Piede torto nel neonato: cause, diagnosi e trattamento

Una comune malformazione congenita che riguarda il neonato è il piede torto: cause, diagnosi e trattamento.

La diagnosi di piede torto nel neonato può avvenire sia durante il primo trimestre di gravidanza che dopo il parto. I dubbi e le paure dei genitori sono tantissime, perché non sanno di cosa di tratti. Quali sono le cause del piede torto nel neonato e cosa si può fare in merito?

Piede torto nel neonato: le cause

Il piede torto è una delle più comuni malformazioni congenite delle ossa e delle articolazioni dei neonati. Si stima che colpisca 1 su 1000 nati e che i maschietti siano più predisposti delle femminucce. Si è di fronte a questa malformazione quando alla nascita uno o entrambi i piedini del bebè appaiono ruotati verso l’interno. Le cause non sono comunque ben note. Solo raramente si tratta di conseguenza di patologie più complesse, mentre nella maggior parte dei casi si tratta di una deformità isolata e si parla quindi di piede torto idiopatico.

Come avviene la diagnosi

La diagnosi del piede torto avviene, in genere, al momento della nascita e si basa fondamentalmente sulla semplice osservazione clinica della morfologia del piede che in questo caso tende ad assumere un aspetto peculiare. La visita presso uno specialista ortopedico, in seguito, consentirà di capire, tramite manovre opportune, se si tratta di piede torto lieve, dunque facilmente correggibile, oppure di piede torto rigido o atipico.

Negli ultimi anni, inoltre, il miglioramento delle apparecchiature mediche e della precisione diagnostica ecografica, ha permesso di avere una diagnosi già prima del parto, generalmente durante il secondo trimestre di gravidanza. Conoscere in anticipo questo tipo di deformità può rendere sicuramente più sereni i genitori e aiuta a pianificare in anticipo il percorso terapeutico da intraprendere dopo la nascita del bambino.

Trattamento del piede torto

Nel corso degli ultimi decenni, la terapia per il trattamento del piede torto congenito ha subìto una notevole trasformazione. Attualmente, è riconosciuto universalmente il “Metodo Poseti” come procedura ordinaria. Dapprima vengono applicati dei gessetti correttivi dal piede fino alla coscia, che consentono una correzione della deformità in maniera progressiva. In seguito, i gessetti vengono sostituiti ogni 5-10 giorni. Nella maggior parte dei casi, per completare la correzione, è necessario ricorrere a un piccolo intervento chiamato “tenotomia del tendine di Achille”. In seguito, viene seguito dall’applicazione di un apparecchio gessato da mantenere per ulteriori 3 settimane.

Una volta terminata questa fase, si procede con l’applicazione immediata di un tutore, costituito da due scarpine collegate da una barra centrale. Per i primi 4 mesi il tutore deve essere indossato almeno per 23 ore al giorno, per poi procedere a una riduzione progressiva del tempo di utilizzo. Il tutore non deve mai essere abbandonato almeno fino al compimento dei 4 anni di età del bambino. La necessità di un trattamento così prolungato è dettata dall’elevato rischio di recidiva della malattia. Dopo i 4 anni questo rischio si riduce notevolmente, fino a escludersi del tutto quando lo scheletro giunge a maturazione completa.

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