Le sostanze chimiche trovate nel latte materno: cosa sapere

La contaminazione da PFA è molto comune e anche difficile da evitare, poiché si trova nei prodotti di consumo di tutti i giorni.

Le sostanze chimiche trovate nel latte materno sono sempre più diffuse. Le sostanze polifluoroalchiliche (PFA, note anche come sostanze chimiche perenni) si sono fatte strada ultimamente, allarmando i ricercatori per la potenziale quantità di esposizione ai PFA nei neonati. La contaminazione da PFA è molto comune e anche difficile da evitare, poiché si trova nei prodotti di consumo di tutti i giorni, dalle formule antimacchia alle pentole antiaderenti come il teflon, fino alle acque sotterranee, che possono avere un impatto sull’acqua potabile localizzata.

Le sostanze chimiche rimangono nel latte materno e vengono trasferite ai neonati?

I PFA sono sostanze chimiche create dall’uomo per essere estremamente resistenti alla degradazione e quindi possono accumularsi e persistere nei tessuti animali e umani per anni. Si trovano nel sangue di quasi tutti gli uomini, le donne e i bambini del mondo e le loro concentrazioni hanno ampi intervalli geografici. L’esposizione dell’uomo inizia fin dal feto, poiché queste molecole possono attraversare la placenta. Possono anche essere presenti nel latte materno e quindi trasferite ai neonati.

Ad ogni modo, non bisogna preoccuparsi esclusivamente del latte materno (che generalmente è una delle cose più sane in assoluto). Anche i divani possono essere particolarmente nocivi, ma spesso tendiamo a sottovalutare questo aspetto.

Quali effetti hanno queste sostanze chimiche sulla salute del bambino?

È difficile dimostrare se queste sostanze possano causare direttamente problemi alla salute umana. Qualsiasi effetto reale o potenziale sembra verificarsi dopo molti anni di esposizione e si accumula nel tempo. Gli studi condotti sull’uomo non hanno evidenziato associazioni con lo sviluppo neurologico, l’ADHD, il cancro, la tiroide, i reni o le malattie metaboliche. Esiste una potenziale associazione con il colesterolo alto. Sembra esserci un legame tra alti livelli di PFA e un tasso di crescita fetale leggermente inferiore a causa dell’esposizione attraverso la placenta.

Non è chiaro se l’esposizione nell’infanzia e successivamente influisca anche sulla crescita, con un potenziale aumento dell’adiposità in età avanzata.

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