Didattica a distanza tra luci e ombre: cosa resta?

In questi ultimi mesi i bambini hanno conosciuto un nuovo modo di fare scuola attraverso la didattica a distanza: ecco cosa resterà di questa esperienza.

Negli ultimi mesi la nostra vita, a causa della pandemia da Covid-19, è totalmente cambiata. Anche i più piccoli hanno vissuto grandi cambiamenti, perché da un giorno all’altro il loro mondo è stato stravolto. Niente più scuola, nessuna uscita con gli amichetti, le feste di compleanno e di fine anno scolastico sono state cancellate. Se gli adulti hanno preso dimestichezza con lo smart working, i bambini invece, già “nati digitali”, hanno avuto a che fare con la didattica a distanza. A pochi giorni dalla fine di questo particolare anno scolastico vediamo cosa resta della didattica a distanza.

La didattica a distanza

Così come lo smart working, la didattica a distanza ha permesso, seppur non senza criticità, di continuare per quanto possibile il lavoro svolto in classe fino a inizio marzo. Nonostante le prime difficoltà e l’iniziale brancolare nel buio di insegnanti e genitori, professori e studenti hanno sperimentato questa nuova modalità di apprendimento. Così i bambini si sono ritrovati dall’oggi al domani seduti alla scrivania davanti al computer o al tablet, cercando di cogliere il lato positivo di questa nuova esperienza.

Gli insegnanti hanno modificato il metodo d’insegnamento e lo hanno reso più smart e digitale. Le verifiche si sono trasformate in quiz a tempo e le interrogazioni si sono modificate. I computer hanno sostituito i quaderni e si sono moltiplicate le presentazioni. I professori hanno dato vita a un nuovo modo di fare scuola che difficilmente i bambini dimenticheranno.

Cosa resta della didattica a distanza

Ma cosa resta della didattica a distanza? Non sono mancate le difficoltà e gli imprevisti, le voci fuori campo durante la spiegazione di un nuovo argomento, le connessioni internet perse. Resterà per sempre nella mente di grandi e piccini questo momento storico, la noia delle giornate tutte uguali, ma anche l’ottimismo e la voglia di andare avanti, di ritornare alla normalità.

Resterà sicuramente l’impagabile collaborazione dei genitori, che si sono impegnati affinché il proprio bambino fosse al passo con il programma. Hanno stampato il materiale e magari hanno ripreso tra le mani il libro di matematica provando a spiegare quell’esercizio così difficile. Si sono impegnati per fa sì che i loro figli consegnassero i compiti in tempo e in certi casi hanno anche sostituito gli insegnanti. Resterà la comodità di svegliarsi mezz’ora prima delle videolezioni e la libertà di seguirle seduti nella propria camera.

Infine resterà la mancanza della scuola, perché sì, è vero che qualsiasi bambino almeno una volta ha chiesto di poter saltare la scuola, ma mai come in questi mesi ha desiderato di poter tornare tra i banchi a rivedere i propri compagni e perché no, anche quel professore che lo intimoriva così tanto.

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