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Coliche nei neonati: cause, sintomi e rimedi

Analizziamo quali sono le cause più comuni, i sintomi tipici ed i possibili rimedi a quelle fastidiose coliche che colpiscono i nostri bambini.

Le coliche sono una condizione frequente e comune in molti neonati e bambini. Nel nostro articolo oggi analizziamo le forme diverse, le possibili cause ed i rimedi più efficaci.

Calcoli renali

Molto simili ad un pezzo di materiale solido, i calcoli renali hanno origine nel tratto urinario quando le sostanze contenute nell’urina si concentrano in livelli elevati. Le sostanze che compongono l’urina sono l’ossalato di potassio, il calcio, il magnesio ed il fosforo. I calcoli renali possono insorgere all’improvviso o formarsi lentamente nel tempo, provocando dolori intensi e severi. Il bambino che soffre di calcoli renali ha maggiori probabilità rispetto ad ogni altro di soffrire della stessa condizione anche a distanza di tempo, nel futuro.

Analizziamo nel dettaglio le quattro tipologie di calcoli renali:

  • Calcio: la stessa condizione può avere due forme diverse, la prima si riferisce all’ossalato di calcio e la seconda al fosfato di calcio;
  • Acido urico solidificato: che insorge quando la sostanza è concentrata nelle urine in quantità elevate. Solitamente, questa forma di calcolo renale insorge quando il paziente segue un regime alimentare ricco di proteine animali;
  • Cistina: conseguenza di una condizione genetica. Questa forma di calcolo solitamente si verifica quando livelli elevati di cistina fuoriescono dai reni e defluiscono nell’urina;
  • Struvite: tipica dei soggetti che sviluppano frequenti infezioni del tratto urinario.

Alcuni comportamenti o atteggiamenti dell’individuo possono verosimilmente dare origine ai calcoli renali. Ma non solo. Il bambino rischia di soffrire di calcoli renali quando uno o più di uno dei fattori evidenziati nel paragrafo che segue si presentano:

  • Famigliarità;
  • Poca idratazione durante il giorno e lunghi periodi di disidratazione;
  • Dieta ricca di sodio e proteine di origine animale;
  • Obesità;
  • Infezioni frequenti al tratto urinario;
  • Malformazioni del tratto urinario;
  • Esercizio fisico scarso o assente;
  • Terapia a base di determinati farmaci.

Ai fattori più comuni, associati all’insorgenza dei calcoli renali, si affiancano poi delle condizioni specifiche. Vediamo più in dettaglio.

Fibrosi cistica: un malassorbimento da parte dell’intestino ed una serie di altri fattori concomitanti possono favorire concentrazioni elevate di ossalato di potassio, provocando dunque la comparsa di calcoli renali.

Infiammazione dell’intestino: una patologia che provoca un malfunzionamento dell’intestino, favorendo, tra le altre cose, una concentrazione elevata di ossalato di potassio nel tratto urinario. Inoltre, i bambini che si sono sottoposti alla rimozione parziale dell’intestino sono soggetti a dei periodi di disidratazione. Come detto prima, la disidratazione favorisce l’insorgenza dei calcoli renali.

Attacchi epilettici: in questo caso, più che la condizione in sé, i rischi di sviluppare dei calcoli ai reni sono associati all’assunzione di farmaci e dieta antiepilessia.

Ipercalciuria, cistinuria e iperossaluria: condizioni che favoriscono una concentrazione elevata dei livelli di cistina, calcio e ossalato di potassio nelle urine, provocando come conseguenza un aumento dei rischi di sviluppare dei calcoli ai reni.

Le condizioni ed i fattori che possono portare ad un aumento del rischio di sviluppare dei calcoli ai reni sono diverse e molte di queste possono persino avere origine genetica. La vescica neurogica, ad esempio, tipica negli individui affetti da spina bifida ed altre forme di distrofia muscolare, favorisce non solo l’insorgenza di ripetute infiammazioni ed infezioni del tratto urinario, ma anche dei calcoli renali.

Coliche neonato

Quando portiamo finalmente a casa il nostro neonato, passiamo i primi giorni a meravigliarci di fronte a questo nostro capolavoro. Dopo poche settimane, all’improvviso, il nostro bambino è come se si trasformasse, piangendo ed urlando inconsolabilmente. Beh, direte voi … ogni neonato piange, questa è la sua unica forma di comunicare con l’ambiente circostante ed il nostro compito, in quanto bravi genitori, è quello di rispondere ai suoi bisogni e le sue esigenze. In realtà, dovreste studiare il pianto di vostro figlio, poiché quando questo insorge in maniera improvvisa e senza una ragione apparente, la maggior parte delle volte, potrebbe trattarsi di una colica.

La colica non è una vera malattia e non ha bisogno di una diagnosi, poiché è semplicemente una serie di atteggiamenti di natura incomprensibile. Non tutti i bambini soffrono di coliche, sebbene la condizione sia piuttosto comune, sia nei bambini che vengono allattati al seno che in quelli che vengono allattati con il latte artificiale. Le coliche solitamente si manifestano di notte e possono durare qualche ora. Tuttavia, non vi è un rimedio o una terapia medica da seguire. Infatti, solo il passare delle ore guarisce il vostro bambino, concedendogli finalmente la quiete e la serenità che merita.

Generalmente, il vostro pediatra vi parlerà di coliche nel neonato se:

  • vostro figlio piange ininterrottamente per almeno tre ore di fila (e tutte le volte che la colica si presenta);
  • il piccolo manifesta questo pianto in maniera stabile, per almeno tre volte alla settimana;
  • se questa condizione persiste per almeno tre settimane di fila.

Ovviamente, queste sono solo delle situazioni tipiche. Ogni bambino è un caso a sé, per cui il periodo in questione potrebbe durare pochi giorni o più di tre settimane, il pianto potrebbe durare anche più di tre ore e le coliche potrebbero presentarsi per più di tre volte alla settimana. Purtroppo, stabilire una durata certa è complesso, se non impossibile. La bella notizia, ad ogni modo, è che la colica è una condizione reversibile e non dura per tutta la vita! Nei neonati, generalmente, queste iniziano a manifestarsi intorno alla sesta settimana di vita ed iniziano a scomparire gradualmente intorno alla decima e dodicesima settimana. Nei neonati prematuri questo fenomeno inizia ad affievolirsi, improvvisamente o poco alla volta, già al terzo mese.

Il vero problema, in questo caso, sembrerebbe non essere la colica in sé, ma la preoccupazione, spesso eccessiva ed inutile, del genitore, oltre che la sua mancata pazienza. Questa situazione può avere delle ripercussioni sullo stato emotivo di mamma e papà, i quali rischiano di sviluppare problemi di ansia, depressione, stanchezza e stress. Il consiglio in questo caso è di non isolarsi, ma continuare a frequentare altri adulti e fare la solita vita, comprese le passeggiate al parco con il piccolo. E’ importante, inoltre, individuare una persona di fiducia, come una nonna o un’altra parente, che possano occuparsi per qualche ora del bambino quando la situazione diventa più caotica, in modo che la mamma possa riposarsi e recuperare le energie prima di tornare al suo ruolo.

Colica addominale

Nel neonato le coliche addominali, di norma, insorgono dopo i primi giorni di vita e possono manifestarsi fino ai tre mesi successivi. Sebbene nessun studio abbia saputo dimostrare con certezza la causa all’origine di una colica addominale, è risaputo che queste provocano una contrazione improvvisa e severa dell’intestino, responsabile dunque del dolore avvertito dal neonato. Le coliche addominali sono più frequenti nel tardo pomeriggio e la sera, dopo la poppata, e sono spesso accompagnate da pianti e lamenti disperati ed inconsolabili, spasmi delle gambe, irritabilità generale e flatulenza. Cullare il bambino o dargli il ciuccio possono essere alcuni degli approcci che ogni genitore può tentare per consolare o calmare il suo bambino. Nell’eventualità in cui la colica addominale dovesse anche essere accompagnata da febbre o perdita improvvisa di peso, consultate il vostro pediatra di fiducia il prima possibile, così da indagare sulle cause probabili alla base del problema.

Il pianto è l’unica possibilità che i genitori hanno per capire se il bambino è affetto da colica addominale o meno. Come stabilito anche dai medici, infatti, i bambini affetti da coliche addominali presentano lamenti e pianti ininterrotti ed inconsolabili.

Coliche renali sintomi

Quando i calcoli passano nell’uretere, dando origine prima ad una dilatazione e poi ad una serie di spasmi, siamo in prsenza di una colica renale. Le coliche renali possono insorgere in maniera improvvisa, provocando dolori severi che si irradiano dalla pancia lungo l’inguine e/o i genitali. Il dolore può essere intenso al punto che il bambino fa fatica a trovare una posizione comoda. I sintomi possono essere diversi e provocare:

  • dolore durante la minzione;
  • passaggio di sangue nelle urine;
  • senso di nausea e/o vomito;
  • bisogno frequente o impellente di urinare;
  • infezioni continue e persistenti del tratto urinario.

Colica renale quanto dura

Difficile stabilire con certezza la durata di una colica renale, poiché molto dipende dall’area colpita dal dolore e dallo stato di salute generale del paziente. Tuttavia, è possibile mettere in atto azioni preventive. Chi soffre di calcoli renali dovrebbe bere molta acqua e mantenersi costantemente idratato. La presenza di fluidi, infatti, mantiene pulito il tratto urinario e, di conseguenza, un tratto urinario pulito ostacola la formazione dei calcoli. Ad ogni modo, ogni genitore dovrebbe contattare tempestivamente il proprio pediatra di fiducia, così che possa organizzare un esame sulla raccolta delle urine, capire di quale forma di calcolo renale il piccolo è affetto e stabilire una terapia mirata ed efficace.

Dolori ai reni come riconoscerli

Siamo quasi giunti alla conclusione di questo nostro lungo e dettagliato articolo. Dopo aver studiato la colica nel neonato, il dolore addominale, il calcolo e la colica renale, ci domandiamo: come riconoscere che si è affetti da un dolore ai reni? Parlando in questo caso di bambini molto piccoli, è improbabile che questi sappiano dire a voi genitori cosa provano esattamente. Tuttavia, nel caso dovesse manifestarsi anche una sola delle condizioni menzionate nei paragrafi precedenti, nel caso voi doveste essere preoccupati per qualunque ragione, non esitate a fissare un appuntamento con il vostro pediatra di fiducia. Questi, dopo aver esaminato la situazione generale, potrà chiedervi di sottoporre il vostro bambino ad esami diagnostici e strumentali specifici.

In generale, riconoscere un dolore ai reni è semplicissimo, perché questo si avverte nella regione lombare, sia sul fianco destro che su quello sinistro. Quando il dolore è lieve e temporaneo e, naturalmente, quando compare una sola volta, non è il caso di allarmarsi. In linea di massima, i sintomi variano da paziente in paziente. Questi nascono nella regione lombare, ma possono irradiarsi fino all’ombelico, i testicoli nel maschio e le grandi labbra nella femmina.

In ogni caso, si ricorda ai genitori di non entrare subito nel panico. Nella maggior parte dei casi, infatti, il dolore ai reni non è di origine patologica. Il vostro medico di fiducia saprà certamente quale percorso terapeutico intraprendere ai fini della guarigione ed uno stile di vita decisamente ottimale.

Scritto da Ilaria
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