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Collo corto dell’utero: i rischi in gravidanza

C'è un modo per prevenire il parto prematuro causato dal collo dell'utero corto? Sì, ci sono due strade da prendere: chirurgica e non.

Non per tutte le donne la gravidanza è un momento felice. Alcune, infatti, riscontrano fin da subito dei problemi che mettono a rischio il percorso di gestazione, trasformando questo momento unico che dovrebbe essere ricco di gioie ed emozioni, in un momento fatto solo di visite e tante, tante preoccupazioni. In questa categoria, per esempio, rientrano tutte le future mamme a cui è stato riscontrato il collo dell’utero corto: un problema assolutamente molto serio che, se non tenuto sotto controllo, porta al rischio di un parto prematuro che – come tutte sanno – non è proprio la soluzione ottimale né per la mamma né tanto meno per il piccolo che potrebbe poi riscontrare diversi problemi. Ma quando si parla di collo dell’utero corto o cervice uterina accorciata cosa significa?

Cos’è il collo dell’utero corto

Ve lo spieghiamo subito: normalmente il collo dell’utero dovrebbe avere una lunghezza variabile tra i 2 centimetri e mezzo e i 4 centimetri e un diametro di circa 2 centimetri e mezzo. Misure che vanno via via diminuendo più ci si avvicina al periodo del parto, fino al totale appianamento della cervice durante il travaglio. Tutto questo non è valido per le donne che hanno un collo dell’utero corto già nei primi mesi di gravidanza: una situazione del genere è molto pericolosa perché la cervice così, non ha la forza sufficiente per sopportare la grandezza del bambino. Quali sono i rischi? Sicuramente, il problema maggiore, è quello di anticipare il parto. La diagnosi precoce, in questo, caso è fondamentale e, dunque, andiamo a vedere insieme quali sono le scelte opportune da fare in caso di collo dell’utero corto.

Il rischio di un parto prematuro

Il rischio maggiore, ovviamente, è quello di un parto prematuro. O addirittura, nei casi più gravi, può portare ad un aborto spontaneo. Il parto prematuro ovviamente può avvenire quando il problema della cervice uterina non è tenuta sotto controllo o, peggio, non è stato riconosciuto. Ecco perché è di fondamentale importanza una diagnosi precoce anche se spesso, il collo dell’utero corto viene riscontrato dal ginecologo durante le visite di controllo e tramite un’ecografia interna. La cervice è una parte del corpo molto importante per tutta la durata della gravidanza quindi se il vostro ginecologo è un bravo professionista, non si dimenticherà certo di controllare quello che poi diventerà il canale del parto del vostro bambino.

Perché, come vi abbiamo già accennato all’inizio di questo articolo informativo, durante il travaglio la cervice si appiana completamente per favorire appunto l’uscita del bambino. Questo, ovviamente, non deve avvenire prima del tempo e, purtroppo, le donne che soffrono di collo dell’utero accorciato hanno questo timore: non riuscire a portare a termine la gravidanza perché la cervice non regge più il peso. Dunque che fare?

Come ridurre i rischi

Dunque, come abbiamo visto il rischio di parto prematuro in caso di collo dell’utero accorciato è molto elevato per questo bisogna prestare la massima attenzione, con una diagnosi precoce e soprattutto con delle tecniche per arginare il problema evitando il peggio. Come si possono ridurre i rischi di una cervice accorciata? Le strade da percorrere sono sostanzialmente due e variano un po’ alla gravità della situazione che sarà sicuramente il vostro ginecologo di fiducia ad indicarvi. C’è la soluzione chirurgica e la soluzione non chirurgica. Iniziamo da quella meno invasiva.

  • Soluzione non chirurgica: dopo attenta visita, se il vostro ginecologo riscontra che la vostra gravidanza è a rischio causa collo dell’utero corto, vi suggerirà sicuramente di concludere il periodo mancante al termine delle 40 settimane in assoluto riposo. E’ importantissimo, infatti, evitare di stare per troppo tempo in piedi perché, si sa, la forza di gravità in questo particolare caso non è assolutamente di aiuto: bisogna fare di tutto per far sì che il bambino passi più tempo possibile nella pancia della sua mamma. Alcuni medici, inoltre, potrebbero suggerirvi una terapia farmacologica da portare avanti per tutto il periodo in maniera tale da ridurre al minimo i rischi.
  • Soluzione chirurgica: nei casi più gravi, il ginecologo vi potrebbe consigliare di effettuare un’operazione che si chiama cerchiaggio. Cos’è? E’ un intervento che deve essere fatto entro e non oltre la 24esima settimana di gestazione: prevede di applicare sul collo dell’utero una fettuccia di tessuto sintetico, da rimuovere prima del parto, in modo da rafforzare la cervice ed aumentarne la continenza.

Cerchiaggio transvaginale e cervicale

Ci sono due tipi di soluzioni: cerchiaggio cervicale transvaginale (CTV) oppure il cerchiaggio cervicale transaddominale (CTA). Ovviamente non è una pratica indolore (molte donne soffrono quando il cerchiaggio viene tolto) ma, per il bene del bambino è una pratica molto consigliata soprattutto nei casi, come dicevamo, più difficili (magari per le donne che hanno già avuto in precedenza parti difficoltosi o plurimi oppure per tutte quelle donne che hanno una conformità anatomica particolare).

Scritto da Melissa Ceccon
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