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Capricci: come gestirli per educare i bambini

I capricci dei bambini possono essere affrontati imponendo delle regole ben precise da far rispettare.

I capricci vengono utilizzati dai bambini per disobbedire a una regola o a un divieto imposto dagli adulti. Generalmente, i capricci si verificano in una fase che va dai gli uno ai tre anni del bambino; è un momento in cui il piccolo dà il meglio di sé con pianti e urla strazianti, sfidando il genitore per ogni sciocchezza. Sono situazioni che mettono a dura prova la pazienza dei genitori, ma i capricci accompagnano, quasi inevitabilmente, i bambini nella loro crescita.

Insomma, è cosa molto comune, per un bambino, quella di iniziare a disperarsi di fronte a un “NO” categorico dei genitori. Cosa fare se il bambino fa i capricci? Ecco alcuni consigli utili.

Capricci perché

Di solito, quando un bambino di un anno inizia a piangere, i suoi capricci non mirano ad opporsi o a contestare una decisione dei genitori. Anzi, attraverso il pianto è come se stessero chiedendo loro un aiuto; non sapendo esprimersi in altro modo, il bimbo ricorrerà alle lacrime e alle urla per avere supporto in un momento di difficoltà.

A partire dai 3 anni, i bambini iniziano a capire che forse i capricci sono il mezzo ideale per essere sempre al centro dell’attenzione dei loro genitori. Molti diventano dei capricciosi di prima categoria, rifiutandosi di fare tutto quello che gli viene detto.

I genitori amano incondizionatamente i loro figli, inutile negarlo. Tuttavia, spesso è molto difficile dover affrontare i loro continui capricci. Se si analizzano con un occhio “sociologico”, i capricci di un bambino possono esser visti anche come una sua volontà di rivendicare la propria indipendenza, mostrando il suo desiderio di affermare la sua personalità in famiglia e nell’ambiente che lo circonda. I cosiddetti “piagnistei” sembrano essere un punto fondamentale nella crescita e nello sviluppo del carattere del bambino.

Risulta molto difficile stabilire fino a quale età i capricci siano da ritenere “normali e giustificabili”; di solito, oltre i quattro – cinque anni del bambino, somigliano più a sintomi di maleducazione, in quanto dovrebbe essere giunta la fase della ragionevolezza.

Metodi educativi

Non possiamo darvi il rimedio universale per “sconfiggere” i capricci dei vostri figli, ma possiamo suggerirvi alcuni spunti per evitare situazioni di pianti infiniti. Per far questo, è bene fissare delle regole chiare e semplici e, quando richiesto, mostrarsi col “pugno di ferro” di fronte alle lamentele dei più piccoli. Bisogna mostrarsi fermi nelle proprie decisioni; quando capirà che il genitore non cambierà idea così facilmente, il bambino capirà anche l’inutilità di lamentarsi. È solo l’assenza di regole che porta i piccoli a disubbidire e a comportarsi in modo a dir poco esagerato, buttandosi a terra o tirando calci alle cose.

Mostrarsi intransigente è fermo nelle proprie decisioni è l’atteggiamento che ogni genitore deve assumere di fronte ai capricci del proprio figlio. Rimarrete stupiti da come i vostri figli “non”-reagiranno più di fronte alla vostra fermezza.

Non bisogna preoccuparsi nei casi in cui il bambino entri nella fase del cosiddetto “spasmo affettivo” dopo un capriccio particolarmente intenso. Il viso potrebbe diventare bluastro a causa della momentanea diminuzione di ossigeno al cervello, unito a lievi contrazioni muscolari (la carenza di ossigeno provoca qualche scatto involontario del corpo). Questo tipo di reazione, tipica dei bambini più pimpanti ed attivi, è sempre priva di complicanze e finirà dopo pochi minuti. L’importante è trasmettere sicurezza nel bambino facendogli le coccole, chiacchierando con lui in maniera dolce. Se dovesse essere necessario interrompere l’apnea, un metodo utile è quello di soffiargli all’improvviso sugli occhi.

Scritto da Redazione
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