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Scacchi, i benefici prodotti nello sviluppo dei bambini

Giocare a scacchi consente ai bambini di sviluppare particolati abilità, incrementando la propria maturità cerebrale senza rinunciare al divertimento.

Il gioco degli scacchi può rivelarsi estremamente stimolante e benefico se praticato dai bambini durante la propria crescita. Le potenzialità degli scacchi, infatti, sono state riconosciute da numerosi paesi che hanno inserito una simile pratica in ambito scolastico.

Gli scacchi come disciplina scolastica in Europa

Negli ultimi anni, la Spagna ha introdotto gli scacchi a scuola in qualità di materia obbligatoria. La medesima scelta era già stata effettuata, in passato, da altri Stati come, ad esempio, la Gran Bretagna, la Germania e la Francia. Gli scacchi sono un gioco antichissimo, probabilmente nato in Persia, che contribuisce ad allenare il cervello, favorisce lo sviluppo dell’intelletto e produce un miglioramento del rendimento scolastico. A questo proposito, secondo uno studio condotto in Germania, nei bambini che giocano a scacchi in modo regolare è stato notato un miglioramento del rendimento scolastico pari al 17%.

Il gioco degli scacchi consente anche di rallentare l’invecchiamento cerebrale e ostacolare l’insorgere di patologie come l’Alzheimer. Inoltre, è particolarmente indicato nella gestione di bambini superdotati, affetti da iperattività, sindrome di Asperger, autismo o sindrome di Down.

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Gli scacchi in Italia

Per quanto riguarda la pratica degli scacchi in Italia, nel 2008, il Ministero dell’Istruzione e la Federazione Scacchistica ha redatto un protocollo destinato a introdurre gli scacchi nelle scuole, rendendoli a tutti gli effetti una disciplina scolastica. Nel 2013, il protocollo è stato arricchito da una risoluzione con la quale il governo italiano dichiarava il proprio impegno nella diffusione della disciplina sportiva in ambito didattico e nell’erogazione di risorse indirizzate a tutti gli istituti che avrebbero aderito all’iniziativa. Attualmente, tuttavia, gli scacchi continuano a configurarsi esclusivamente come un’attività facoltativa.

Bambini e scacchi: i benefici della disciplina sportiva

Gli scacchi non sono soltanto un gioco molto antico ma sono anche una disciplina sportiva, ufficialmente riconosciuta dalla Coni. Le capacità pedagogiche dello sport accompagno il bambino di età scolare nel suo percorso di crescita, aiutandolo a conseguire in modo più semplice obiettivi fondamentali relativi alla propria personalità, allo sviluppo mentale e al comportamento sociale.

Tra i principali benefici che derivano dal gioco degli scacchi in ambito pedagogici si può fare riferimento principalmente a fattori come:

  1. capacità logiche, in quanto gli scacchi stimolano il cosiddetto problem solving;
  2. concentrazione, al fine di valutare sempre al meglio i vari parametri che determinano le sorti della partita;
  3. accettazione delle regole, poiché le partite seguono un regolamento molto preciso concepito all’insegna della correttezza e della lealtà;
  4. autostima, grazie alla capacità del bambino di ricorrere alle proprie risorse intellettive per creare strategie;
  5. senso di responsabilità, scaturito dalla necessità di prendere decisioni – mossa dopo mossa – che decreteranno le sorti della partita;
  6. autocontrollo, in quanto stare seduti e concentrati per un lungo periodo mentre si svolge un’unica attività impone al bambino di maturare un solido controllo sul proprio corpo e sulle proprie emozioni;
  7. pazienza, fondamentale per riflettere, rielaborare le mosse già fatte e ideare nuove tattiche di gioco;
  8. memoria, poiché ricordare il numero più alto possibile di mosse giocate consente al bambino di migliorare progressivamente;
  9. coordinazione, infatti ogni pezzo del gioco si muove sulla scacchiera in modi differenti e ciò permette al bambino di sviluppare abilità spaziali e coordinazione oculo-motoria;
  10. creatività, indispensabile per elaborare sempre nuovi metodi di attacco o di difesa e per potenziare capacità intuitive nel tentativo di prevedere le mosse dell’avversario.

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Scritto da Ilaria Minucci
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