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Disturbi dell’apprendimento: come curarli

I disturbi dell'apprendimento nei bambini devono essere analizzati in tempo con la giusta terapia, ma prima bisogna conoscere il tipo di disturbo e le sue attitudini.

Sempre più spesso, con riferimento ai bambini, si sente parlare di disturbi specifici dell’apprendimento e come intervenire. L’acronimo comunemente utilizzato è DSA. Sono disturbi del neurosviluppo e, il più delle volte, compaiono ancor prima che il bambino vada alla scuola primaria.
Le sfere solitamente coinvolte e maggiormente compromesse sono quelle dell’attenzione, della memoria, della percezione, del linguaggio o delle relazioni sociali. Il criterio di base per stabilire una diagnosi di DSA è quello della discrepanza abilità nel dominio specifico interessato e l’intelligenza a livello generale. Vi sono poi altri importanti disturbi a livello neurologico, come ad esempio la sindrome da deficit di attenzione o iperattività, il disturbo dello spettro autistico e le varie disabilità intellettive, che però rientrano in una categoria a parte.

I vari tipi di disturbi dell’apprendimento

Tornando ai disturbi dell’apprendimento, i più comuni sono:

  • Dislessia: difficoltà nella lettura.
  • Disgrafia e disortografia: problemi nell’espressione scritta, nella sillabazione, nella grafia.
  • Discalculia: difficoltà con i numeri, in generale con la matematica, e quindi anche nel risolvere eventuali problemi.

Esistono diverse sfaccettature di questi disturbi ma, in linea di massima, queste sono le tre aree principali. Non è raro che i deficit riscontrati interessino contemporaneamente più aree.

Disturbi dell’apprendimento: come intervenire

Si può dire che l’unico trattamento efficace è quello di tipo riabilitativo, che chiaramente deve variare a seconda delle specifiche necessità individuali e deve essere strutturato a seguito della stesura di un profilo personalizzato.
Intervenire tempestivamente ed in modo specialistico è importantissimo. Innanzitutto perché si approfitta così della fase evolutiva del bambino e perché si evita che certi errori diventino difficili da correggere. Proprio per questo, genitori e soprattutto insegnanti non dovrebbero mai sottovalutare i campanelli d’allarme.

Peraltro, un bambino perennemente in difficoltà e che colleziona insuccessi, si sentirà sempre più demotivato. Disagio che potrebbe sfociare anche in comportamenti problematici, come rifiuto della scuola, aggressività, disinteresse, apatia, addirittura depressione.

Il trattamento giusto e le nuove tecnologie

Il trattamento dei disturbi dell’apprendimento di solito è centrato sulla gestione educativa, ma può esserci anche un trattamento a livello medico, comportamentale e psicologico. Solo in casi estremi si ricorre anche ad una terapia farmacologica. E’ fondamentale che ci sia un buon allineamento tra il metodo d’insegnamento utilizzato, il tipo di disturbo del bambino e il suo modo di apprendere. Molti genitori di bambini con DSA sanno perfettamente che non è così scontato trovare insegnanti preparati e pronti a mettersi in discussione di fronte a certe difficoltà.

Le nuove tecnologie offrono vari strumenti riabilitativi/educativi, ma i cosiddetti strumenti compensativi che aiutano a compensare le funzioni carenti. Le due cose possono camminare in parallelo. Nei primi anni di scuola, quando insorgono le prime difficoltà, è fondamentale insistere soprattutto con un lavoro di tipo riabilitativo. Soltanto in un secondo tempo, soprattutto per evitare frustrazione in caso di reiterati insuccessi, può essere più che sensato fornire all’alunno degli strumenti che gli permettano di aggirare certi ostacoli.
Infine, non mancano coloro che sostengo presunti rimedi popolari o terapie che, in realtà, non hanno alcun riscontro ufficiale.

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