Pica in gravidanza: cos’è e come curarla

Se non sapete cos'è la pica in gravidanza, questa guida vi spiegherà tutto ciò che c'è da sapere su questo raro disturbo alimentare.

Sottaceti, gelato e patatine: questi tipi di voglie sono tipiche della gravidanza. Questi desideri possono aumentare di frequenza e intensità quando sei in dolce attesa. Ma quando hai un bisogno compulsivo di ingerire sostanze che non sono cibo, questa è in realtà una condizione nota come pica, e potrebbe segnalare un problema di salute che richiede l’attenzione del medico. Di seguito potrete saperne di più sulla pica in gravidanza, cos’è e quali sono i trattamenti.

Cos’è la pica

Si ritiene che la pica sia una carenza nutrizionale, come quella del ferro. Le persone che hanno voglie non alimentari possono avere un disturbo alimentare. Questa condizione è caratterizzata dal consumo persistente o addirittura dal desiderio di prodotti non alimentari con poco o nessun valore nutritivo, come argilla, detersivo per bucato e, sì, persino ghiaccio. Pica prende il nome dalla parola latina che significa “gazza”, ossia l’uccello che mangia quasi tutto.

Cosa potrebbe segnalare

La gravidanza è il fattore scatenante di questo disturbo alimentare. Se hai l’impulso di ingerire prodotti non alimentari, questa è una chiara indicazione che dovresti cercare un aiuto professionale. Ci sono molte ragioni per cui può sorgere questa carenza nutrizionale, come fattori socio-economici o malattia mentale. Ma indipendentemente dal motivo, non è una scelta volontaria presa dalle madri.

Quali sono le voglie comuni

C’è una vasta gamma di voglie non alimentari, ma le più comuni sono ghiaccio, amido di mais, argilla e gesso. Spesso, una soluzione efficace per questo disturbo è assumere integratori di ferro.

In che modo la pica può influire sulla gravidanza

Le donne incinte corrono un rischio maggiore di carenza di nutrienti, in particolare di ferro, poiché le loro esigenze aumentano per supportare la crescita fetale. Se le donne mangiano prodotti non alimentari, c’è il potenziale pericolo di tossicità e complicazioni sia per la mamma, che per il bambino.

Qual è il trattamento consigliato

Se hai una compulsione verso oggetti non alimentari, dovresti discutere subito di questo con il tuo medico. Non esiste un singolo test per diagnosticare la condizione, ma il medico può testare e monitorare i livelli ematici di ferro e zinco e verificare l’anemia. Potrebbero anche consigliarti di consultare un dietista, che può gestire i sintomi e aiutare a nutrire il corpo stabilendo una dieta ricca di ferro o aggiungendo un integratore. Inoltre, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale o un dietologo che si occupa di disturbi alimentari o gravidanza.

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