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Lallazione del bambino: come stimolarla in maniera efficace

La lallazione consiste in una fase di transizione dello sviluppo fisiologico linguistico del neonato. Vediamo come incoraggiarla.

La lallazione consiste in una fase di transizione essenziale, tipica dell’età neonatale. Essa inizia con la lallazione canonica. Con tale denominazione si indica il periodo durante il quale il lattante può emettere suoni, ma non possiede ancora l’uso del linguaggio e dunque non riesce a comporre parole di senso compiuto. Tuttavia, la sua voce comincia ad articolarsi in sillabe, come ‘MA-MA’, ‘LA-LA’ o ‘PA-PA’.

Proprio per tale ragione, spesso i genitori pensano che il proprio figlio li stia chiamando. In realtà, il piccolo non può ancora attribuire un senso ai suoni emessi. Questa prima parte è sempre seguita, in maniera consequenziale e dopo alcuni mesi, dalla lallazione variata. Di solito il bambino comincia il primo percorso tra il sesto e il settimo mese, ma questa tappa può variare sensibilmente tra i quattro e i dieci mesi. Per tale ragione, non occorre preoccuparsi se la lallazione canonica giunge dopo e si prolunga più del previsto.

Come stimolare la lallazione

La lallazione è un fenomeno che può essere stimolato, nel neonato, da parte degli adulti e, soprattutto, dei genitori. Esistono dei metodi per favorire questo evento. Considerate che, in contemporanea, si sviluppano nel neonato anche altre abilità. Quella di battere ritmicamente gli oggetti con le mani che intensifica, ovviamente, il senso del ritmo, è correlata con lo sviluppo fisiologico linguistico. Inoltre, in questo periodo il bambino inizia a percepire se stesso come distinto dagli altri, il che gli consente di passare da una comunicazione non intenzionale a una intenzionale.

Inoltre, impara a captare il significato emotivo delle conservazioni adulte e a esprimere le proprie emozioni (rabbia, gioia, tristezza, paura ecc.) attraverso la voce. Infine, si diverte a provocare reazioni nell’ambiente circostante.

Uno degli esercizi per stimolare la lallazione del bambino è quello di insegnargli a eseguire azioni semplici, seguendo le vostre istruzioni. Tali istruzioni dovrebbero incoraggiarlo a interagire con il mondo circostante. Potete ad esempio dirgli ‘abbraccia la mamma’ o ‘abbraccia il papà’ abbracciando voi stessi l’altro genitori per fargli capire in cosa consiste l’azione che state descrivendo. Non scoraggiatevi se le prime volte il piccolo non capirà o comunque non sarà reattivo. Dal momento in cui si renderà conto di possedere le abilità necessarie a emulare quell’azione, sarà desideroso di provarci. Inoltre, dovreste assegnare agli oggetti i propri nomi. Nella fase della lallazione, infatti, i lattanti incrementano anche la propria curiosità nei confronti del mondo circostante. Abituatevi dunque a indicare gli oggetti che fanno parte del suo mondo, ripetendo più volte i loro nomi. Il piccolo cercherà di riprodurre proprio quei suoni, sviluppano le proprie abilità comunicative.

Come stimolare la lallazione

La maggior parte degli esercizi che si propongono come obiettivo quello di stimolare la lallazione si basano, come si può intuire, sull’utilizzo della voce. Si consiglia di parlare sempre ai propri bambini, sin dalla nascita. Fatelo guardandoli, in modo che possano rendersi conto che quella che state compiendo è un’attività comunicativa destinata a loro. Potete parlare loro in qualsiasi momento: mentre li allattate, mentre li cambiate, mentre li tenete in braccio. Parlate di qualsiasi cosa, e alternate discorsi di senso compiuto a semplici vocalizzi. Inoltre, soprattutto quando entrano nella fase della lallazione, potete variare gli impieghi della vostra voce. Acquistate libri per bambini e leggeteli ad alta voce a vostro figlio e cantate spesso per lei o lui. Inoltre, quando il bambino comincia a lallare, cercate di ripetere i suoi suoni. Questo gli farà comprendere che gli state dedicando tutta la vostra attenzione. In questo modo, per attirare ulteriormente l’interesse dei genitori, il bambino emetterà ancora più suoni.

Inoltre, potete provare a introdurre nuovi versi. Ciò significa che, quando il bambino emette un vocalizzo, dovreste rispondere con sillabe simili ma variate. Inoltre, parlate in modo semplice e lentamente, dando al piccolo la possibilità di leggere anche il vostro labiale. Rallenta il ritmo con il quale parli e impegnati in discorsi semplici e poco articolati, scandendo bene le parole.

Errori da evitare

Esistono infine alcuni errori, frequentemente compiuti da parte dei genitori, ma che sono assolutamente da evitare, a maggior ragione se ci troviamo di fronte a bambini che presentano ritardi nel linguaggio. Il principale consiste nel chiedere con insistenza di ripetere una parola a un bimbo che non riesce a farlo. Il continuo fallimento, infatti, contribuirà soltanto a scoraggiarlo ulteriormente, risultando controproducente. Evitate inoltre di parlare esplicitamente di fronte al piccolo delle sue difficoltà, così come qualsiasi altra situazione che potrebbe farlo sentire colpevolizzato. Non commentate negativamente gli insuccessi del bambino e, ancora a maggior ragione, non sgridatelo assolutamente e non rivolgetevi a lui o lei con esortazioni del tipo “dai, sai dirlo”. Infine, evitate di fingere di non capire per spingere i bambini a fare meglio. In quel momento, solo stanno già compiendo uno sforzo comunicativo con tutte le loro potenzialità.

Scritto da marafallini
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