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Placenta previa: cosa bisogna sapere per non rischiare

Si parla di placenta previa quando questa non è locata in una posizione corretta. E' un qualcosa di piuttosto grave. Vediamo di che si tratta.

Che cosa si intende per placenta previa e cosa bisogna sapere per non rischiare? Conosciamo meglio questa sintomatologia e vediamo quali sono le cause, come si fa ad attuare una corretta diagnosi e i rischi ad essa collegati.

Tipi di placenta

Esistono diversi tipi di placenta ma, prima di andare a descriverli, è opportuno capire di cosa si sta parlando. Che cos’è, intanto, la placenta? E’ un organo che serve agli scambi metabolici tra la madre e il feto, durante la gravidanza. E’ divisa in due parti: una materna, chiamata anche decidua basale e una fetale, che si sviluppa dalla blastocisti che forma il feto. In sostanza, è l’organo di comunicazione tra mamma e feto: serve per l’assorbimento dei nutrienti, per l’eliminazione dei rifiuti, per combattere eventuali infezioni interne e per produrre gli ormoni tali allo sviluppo della gravidanza. Fornisce ossigeno e sostanze nutritive al feto, andando anche a rimuovere i rifiuti dal sangue di esso.

Più nel dettaglio, la placenta nutre il feto, favorisce il passaggio degli anticorpi. Va ad impedire quello di molti agenti patogeni, anche se non tutti. Purtroppo, alcuni agenti patogeni, come quello della rosolia, può attraversare la placenta e arrivare al bambino. In ogni caso, le sostanze dannose per il feto vengono ostacolate nella sua quasi totalità.

Vi passano, però, la caffeina, l’alcool, la nicotina, le droghe e vari tipi di farmaci. Produce, inoltre, il progesterone, gli estrogeni e la prolattina. La placenta, in sostanza, funge da vari tipi di organi per il feto. Funziona, da polmone, grazie al ricambio di ossigeno e anidride carbonica, da rene, perché regola i liquidi corporei.

Non solo: funziona da apparato digerente, perché offre al feto glucosio, acqua, sali minerali, trigliceridi e vitamine. Funziona anche da sistema immunitario, come abbiamo già visto, e da barriera protettiva, per bloccare le eventuali sostanze tossiche per il bambino.

La placenta può crescere in ogni posizione dell’utero. Al termine della gravidanza, questa si presenta con determinate caratteristiche. Ha una forma a disco ed è di colore rosso e blu. Ha un diametro che misura tra i 15 e i 22 cm. Lo spessore è di 2 o 4 cm e pesa circa 500-600 g, ovvero il 15% del peso del neonato. Dopo quindici o venti minuti dalla nascita del bambino, a questo proposito avviene il secondamento. Si tratta dell’espulsione da parte della madre in modo naturale della placenta.

Placenta previa

Si parla di placenta previa quando questa si trova in una posizione leggermente differente rispetto a quella in cui dovrebbe essere. In genere, infatti, questa dovrebbe avere il lembo inferiore a circa 3 cm dal bordo dell’orifizio uterino interno dell’utero.

Se, però, questa si trova in corrispondenza del segmento inferiore dell’utero, allora si parla di placenta previa. Fino alla trentesima settimana, però, non si può parlare correttamente di placenta previa. In ogni caso, si tratta di una condizione piuttosto comune. Si stima, infatti, che vi sia una previa ogni 100 o 200 gravidanze. In genere si manifesta di più tra le pluripare. Solo nel 5% dei casi sono presenti malformazioni fetali. La placenta previa si può, in ogni caso, verificare anche in più gravidanze.

Cosa significa previa

Vediamo, intanto, che cosa significa previa. Abbiamo visto che una previa si colloca in una posizione leggermente differente da quella originale. In ogni caso, esistono anche diversi tipi di placenta previa. Possiamo, infatti, essere in presenza di una previa laterale, marginale, parziale o totale. Che differenza intercorre tra tutti questi tipi?

La placenta previa laterale si ha quando la maggior parte di essa si trova nella zona superiore dell’utero. Il suo margine inferiore, però, non riesce a raggiungere il contorno dell’orifizio del canale cervicale. La sua inserzione è quindi parziale. Si tratta della forma meno grave e forse più comune di tutti.

La marginale, invece, si ha quando il margine inferiore riesce a raggiungere il contorno dell’orifizio interno del canale cervicale, ma non lo ricopre. Siamo in presenza, invece, di una previa parziale se questa ricopre il sopracitato orifizio quando non è ancora dilatato. Nel momento in cui avviene la dilatazione, la placenta ne chiude solo una parte. E’ una previa totale, invece, se la placenta chiude il canale cervicale anche quando la dilatazione è completa.

La placenta previa, assieme al distacco di placenta, è una delle situazioni più pericolose, in quanto può essere causa di emorragia antepartum, una delle principali ragioni di morte materna e fetale. Per emorragia antepartum si considera le perdite vaginali che si verificano a partire dalla ventiquattresime settimana di gravidanza in poi. Nel caso di distacco di placenta, più la gravidanza è avanzata, maggiori sono i rischi e la gravità delle conseguenze per la mamma e per il feto.

Cause

Cerchiamo di scoprire, adesso, quali sono le cause più frequenti di placenta previa. In realtà, più che vere e proprie cause, vi sono dei fattori di rischio che ne favoriscono l’insorgenza. Tra questi si segnalano l’età avanzata della madre (circa 35-40 anni o più), episodi precedenti di placenta previa, precedenti interventi chirurgici all’utero, come parto cesareo o fibroma uterino.

Anche la forma anomala dell’utero può apportare questa condizione, così come il fumo e l’uso di droghe, sopratutto durante la gravidanza. Infine, anche casi di precedenti aborti spontanei o indotti la possono provocare, così come la gravidanza multipla, che provoca ampliamento della placenta, che va così ad invadere la cervice.

Diagnosi

Come si fa ad effettuare una diagnosi di placenta previa? E’ il ginecologo che, in genere, dopo un controllo medico, può dire se si è in presenza di questa particolarità anatomica oppure no. Tra i sintomi più comuni, vi ritroviamo la perdita di sangue vaginale, dopo la ventiquattresima-ventottesima settimana. Oltre a ciò, si possono avere dolore, contrazioni uterine e feto in posizione obliqua o trasversale.

L’insorgenza del sangue, in tali casi, è improvvisa e intermittente, ovvero si stoppa per qualche giorno prima di riprendere. La quantità di sangue persa è variabile: a volte è ingente, a volte è piccola. Se si avverte particolare dolore, potrebbe essersi verificato un distacco di placenta: ciò si verifica assieme alla previa del 10% dei casi.

Le contrazioni uterine, invece, compaiono circa nel 25% dei casi e sono molto simili a quelle che si verificano in caso di travaglio. In genere durano qualche giorno. Il feto in posizione errata, tipo trasversa o obliqua, è tipico in tal caso di oltre il 15%.

Il medico, in sede ginecologica, andrà ad indagare sulle cause del sanguinamento. Dovrà, quindi, cercare di capire a che settimana l’emorragia si è verificata, di che colore è il sangue e se è intermittente o meno. Vengono eseguiti anche esami all’addome, per vedere la consistenza dell’utero, mentre si cerca di evitare quelli vaginali, perché potrebbero peggiorare l’emorragia. Infine, possibile il considerare la manovra di Leopold, per cercare di capire l’orientamento del feto nel grembo materno.

Esistono delle misure di prevenzione. Vi rientrano il non fumare, non abusare dell’alcol, non fare uso di droghe. Si tratta, quindi, di limitare tutti i fattori di rischio che possono apportare tali tipi di problematiche.

Rischi

Quali sono i rischi di una placenta previa? Uno di questi è, appunto, l’emorragia. In tali condizioni, la paziente dovrà essere subito ricoverata in ospedale, dove avverrà un cesareo o un parto naturale, se l’emorragia non si arresta. In ogni caso, se si dovesse arrestare l’emorragia, la gestante dovrà essere tenuta sotto controllo medico per la restante durata della gravidanza.

Nonostante la presenza di placenta previa sia una patologia piuttosto grave, grazie ai progressi della medicina, i rischi sono molto diminuiti rispetto al passato per ciò che riguarda la donna. Il feto, invece, ha ancora pericoli. Questi possono riguardare la nascita in modo prematuro o la presenza di insufficiente apporto di ossigeno in caso di distacco placentare.

Non esiste una vera e propria terapia. Non ci sono, infatti, farmaci che possono essere assunti in questo caso. Si deve cercare di portare a termine la gravidanza senza complicazioni. Nei casi più gravi, si andrà a cercare di salvare la vita a madre e feto. Il medico deciderà come agire. Se la placenta previa è nelle posizioni meno gravi, si potrà procedere anche con un parto vaginale. E’ chiaro che, però, anche se la condizione non è grave ma il sangue è molto, si andrà ad eseguire il cesareo. Se la placenta è di grado più grave, si va sempre ad effettuare il cesareo. Vale, infatti, una regola precisa. Se questa è messa a meno di 2 cm dall’apertura della cervice, il cesareo sarà l’unica soluzione.

Esistono dei casi in cui l’emorragia è assente. In tal caso, la paziente non verrà ricoverata. Dovrà, però, attenersi ad alcune raccomandazioni. Queste saranno di stare a riposo, evitare rapporti sessuali e attività fisica. Se le cose, poi, rimarranno tali, si aspetterà la conclusione della gravidanza. La donna potrà anche avere altre gravidanze, a patto di non aver avuto isterectomia. Tuttavia, sarà il ginecologo che dovrà dare l’assenso in questi casi. Il bambino che nasce da una donna con tale problematica, è maggiormente soggetto a sviluppare la sindrome della morte improvvisa infantile. Vi possono, inoltre, essere casi di malformazioni, ritardo di crescita, ritardi nello sviluppo neurologico.

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