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Come insegnare a fare ciao con la manina

Vedere la mano di un'altra persona che si muove attiva una parte del cervello del bambino, chiamata fascia sensomotoria. Ecco alcune curiosità in merito.

Vorreste insegnare al vostro bambino a fare ciao con la manina? Si tratta di un gesto estremamente grazioso ma che può rivelarsi molto importante. Ecco tutto ciò che dovreste sapere in merito.

Fare ciao con la manina: alcune curiosità

Tra gli 8 e i 12 mesi, molti bambini iniziano a salutare e a dire “ciao”. Questi gesti apparentemente semplici combinano in realtà almeno tre tipi distinti di abilità:

  • Cognitiva: il saluto inizia per imitazione, il che significa che il bambino deve vedervi salutare, capire che il gesto ha un significato e provare a farlo da solo.
  • Motricità lorda: se il bambino saluta ruotando il polso come in una parata, sbattendo la mano come un uccello o muovendo il braccio su e giù, sta usando le mani e le braccia in modo coordinato e intenzionale.
  • Comunicazione sociale: il bambino non sta solo imparando a comunicare attraverso i gesti, ma sta anche scoprendo che la comunicazione ha una componente sociale.

Osservare voi e gli altri porta all’azione

Vedere la mano di un’altra persona che si muove attiva una parte del cervello del bambino, chiamata fascia sensomotoria, che gli dice di muovere la propria mano in modo simile. Questa risposta neurale, nota come “somatotopia”, spiega come i bambini piccoli imparino nuove abilità e abitudini sociali attraverso l’imitazione. I bambini imparano a battere le mani nello stesso modo.

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Come insegnare a fare ciao con la manina

  • Fate una dimostrazione tenendo delicatamente la mano del bambino e agitandola mentre dite “ciao!” o “ciao ciao!”.
  • Salutate il bambino quando uscite da una stanza o lo mettete a dormire.
  • Esercitatevi a salutare e muovere la mano della vostra bambola o il vostro peluche preferito, giocando a nascondino o guardandovi allo specchio.
  • Quando il bambino saluta, assicuratevi di riconoscere e ricambiare il gesto.

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Scritto da Stefania Netti
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