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Scollamento delle membrane: come prevenirlo naturalmente

Lo scollamento delle membrane può essere potenzialmente pericoloso. Ecco che cosa fare per rendere l'esperienza indolore.

Al termine della gravidanza, intorno alla 40esima settimana, se il travaglio non si avvia naturalmente, il ginecologo può decidere di procedere con lo scollamento delle membrane. In questo modo, il travaglio dovrebbe essere accelerato, se non addirittura indotto. In pratica, le membrane verranno scollate meccanicamente: l’ostetrica o il ginecologo, con un dito all’interno della cervice uterina, creeranno uno spazio tra il tessuto uterino e le membrane fetali. È una pratica che può risultare anche molto dolorosa. Ecco dunque alcuni suggerimenti per evitarla, ma prima di leggere, una premessa doverosa: è sempre bene fare quando suggerito dal ginecologo e dallo staff medico.

Fare l’amore aiuta il travaglio

È qualcosa in più di una diceria popolare: a quanto pare, un rapporto sessuale può agevolare il travaglio. Alla base di quella che può sembrare una credenza popolare, in realtà c’è una base scientifica: lo sperma contiene infatti delle prostaglandine naturali, che sarebbero in grado di ammorbidire la cervice uterina. Inoltre, l’ossitocina prodotta nell’organismo femminile, dovrebbe anch’essa favorire l’inizio del travaglio. Va detto, naturalmente, che non tutte le donne (e gli uomini) prossimi al parto sono disposti ad avere un rapporto sessuale, perché una componente da non sottovalutare è quella psicologica. In ogni caso, se entrambi i partner sono d’accordo, si può provare…

La prostaglandine naturale

Come si diceva poc’anzi, fare sesso aiuta a liberare le prostaglandine, che a loro volta possono indurre il travaglio. Lo sperma contiene prostaglandine naturali, così come l’orgasmo femminile stimola la loro produzione. Una raccomandazione: assolutamente da evitare i rapporti sessuali se si sono già rotte le acque: eventuali infezioni sono dietro l’angolo.

Come evitare l’induzione al parto

Per dare inizio alle contrazioni, vi sono una serie di procedure mediche: le iniezioni per endovena di pitocina, ossia una versione sintetica dell’ossitocina; il gel a base di prostaglandina; la rottura delle membrane e la rottura del sacco amniotico; il catetere di Foley, ossia un palloncino che si pone all’interno della vagina per favorire la produzione di prostaglandina. Vi sono poi alcuni metodi naturali, come la stimolazione dei capezzoli, grazie alla quale viene prodotta dell’ossitocina. Ma è anche consigliato camminare e fare qualche rampa di scale. Nelle settimane precedenti al parto, ogni giorno, una passeggiata non esageratamente impegnativa, aiuta la futura mamma a muoversi un po’ e, al contempo, aiuta il bambino a spingere, per forza di gravità, sulla cervice, favorendone il movimento per evitare il rischio scollamento delle membrane. Se si riesce, si può camminare anche a contrazioni già avviate. Un altro metodo naturale per avviare le contrazioni è il nuoto, possibilmente a rana: anche in questo caso, sono indubbi i benefici per la mamma, che in acqua si sente finalmente leggera, rilassando così gambe, schiena.

Lo stile a rana è particolarmente consigliato per allenare il pavimento pelvico e per evitare di dover ricorrere allo scollamento delle membrane. Accanto al movimento, vi sono altri metodi naturali che sembrano avere effetti benefici sulla stimolazione delle contrazioni. Tra questi, ci sono i Fiori di Bach (Impatiens, Mimulus, Red Chestnut), gli impacchi caldi o un bagno caldo, che dovrebbe rilassare l’utero e quindi favorire la produzione di ossitona, alcune tisane, in particolare quelle allo zenzero, verbena, cannella, chiodi di garofano, lamponi rossi. Andando nel campo dell’omeopatia, sono indicati per stimolare le contrazioni anche i granuli di Aperemus, ossia un composto naturale che dovrebbe agevolare la dilatazione del collo dell’utero favorendo in questo modo l’inizio del travaglio.

Un altro metodo naturale, è la digitopressione, ma occorre rivolgersi a qualcuno esperto di questa pratica: la stimolazione di alcuni punti del corpo, quali la parte bassa della schiena e i muscoli fra collo e spalle, dovrebbe indurre il travaglio. Altri metodi naturali, ma che non trovano grossi riscontri a livello scientifico, sono quelli da sempre tramandati di generazione in generazione: alcune nonne consiglieranno l’olio di ricino e la liquirizia, che con le loro proprietà lassative potrebbero agevolare le contrazioni (da usare con cautela!).

Altre nonne consiglieranno alcuni prodotti alimentari, quali le spezie, i cibi piccanti (anche in questo caso, meglio non esagerare). Infine l’ananas: l’assunzione di questo frutto, che contiene la bromelina, dovrebbe contribuire ad ammorbidire la cervice, portando a un travaglio naturale. Naturalmente va detto che si tratta nella maggior parte dei casi di sistemi che possono aiutare, ma che non garantiscono risultati sicuri. E’ comunque bene muoversi almeno un po’, in modo da mantenersi attive. Infine, una raccomandazione: se si opta per la digitopressione, è bene farlo solo se si è veramente prossime al termine: indurre il travaglio troppo anticipatamente può essere rischioso.

Scritto da Emanuela Stifano
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