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Riconoscere le emozioni di un bambino non lo renderà un debole

La società ci impone di insegnargli a evitarle o a nasconderle. Tutto ciò è semplicemente sbagliato, oltre ad essere terribilmente pericoloso per la sua salute emotiva.

Riconoscere le emozioni di un bambino è di estrema importanza. “Solo le ragazze piangono!” “Smettila di fare il fifone!”. Questi sono messaggi comuni che i nostri ragazzi ricevono quando mostrano emozioni come la paura e la tristezza. Ai ragazzi viene insegnato fin da piccoli che provare queste emozioni è qualcosa di cui devono vergognarsi e che avere emozioni forti o mostrarle li rende meno virili. Invece di convalidare le emozioni di nostro figlio, la società ci impone di insegnargli a evitarle o a nasconderle.

Tutto ciò è semplicemente sbagliato, oltre ad essere terribilmente pericoloso per la salute emotiva dei nostri bambini. Ecco tutto ciò che dovreste sapere in merito.

Il problema delle emozioni

Esistono sei emozioni universali: tristezza, disgusto, paura, felicità, rabbia e sorpresa. Ciò che le rende universali è che, a prescindere dalla cultura, dall’educazione o dal tipo di personalità, solo due emozioni possono essere considerate positive: la felicità e la sorpresa. Ma tutti sappiamo che le sorprese possono essere meravigliose o terribili.

riconoscere le emozioni di un bambino

Le emozioni (anche se a volte sono sgradevoli e poco piacevoli) possono dirci molte cose diverse. Si manifestano in risposta agli stimoli o alle “cose” che accadono intorno a noi e ci aiutano a tenerci al sicuro o ad avvertirci di bisogni non soddisfatti. Alcune emozioni possono provocare risposte fisiche significative e talvolta spiacevoli, come sudori freddi, muscoli tesi, lacrime, ecc. Questo ci dice che è meglio prestare attenzione a cose importanti nel nostro ambiente, cose che dobbiamo notare, cambiare, risolvere o capire.

Riconoscere le emozioni di un bambino non lo renderà un debole

No! Solo perché non insegniamo ai nostri ragazzi cosa si prova a essere tristi (o ad avere paura) e come esprimerla, non significa che non la proveranno. Un’emozione non è qualcosa che si può controllare. È automatica e si manifesta in risposta all’ambiente e ai nostri bisogni. Quindi essere triste o spaventato non fa di vostro figlio un rammollito. E la convalida delle emozioni di vostro figlio lo aiuterà a gestire i suoi sentimenti in modo sano.

Quando ci concentriamo solo sulla rabbia o non li convalidiamo e sosteniamo quando si sentono spaventati o tristi, priviamo i nostri ragazzi della possibilità di soddisfare i loro bisogni. Questo può portare a confusione, frustrazione e ancora più paura, perché non sentono che il mondo è sicuro e non hanno fiducia che gli altri possano soddisfare i loro bisogni. E se non li aiutiamo a comprendere le loro esperienze interne, possono sentirsi molto angosciati. Tutto ciò che sentono sono le sensazioni che provano nel loro corpo, senza alcun contesto sul motivo per cui stanno accadendo o su come aiutarsi a gestirle.

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Scritto da Stefania Netti
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