Mammografia e allattamento: quando è bene rimandare, quando no

La mammografia consiste in un esame del seno umano. Tale controllo viene effettuato per mezzo dei raggi X, seppure a basso dosaggio, e, proprio per questo motivo, si tende a prestare attenzione al periodo durante il quale ci si sottopone. Si tratta di un valido strumento diagnostico che permette di identificare cisti e tumori al seno. La mortalità provocata da quest’ultimo si riduce sensibilmente per le donne che si sottopongono a questo controllo.

La mammografia di screening è gratuita e viene consigliata a tutte le donne di età superiore ai cinquanta anni. Si tratta di un controllo che dovrebbe essere effettuato periodicamente e, per essere più precisi, ogni due anni. Per le donne maggiormente a rischio questo lasso di tempo di riduce a un anno. Sono considerate a rischio tutte le persone che hanno un pregresso tumore al seno oppure familiarità con esso.

Mammografia

L’esame ha inizio con la compressione del seno per mezzo di uno strumento apposito. Esso viene impiegato per uniformare il tessuto delle mammelle e per migliorare la qualità dell’immagine. I raggi X devono infatti penetrare il tessuto. Se lo spessore di questo si riduce, diminuisce anche la quantità di radiazione diffusa, responsabile della degradazione del risultato.

Le proiezioni della mammella da realizzare sono due. La prima è dalla testa ai piedi, la seconda è obliqua da una posizione angolare. Le pazienti devono evitare, il giorno dell’esame, di utilizzare deodoranti, lozioni o talco. Le tracce di questi, se viste ai raggi X, possono infatti apparire come calcificazioni.

La mammografia di routine è consigliata, in molti paesi, per le donne che abbiano superato i cinquant’anni di età. Si tratta di uno screening preventivo che si pone come obiettivo la diagnosi precoce del cancro al seno. In Italia, tale screening viene proposto alle donne di età compresa tra i cinquanta e i sessantanove anni. In questa fascia di età, se effettuato ogni due anni, esso è gratuito.

Quando rimandare

La mammografia è da evitare assolutamente durante tutta la gravidanza. Questa raccomandazione è tanto importante che le donne in età fertile vengono sottoposte all’esame durante la prima metà del ciclo mestruale, proprio per essere certi che non siano già incinta. Inoltre, in questo periodo gli addensamenti e le tensioni del seno saranno minori. Essi infatti potrebbero compromettere l’accuratezza dei risultati.

La radiografia è dunque fortemente sconsigliata anche quando di nutre solo il dubbio di essere incinta. Durante tutta la gravidanza, e in particolar modo nel corso del primo trimestre, essa resta da evitare. I raggi assorbiti con la mammografia risultano bassissimi e non dovrebbero in teoria arrecare alcun danno al feto. Tuttavia, come misura precauzionale, si preferisce aspettare almeno la fine della gravidanza, salvo in casi di particolare urgenza.

In caso di controlli di routine

Per quanto riguarda invece l’allattamento, la questione è differente. In questo caso, infatti, è provato che la mammografia non compromette in alcun modo la salute né della donna che allatta né del neonato che viene nutrito al seno. Tuttavia, l’esame è sconsigliato in questo lasso di tempo, ma le ragioni non hanno nulla a che fare con la sicurezza delle persone.

Al contrario, lo stato del seno durante l’adattamento potrebbe compromettere il grado di certezza dei risultati. In questa fase, infatti, il tessuto delle mammelle subisce dei mutamenti. I tessuti si trovano in stato di imbibizione, il che significa che l’acqua e i liquidi vengono assorbiti. Tale situazione rende più difficoltosa la valutazione delle immagini radiologiche. Dunque, questa risulta essere la ragione per la quale il controllo è sconsigliato finché si allatta al seno. Se si tratta di semplici controlli di routine, si preferisce aspettare sino alla fine del periodo di allattamento e, se possibile, almeno fino a due mesi dopo.

In caso di noduli sospetti

L’approccio cambia radicalmente quando subentrano fattori di rischio oppure sospetti. Questo caso si verifica, ad esempio, se la donna riscontra un nodulo sospetto osservando il proprio seno. In queste circostanze una mammografia urgente si rende necessaria. Come abbiamo spiegato, non esistono controindicazioni in termini di salute per lo screening con allattamento in corso. La donna può dunque sottoporsi all’esame anche qualora si trovasse in pieno allattamento.

In questo caso si rende quantomai necessario rivolgersi a un centro medico che disponga di tutte le competenze del caso. Trovandosi il seno in uno stato di tensione, infatti, è più probabile che i risultati non siano del tutto chiari. Se sussistono dubbi sugli esiti, si richiederanno ulteriori esami per accertarsi della situazione. I più frequenti da affiancare a questa radiografia sono tecniche quali l’ecografia, la risonanza magnetica e l’agoaspirato del nodulo.

Condividi