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Villocentesi: è possibile il rischio di aborto?

La villocentesi è un esame che consiste nel prelievo dei villi coriali. Scopriamo insieme quali sono le cose da sapere e qual è il rischio di aborto.

La villocentesi è un esame che normalmente si effettua tra le undici e le tredici settimane di gestazione. Scopriamo insieme quali sono le cose fondamentali da sapere sulla villocentesi: come funziona, quando si effettua, perché viene fatta e se è possibile il rischio di aborto.

Rispetto all’amniocentesi, la villocentesi ha il notevole vantaggio di venir eseguita prima, rendendo così possibile un accertamento più precoce di eventuali anomalie del feto. Con la villocentesi, si prelevano i villi coriali, che fanno parte della placenta e che attraverso la loro analisi permettono di scoprire eventuali malattie cromosomiche o genetiche.

Quando è bene fare la villocentesi

Il prelievo dei villi coriali è normalmente consigliato alle donne che presentano un rischio elevato di anomalie fetali, come donne incinta che hanno superato i 35 anni o che hanno avuto figli affetti da anomalie cromosomiche o genitori portatori. E’ inoltre consigliata alle donne o alle coppie che sono a rischio di malattie genetiche come fibrosi cistica, talassemia o emofilia. Inoltre la villocentesi, su richiesta, può determinare anche la paternità del feto.

L’esame della villocentesi è abbastanza veloce, dura a malapena una quindicina di secondi e non richiede alcun tipo di anestesia o di preparazione. Appena prelevati i villi coriali, la donna rimane stesa a riposare sul lettino per dieci minuti e deve evitare sforzi per un paio di giorni.

Per quanto riguarda i costi, nelle strutture pubbliche l’esame è gratis, mentre in quelle private il costo può variare dai 1000 ai 1500 euro. Per quanto riguarda invece il grado di affidabilità, nella stragrande maggioranza dei casi l’esame della villocentesi è affidabile. Possono tuttavia verificarsi casi rari, in cui il prelievo non è stato effettuato in maniera corretta e quindi non sia possibile esaminare bene i villi coriali. Nel 2% dei casi i risultati potrebbero essere incerti, nel qual caso si rendono necessari ulteriori accertamenti.

I risultati

I risultati della villocentesi sono disponibili a partire dal ventesimo giorno dopo il prelievo del tessuto coriale. Alcuni esperti sottolineano come la villocentesi sia un esame incerto. Questo elemento di incertezza è dovuto ai componenti della placenta. Essa contiene infatti sia cellule fetali che cellule materne, e durante il prelievo può capitare che si raccolga una miscela delle due con conseguente confusione sui risultati. In alcuni rari casi è capitato che nonostante il feto fosse sano, sulla placenta erano presenti cellule patologiche. In questi casi può capitare di dover ricorrere all’amniocentesi. Questo esame è invece sicuro al 100%, perché nel liquido amniotico sono presenti solo le cellule del feto.

Per quanto riguarda il rischio di aborto come conseguenza della villocentesi, sebbene la percentuale di rischio sia bassissima, essa è pure sempre presente e si attesta in percentuale attorno all’1-2%. La stessa percentuale viene riscontrata anche nel caso dell’amniocentesi. Possiamo dire che è una percentuale abbastanza bassa per sottoporsi all’esame con tranquillità, ma comunque c’è sempre. Il rischio di aborto è strettamente collegato all’esperienza dell’operatore che effettua il prelievo dei villi coriali. E’ quindi importantissimo per la gestante scegliere con cura il medico che eseguirà la villocentesi.

Fortunatamente la medicina, grazie alle continue ricerche, compie ogni anno passi da gigante ed è possibile ora eseguire, anche in Italia, uno specifico esame sul DNA fetale, totalmente innocuo per il bambino, che si effettua tramite un prelievo del sangue della donna. Questo esame si può effettuare già dalla decima settimana di gestazione e consente di scoprire le anomalie cromosomiche, le malattie genetiche più comuni ed anche il sesso del feto.

La domanda a questo punto sorge spontanea: allora perché non sostituire la villocentesi o l’amniocentesi con il semplice esame del sangue? La risposta riguarda il numero di patologie. Se con amniocentesi e villocentesi è possibile diagnosticare ben 316 anomalie cromosomiche e ben 5000 patologie genetiche, con l’esame del DNA fetale si scoprono solo quelle più comuni, Sindrome di Down e quella del cromosoma 13 o 18. Inoltre, in caso di esito positivo viene comunque consigliato alla donna di effettuare villocentesi o amniocentesi per approfondire. Infine, questo innovativo esame del sangue si può, al momento, fare solo in strutture private ed il costo è ancora molto elevato: da un minimo di 600 euro fino a 1.100 euro.

Infine ricordiamo che la villocentesi non è obbligatoria, ma viene consigliata ad alcune categorie di gestanti ritenute particolarmente a rischio, come abbiamo visto sopra. Ogni donna è libera di scegliere se farla o meno, in quanto è una decisione che spetta unicamente a lei. Alcune mamme, per proprie convinzioni di natura religiosa o etica, decidono comunque di non sottoporsi all’esame, nonostante i rischi siano elevati e non dovrebbero essere sottovalutati.

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