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Sindrome di Kawasaki: sintomi e come riconoscerla

La sindrome di Kawasaki è una patologia rara che si manifesta con diversi sintomi, ma tutti caratterizzati da un'alta infiammazione. Bisogna saperla riconoscere, soprattutto in questo momento.

Nel mese di maggio è stato registrato a Bergamo un alto numero di pazienti con dei sintomi simili a quelli della sindrome di Kawasaki. L’ospedale Papa Giovanni XXIII ha subito pensato ad una correlazione tra questa malattia e il COVID 19, dato che l’infiammazione è proprio uno dei sintomi che hanno in comune, soprattutto nei bambini. Si sta diffondendo sempre di più la vasculite, cioè un’infiammazione dei vasi sanguigni. Il problema è che questi sintomi assomigliano moltissimo alla patologia rara di Kawasaki quindi, probabilmente c’è un collegamento con il virus COVID-19. Ma come si fa a riconoscere i sintomi della sindrome di Kawasaki?

Sindrome di Kawasaki: cos’è

La sindrome di Kawasaki è una patologia molto rara che si manifesta come vasculite, ossia un’infiammazione dei vasi sanguigni che si manifesta soprattutto nei neonati e nei bambini. Questa malattia interessa soprattutto le arterie e nel 20% dei casi, ossia dei pazienti non trattati, può coinvolgere anche le arterie coronarie. Nonostante tutti gli studi fatti negli anni, l’origine della malattia di Kawasaki è sconosciuta, ma i sintomi suggeriscono che questa potrebbe essere già intrinseca nella genetica dei pazienti.

I sintomi

Le manifestazioni più frequenti della sindrome di Kawasaki appaiono nei bambini con età inferiore ai 5 anni e comprendono febbre alta e costante, di almeno cinque giorni e superiore a 39°, dolore addominale di tipo colico, irritabilità. Nella maggior parte dei casi, la malattia di Kawasaki si riconosce da una congestione delle mucose congiuntivali, con occhi fortemente arrossati e una lingua a fragola.

Quest’ultimo sintomo, insieme alla secchezza delle labbra, è il sintomo più riconosciuto che conduce alla malattia di Kawasaki. Col termine “lingua a fragola” si intende una lingua caratterizzata da papille gustative rilevate, simili a delle bollicine sulla lingua, la quale appare molto arrossata.

Sindrome di Kawasaki e COVID-19: come riconoscerla

Nel mese di marzo, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha diagnosticato per la prima volta la sindrome di Kawasaki ad un bambino arrivato in pronto soccorso, ma da quel giorno i casi sono diventati oltre 2o. Lucio Verdoni, pediatria dell’ospedale, è stato il primo ad accorgersi che probabilmente c’è una correlazione tra il COVID-19 e la sindrome di Kawasaki. Fortunatamente però, i bambini rispondono bene alle terapie.

I medici affermano che la sindrome di Kawasaki, associata al Coronavirus, risulta più aggravata rispetto al normale. In particolare, i bambini hanno spesso un’infezione del cuore chiamata miocardite. Dunque, manifestano una specie di “superinfiammazione”. I pediatri raccomandano i genitori di non aver paura di recarsi in pronto soccorso se i sintomi spia nei bambini sono:

  • Febbre sopra 38,5°C per 5 giorni senza mai scendere;
  • Congiuntivite;
  • Linfonodi del collo ingrossati;
  • Gonfiore sul dorso delle mani e piedi;
  • Labbra e lingua ingrossate;
  • Macchie sul corpo.

La sindrome di Kawasaki nei bambini è curabile. I pediatri raccomandano di iniziare il prima possibile la terapia, senza stare a perdere tempo chiamando il proprio medico di famiglia.

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