capitato di avere a che fare con un logopedista.

Ma chi è questo “misterioso figuro”? Sicuramente non è un medico, ma quasi. Il logopedista è una figura professionale che si occupa di studiare il linguaggio e le sue eventuali problematiche. Il suo compito riguarda la protezione, terapia e riabilitazione dei disturbi della voce, della comunicazione, del linguaggio, dei disturbi cognitivi e dell’apprendimento in età evolutiva, adulta e geriatrica attraverso la valutazione, il bilancio, la programmazione, l’elaborazione e la verifica di programmi riabilitativi individuali. Vediamo insieme, nello specifico, quali sono i casi medici in cui è richiesto l’intervento del logopedista.

Quando interviene il logopedista

Iniziamo con il dirvi che il logopedista interviene in tutte le fasi dell’apprendimento del linguaggio, a partire dalla lallazione, il primo approccio al parlato da parte del neonato, fino all’ampliamento della frase. Tutto ciò passando per la lettura, la scrittura, la deglutizione, eccetera. Spesso, quando un bambino ha la necessità di un consulto dal logopedista, il genitore non riconosce nell’immediato il problema: capita più spesso di quanto si pensi, soprattutto nell’età evolutiva, che i problemi e le difficoltà linguistiche, siano sottovalutate solo perché si pensa che sia solo qualcosa di passeggero e che il bambino imparerà crescendo. A volte sì, molto spesso no. In genere però, sarebbe meglio prendere appuntamento con un logopedista quando:

  • Il bambino a due anni ancora non parla
  • Il bambino non comprende le parole e gli ordini, anche i più semplici
  • Non si esprime in maniera comprensibile (da 3 anni in poi)
  • Il bambino non pronuncia bene alcune lettere o scambia le lettere all’interno delle parole
  • Non deglutisce bene
  • Balbetta
  • Il bambino fa fatica a mantenere la concentrazione
  • Non ha una buona coordinazione motoria, scrive e disegna male
  • Compie errori ortografici molto di frequente
  • Mostra difficoltà a socializzare con i coetanei e talvolta sembra aggressivo
  • Il bambino non sta mai fermo e non si concentra su nulla
  • Ha un linguaggio limitato, un vocabolario ristretto
  • Ha difficoltà a apprendere parole nuove o compie errori nel cercare le parole da utilizzare
  • Omette parti importanti della frase, usa le parole in un ordine scorretto

Perché interviene

Il lavoro del logopedista è difficile da riassumere in poche parole perché la logopedia, come abbiamo visto, abbraccia tutto il campo della comunicazione (verbale e non) che è davvero molto vasto. Sostanzialmente, però, possiamo dire che il logopedista interviene per un motivo principale: difficoltà nel linguaggio. Si occupa dell’educazione della parola, della comunicazione scritta e orale, della prevenzione e della cura dei problemi legati all’uso del linguaggio. Il principale incarico del logopedista è rieducare gli individui a esprimersi in modo corretto, eliminando difetti di forma o disturbi del linguaggio. Quindi, due sono le categorie dove il logopedista è chiamato ad intervenire:

  • Disturbo del linguaggio espressivo (parole, frasi, lettura e scrittura) o ritardo semplice del linguaggio o disturbo specifico del linguaggio, balbuzie o disturbi dell’apprendimento o Sordità
  • Disturbo del linguaggio recettivo (comprensione) o deficit della comprensione verbale o Sordità centrale

Che cura indica

Come abbiamo detto, il campo medico-sanitario in cui opera il logopedista è molto vasto quindi sicuramente non c’è una cura valida per tutti anche perché i pazienti, solitamente bambini, possono avere diverse tipologie di disturbi del linguaggio che derivano da casi più o meno gravi: dalla balbuzia all’autismo, all’iperattività alla difficoltà di concentrarsi. Insomma, ogni caso (come ogni paziente) ha una sua storia. Possiamo però dire, soprattutto se siete genitori ansiosi e vi dovete rivolgere per la prima volta ad un logopedista per curare il vostro bambino, di non preoccuparvi perché, di norma, gli strumenti utilizzati dal logopedista durante la riabilitazione sono prevalentemente di tipo ludico, con oggetti, giocattoli, giochi strutturati, immagini e tutto ciò che può attirare l’interesse del bambino, naturalmente adattati in base all’età ed alle sue capacità cognitive. I bambini, quindi, non si troveranno difronte al classico dottore con il camice bianco che incute sempre un po’ di timore, ma ad una figura-amica che, attraverso il gioco e una piacevole conversazione, può aiutare loro a risolvere molti problemi. Ecco alcuni esempi:

  • Esercizi di respirazione: servono ad insegnare il modo più corretto di respirare, un attività non così banale come sembra!
  • Giochi con le tessere: memory, trova le differenze, trova le coppie, servono tutti a stimolare memoria, attenzione e linguaggio
  • Giochi di costruzioni: le costruzioni, come anche i puzzle, sono giochi molto completi e stimolano tutta la sfera cognitiva del bambino.
  • Libri illustrati: con la lettura i bambini imparano nuove parole e imparano la giusta costruzione delle frasi. I racconti stimolano la creatività e l’attenzione.
  • Giochi con le figure: ritagliate o disegnate o schede logopediche preimpostate. È molto importante sfruttare le immagini per attirare l’attenzione dei bambini che con le sole parole si annoierebbero.
Scritto da Melissa Ceccon
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