Fecondazione assistita: quando avviene e in quali modalità

Si tratta di una soluzione adottata spesso da quelle coppie che non riescono a concepire naturalmente, ma che cosa è esattamente la fecondazione assistita e quando avviene?

Il desiderio di un figlio è un sentimento naturale che accomuna la maggior parte delle coppie, ma a volte, purtroppo, la natura lo impedisce. È possibile, infatti, avere difficoltà nel concepimento o di non riuscire a portare a termine una gravidanza in maniera spontanea. Questo può accadere per molteplici motivi: inabilità alla procreazione dell’uomo o della donna oppure per incompatibilità tra spermatozoi e ovuli. Nonostante la delusione, la coppia può decidere di ricorrere alla fecondazione assistita: ma quando avviene?

Fecondazione assistita: quando avviene e con quali tecniche

A seconda delle specifiche condizioni personali dei pazienti, la medicina offre svariate procedure di PMA (procreazione medicalmente assistita). Consistono in terapie ormonali, cure farmacologiche o interventi chirurgici. Uno di questi sistemi è la fecondazione assistita. Con questo termine s’intende il processo attraverso il quale si favorisce, artificialmente, la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo.

Esistono diverse tecniche, ma occorre fare innanzitutto una principale distinzione fra fecondazione omologa ed eterologa. Nel caso della prima, sia l’ovulo che lo sperma appartengono alla coppia; la seconda (consentita in Italia solo dal 2014) prevede l’utilizzo di almeno una delle due componenti proveniente da un donatore o una donatrice (o entrambi) esterno alla coppia.

Inseminazione artificiale

È senza dubbio uno dei metodi principali della fecondazione assistita e consiste nell’iniettare il seme dell’uomo (trattato in laboratorio) nell’utero della donna. Questo avviene dopo uno studio meticoloso del suo ciclo per appurare il regolare processo di ovulazione. Nel caso si presentino delle difficoltà, è possibile procedere con la prescrizione di trattamenti a base di ormoni per sollecitare la maturazione delle cellule uovo. Qualora non sussistano le condizioni ideali per effettuare questo tipo di iter i medici preposti sapranno indirizzare i propri pazienti verso soluzioni più adeguate.

Fecondazione in vitro

Si tratta di tutte quelle azioni, compiute in laboratorio, dirette ad agevolare l’unione di ovulo e sperma per produrre degli embrioni da impiantare nell’utero materno. Fanno parte di questa categoria la FIVET (Fecondazione In Vitro con Trasferimento dell’Embrione) e la ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo):

  • FIVET: dopo una fase preparatoria di 14 giorni, in cui si mette in atto una cura al fine di stimolare un’ovulazione multipla, vengono prelevati degli ovuli,i quali vengono messi in contatto con il liquido seminale per favorire una fecondazione spontanea;
  • ICSI: un singolo spermatozoo viene iniettato nel citoplasma ovocitario; questa tecnica è da preferire soprattutto nei casi d’infertilità maschile persistente o di precedenti fallimenti con le altre metodologie.

Le percentuali di successo dipendono da un insieme di fattori: età della donna, risposta della stessa alle terapie alle quali è sottoposta, numero dei follicoli prodotti, giusta maturazione degli ovuli prelevati, reattività degli spermatozoi. Alla luce di tutto ciò è evidente che per avere maggiori probabilità di esito favorevole occorre affidarsi scrupolosamente ad un’equipe specializzata in grado di seguire gli aspiranti genitori lungo tutto il processo dal concepimento alla nascita.

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