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Gli insaccati fanno male ai bambini?

Gli insaccati sono salumi racchiusi in un involucro che hanno subito più lavorazione, diversi dai non insaccati. I bambini dovrebbero mangiarne il meno possibile e abituarsi ad evitarli.

Quante di voi, mamme alle prese col cestino della merenda dei vostri figli, non vi siete mai trovate e mettere un tramezzino con mortadella o un panino col salame? E quante di voi si sono mai chieste se gli insaccati nella dieta fanno male ai bambini? Se non ve lo siete mai chiesto, è il momento di porvi questa domanda, alla quale cercheremo di dare una risposta in questo articolo.

Cosa sono gli insaccati?

Gli insaccati sono alimenti che derivano da un processo di lavorazione della carne e quindi contengono un alto tasso di proteine. Ma il prodotto finale è ben diverso da quello che è invece una fettina di petto di pollo, manzo o maiale non processato. C’è però una differenza netta che distingue due categorie di quelli che genericamente vengono chiamati salumi:

  • Gli insaccati sono prodotti derivanti dalla lavorazione della carne per aumentarne la conservabilità. La materia prima può avere diverse origini. Si possono infatti utilizzare carni di suino, bovino, ovino e altri tipi di carne meno comuni, come il cinghiale, il cervo e altri animali meno diffusi. Il termine insaccato indica quei salumi che vengono racchiusi in un involucro, il quale ha la semplice funzione di conservarli durante una delle fasi sopracitate (stagionatura, affumicatura, ecc) per il periodo necessario che può durare anche mesi. Gli insaccati più diffusi sono quindi il salame, le salsicce, la mortadella, la coppa e tanti altri salumi.
  • I salumi non insaccati sono quelli che vengono prodotti partendo dalle parti intere dell’animale, come il prosciutto, che si ottiene dalla coscia o dalla spalla. Per i non insaccati non sono previsti lunghi processi di trasformazione, come la tritatura, che invece avviene sempre negli insaccati. Quelli più comuni sono i prosciutti, cotti o crudi, lo speck, la bresaola e la pancetta.

Insaccati: fanno male ai bambini?

Mentre i non insaccati sono prodotti meno lavorati e quindi più indicati per bambini dai 5-6 anni in su, gli insaccati invece non dovrebbero mai essere inseriti nella loro alimentazione. La carne trasformata aumenta il rischio di sviluppare il cancro anche successivamente all’infanzia. I ricercatori consigliano l’uso di pollame, formaggi magri, hummus, pesce e piccole quantità di carni magre per preparare i pasti per i propri figli.

I bambini dovrebbero evitare totalmente il consumo di carne che ha subito processi di trasformazione. Le abitudini poco salutati acquisite durante l’infanzia possono essere mantenute anche in età adulta e comunque, avere gravi conseguenze anche ad anni di distanza. Recenti ricerche hanno dimostrato come i bambini che normalmente si ritrovano a consumare salame o prosciutto nei loro tramezzini, hanno maggiori possibilità di sviluppare il cancro nell’età adulta.

Insaccati nella dieta dei bambini: come gestirli

Un bambino che consuma regolarmente carne lavorata durante i suoi pasti, nell’arco di un anno ne avrà mangiata davvero tanta. L’ideale sarebbe di azzerare completamente il consumo di carni lavorate in favore di quelle non processate, come petto di pollo, manzo o maiale. Tuttavia, anche nel caso di carni animali non lavorate, il consumo non dovrebbe essere eccessivo: il manzo, per esempio, una o due volte a settimana.

Variare l’alimentazione dei propri figli inserendo ogni tipo di alimento in maniera equilibrata è il modo migliore per assicurare loro una dieta sana, nella quale i salumi dovrebbero essere visti come un piacere da concedersi di tanto in tanto.

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