Teenager e facebook

L’età adolescenziale è una fase particolarmente difficile nella vita di ogni persona, negli ultimi anni però, la situazione si è ulteriormente complicata a causa dell’abuso che i ragazzi operano delle nuove tecnologie di internet e dei social network. Prima dell’apparizione di Facebook e dei suoi simili infatti, i giovani con problemi di comunicazione e di relazione si chiudevano in sè stessi cercando di superare il proprio blocco con l’aiuto di parenti. Con lo sviluppo di nuovi “social media” invece, si è creata una realtà alternativa che i giovani sentono come “reale” e che spesso non fa altro che alterare la percezione che i ragazzi hanno di sè. Inoltre la “sindrome da facebook” genera una sensazione di benessere e di sicurezza solo quando si ha uno schermo davanti, all’esterno i ragazzi si sentiranno ancora più insicuri e soli, senza contare che tutto questo tempo passato a “Sbirciare” le vite altrui crea fenomeni di emulazione scorretta, esibizionismo e ansie da prestazione.

Per evitare di vedere crescere una generazione di adulti solo virtuale, i genitori devono prendere da subito la situazione in mano, imponendo delle regole che all’inizio non verrano comprese, ma di cui successivamente si apprezzerà l’esito. Anzitutto non bisogna permettere ai teenager di creare un profilo facebook troppo presto, un ragazzo/a di 12-13 anni è in una fase davvero delicata della crescita per cui tutto ciò che percepisce lo influenza in maniera molto più profonda di quanto si creda. L’età ideale dovrebbe essere quella tra i 15 e i 16 anni, quando ci si avvia verso la fine del periodo adolescenziale, ovviamente molto dipende dalla maturità del soggetto.

In secondo luogo bisognerebbe evitare di regalare ai giovani uno smartphone, aspettando sempre i 15-16 anni, essere sempre connessi è un’altra grande malattia del nostro tempo. Infine, un ottimo consiglio è quello di stabilire un tempo che il ragazzo può dedicare alle attività a pc, compreso tra le 2 e (massimo) le tre ore. In questo modo si educare il proprio figlio a non abusare dei nuovi mezzi tecnologici e di usare Facebook come metodo di raccordo “reale” e non solo “virtuale”.

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