Gravidanza durante il covid: i pro e i contro

Un periodo delicato che, nonostante la sofferenza, riesce a unire in modo viscerale...

La gravidanza durante il covid, soprattutto nel primo periodo, ha scatenato innumerevoli emozioni contrastanti. Una madre racconta: “Quando è arrivato il covid, mi è sembrato che l’universo mi stesse facendo uno scherzo crudele. Mi ero affidata al pensiero della primavera per superare l’iperemesi gravidica, la nausea e il vomito indotti dalla gravidanza che mi hanno portato al pronto soccorso e mi hanno lasciato appesa a un filo per tutto l’inverno”, ha detto.

“Avevo sperato che la primavera fosse il momento in cui un po’ della mia ansia di avere un altro aborto spontaneo sarebbe diminuita con il progredire della gravidanza. Invece, quell’ansia è stata eclissata dal panico pandemico. Come potevo sentirmi eccitata o speranzosa con questa massiccia e amorfa minaccia che stava conquistando il mondo?”

Venire a patti con una gravidanza durante il covid

“Per fortuna, i giorni e le settimane sono passati e il sole ha continuato a sorgere e calare senza che io o i membri della mia famiglia ci ammalassimo. Ho trovato il tempo per lo yoga e la meditazione ogni giorno. E mentre leggevo storie di persone che morivano da sole, che perdevano i loro mezzi di sostentamento e che soffrivano in una miriade di modi in tutto il mondo, non mi sembrava più che questa fosse una continuazione dell’universo. È una crisi collettiva, e anche se all’inizio sembrava che arrivasse in un momento terribile per me, ora la penso diversamente”.

“Dopotutto, ho un bambino di quattro anni fuori di me e una vita in crescita che mi riporta alla speranza ogni giorno. Se non fossi rimasta incinta, sarei stata tra le donne improvvisamente impossibilitate a fare la FIVET, come era stato il nostro piano per il 2020″.

Un promemoria di resilienza

“Vorrei assolutamente che questo non fosse mai successo, ma trovo un po’ di sollievo esistenziale nell’essere in questa crisi insieme. Ognuno di noi è colpito in modi personali e significativamente diversi che rivelano molto sulla disparità e l’ingiustizia nel mondo. Ma c’è anche questa incredibile attivazione di solidarietà e compassione che ci mostra il potenziale di resilienza collettiva. Anche in isolamento, non siamo soli nell’esperienza di essere umani. Se siamo in grado di prestare attenzione e lasciare che la consapevolezza della nostra connessione si impregni, sarà la grazia che ci sostiene e ci trasforma”.

Rimane ancora un futuro sconosciuto

“Naturalmente, non so come questo virus avrà un impatto su di me, o su questo bambino, nel futuro. A volte mi gira la testa per l’ansia. Ma in questo momento, posso vedere che l’esperienza dello sconvolgimento condiviso mi ha scosso da un senso di blocco. Questa esperienza, in un certo senso, mi sta aiutando anche a guarire”.

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