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Come comunicare la gravidanza al datore di lavoro

Maternità e lavoro: ecco come gestire l'arrivo di un bebè se siete della madri lavoratrici

Avete scoperto di essere incinte e non sapete come comunicarlo al vostro datore di lavoro? Tranquille mamme non fatevi prendere dall’ansia. Ecco come affrontare al meglio il momento della comunicazione ufficiale in azienda e come riuscire a conciliare maternità e lavoro!

Come pianificare la maternità al lavoro

Dopo aver comunicato al futuro papà, a parenti ed amici la notizia dell’arrivo del vostro bebè, il passo successivo sarà quello di informare il vostro datore di lavoro. E’ un momento difficile che crea molta ansia nelle future mamme, incerte su come affrontare il discorso in azienda e come il loro capo prenderà la notizia. Gestire la maternità ed il lavoro non è per nulla facile ma, se riuscirete a pianificare insieme al vostro capo una buona strategia per non gravare in modo negativo sulla vostra azienda, il tutto vi solleverà da preoccupazioni. La prima cosa da fare sarà quella di richiedere un colloquio privato con il capo per metterlo al corrente dell’arrivo del vostro bebè, senza aspettare che sia lui ad accorgersene.

Durante questo incontro sarebbe bene cercare di pianificare il periodo della vostra assenza nei minimi dettagli per capire se sarà necessario assumere un vostro sostituto o se spartire il lavoro con i vostri colleghi. Non c’è una regola generale che dice quando comunicare all’azienda che state aspettando un bebè, ma ricordate che una preventiva comunicazione sarà sicuramente apprezzata e riconosciuta. Se nel corso della gravidanza le vostre condizioni di salute e il vostro medico ve lo permetteranno, potrete anche decidere di lavorare fino all’ottavo mese così da avere dopo la gravidanza un mese in più per stare a casa con il vostro bebè.

Quali sono i diritti delle madri lavoratrici?

Le mamme lavoratrici sono tutelate dalla legge per garantire loro il diritto di potersi assentare dal lavoro per 5 mesi. Nella norma le future mamme interrompono l’attività lavorativa due mesi prima del parto e hanno poi il diritto di restare a casa 3 mesi dopo la nascita. Durante questo periodo la lavoratrice percepisce un corrispettivo pari all’80% della retribuzione giornaliera calcolata sull’ultimo mese di lavoro. Fino ai due mesi che precedono il parto, le mansioni e gli orari di lavoro devono essere modificati in base alle esigenze della futura mamma.

Se il lavoro che svolgete prevede mansioni particolarmente faticose come il sollevamento di carichi pesanti, lo stare in piedi per lungo tempo o l’utilizzo di macchinari pericolosi è vostro diritto chiedere di essere spostate in un altro reparto. Ciò vale anche per tutte quelle future mamme che lavorano con sostanze nocive, radiazioni o virus e batteri. Se non è possibile tutto ciò la madre può richiedere la maternità anticipata. In gravidanza, inoltre, non è possibile far effettuare alle donne incinte turni notturni (cioè dalle 24 alle 6 del mattino) perchè considerati pericolosi per il corretto sviluppo del bambino.

La documentazione per la maternità

Occuparsi della burocrazia è una cosa che molto spesso non fa stare tranquille le future mamme. Il congedo di maternità, ovvero il periodo in cui la madre lavoratrice deve astenersi obbligatoriamente dal lavoro è di cinque mesi: due prima della nascita e tre dopo il parto oppure un mese prima del parto e quattro mesi dopo. Questo dipenderà dalla condizioni di salute delle mamme e da che tipologia di mansioni svolgono. Vi consigliamo di iniziare ad interessarvi circa le pratiche necessarie per il congedo già dal sesto mese di gravidanza.

Per poter usufruire dei diritti della maternità obbligatoria, la legge italiana mette a disposizione una documentazione che sarà necessario richiedere o all’INPS o al patronato del lavoro. Dopo aver preparato e compilato tutta la documentazione non vi resta che presentare la domanda di congedo di maternità all’INPS. Ma come consegnare la domanda? Le modalità sono tre: telematicamente tramite il sito dell’Inps, chiamando il numero verde o facendosi assistere da un patronato.

Nel caso in cui avrete la necessità della maternità anticipata dovrete presentare in azienda la certificazione che vi verrà rilasciata dall’Ispettore del Lavoro o dall’ASL. Per quando riguarda la richiesta di flessibilità, invece, sarà necessario allegare il certificato di assenza di controindicazioni sottoscritto dal giudizio del medico aziendale.

Scritto da Alice Sacchi
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