Pianto del neonato: come interpretarlo e cosa fare

Pianto del neonato, come interpretarlo? I consigli per capire i bisogni del piccolo e il suo modo di comunicare.

Fin dalla nascita, il primo modo con cui un bambino comunica con chi lo accudisce è il pianto. Attraverso il pianto il neonato esprime bisogni specifici: fame, sete, vuole essere cambiato, vuole il contatto con la mamma, e così via. I genitori, soprattutto coloro che sono alla prima esperienza, a volte fanno fatica a capire di cosa ha bisogno il piccolo. Pianto del neonato, come interpretarlo?

Pianto del neonato: come interpretarlo

Il pianto del neonato può essere isterico, inconsolabile, improvviso, continuo, ma rimane comunque il mezzo attraverso il quale comunica il suo umore e i suoi bisogni. Questo perché fin dalla nascita il bambino è in grado di capire che solo in questo modo può comunicare con i genitori e attirare la loro attenzione. I genitori, soprattutto coloro che sono alle prime armi, fanno fatica a capire i bisogni del bebè. Ciò è dato dal fatto che non vi è solo un tipo di pianto, ognuno diverso dall’altro, e l’importante è non perdersi d’animo soprattutto durante le primissime settimane. Quello che i piccoli vogliono comunicare non è solo la fame o il freddo, ma anche la mancanza di soddisfazione di un bisogno primario o l’espressione di un’emozione. Sostanzialmente, il bambino piange per i seguenti motivi:

  • ha fame;
  • il pannolino è sporco;
  • è stanco;
  • è malato;
  • ha una colica;
  • ha sete;
  • ha caldo o freddo;
  • si sente solo;
  • sta spuntando un dentino.

Fame

Quando il neonato ha fame, il pianto inizia come un leggero rumore in gola, simile alla tosse, per poi trasformarsi in pianto vero e proprio. In aggiunta, il bambino tende a succhiarsi le labbra, arriccia la lingua sui latti, allunga il collo all’indietro e porta i pugni alla bocca. Per evitare che si agiti eccessivamente e che quindi poi mangi male, è importante dargli subito da mangiare.

Sonno

Se il neonato ha sonno, inizialmente vi sono dei lamenti che poi sfociano in un pianto forte, interrotto ogni tanto da due brevi respiri, per poi ricominciare. Se non si interviene dopo poco il bambino si calma e si addormenta di colpo. Sarebbe meglio evitare di abituare il bambino ad addormentarsi in braccio.

Si sente solo

Quando il neonato si sente solo, il neonato fa prima dei versetti e smette poi quando viene preso in braccio.

Coliche

Quando il neonato ha dolori alla pancia dovute alle coliche, il pianto è caratterizzato da urla acute che cominciano senza preavviso, il corpo si irrigidisce e il volto è contratto. In questo caso, la posizione più comoda per il bambino è a pancia in giù sull’avambraccio di chi lo accudisce.

Caldo

Il pianto del neonato per caldo inizia come un lamento nervoso, simile a un respiro affannoso, e dopo pochi minuti si trasforma in pianto. I genitori dovrebbero spogliarlo o comunque cercare di abbassare la temperatura.

Freddo

Al contrario, quando il bambino ha freddo, il pianto è forte ed è caratterizzato dal tremolio del labbro inferiore. In questo caso, i genitori dovrebbero coprirlo o riscaldare l’ambiente evitando sbalzi di temperatura.

Malattia

Quando il bambino non sta bene la tonalità del pianto tende a diminuire dopo qualche minuto, come se perdesse forza.

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