Lo svezzamento: la fine di un’era per una mamma

In questo articolo troverete l'esperienza intima e diretta di una mamma, in modo da comprenderne appieno lo stato d'animo.

Lo svezzamento è un momento particolarmente delicato sia per il bambino che per la mamma. Anzi, può essere particolarmente traumatico proprio per quest’ultima, la quale non solo non sa come procedere esattamente, ma si ritrova in un vortice di sensazioni irrefrenabili e intense.

In questo articolo troverete l’esperienza intima e diretta di una mamma, in modo da comprenderne appieno lo stato d’animo.

Lo svezzamento: la fine di un’era per una mamma

Non è mai stata una scelta consapevole quella di diventare un’allattatrice prolungata. Per me, diventare una mamma che ha allattato per 12 mesi è stato un risultato improbabile. Eppure quest’estate ero lì, in preda a una crisi emotiva. Fissavo il mio quarto figlio negli occhi mentre pensavo di svezzarlo e allattarlo per l’ultima volta. Si stava avvicinando al suo secondo compleanno e sapevo che era giunto il momento, sicuramente secondo gli standard della società. E sicuramente anche nella mia mente.

Ma lo stomaco mi faceva male mentre lottavo con questo pensiero. “Sono davvero abbastanza forte per lo svezzamento e per fare in modo che questa sia l’ultima volta?”. Chiaramente, il mio cuore non era così tranquillo come la mia mente. Mi sembrava tutto così definito. Così cupo. Così definitivo. Chiudere un GRANDE capitolo della mia vita solo perché stava diventando vecchio. Chi considera “vecchio” un bambino di due anni? Sicuramente non io.

Avevo svezzato gli altri figli solo quando sapevo di essere incinta. E questa volta non ero assolutamente incinta. Quindi scegliere di svezzare perché volevo farlo mi sembrava estraneo. E in realtà un po’ egoista. In qualche modo contorto. Ma quel pomeriggio l’ho cullato fino a farlo addormentare senza lasciarlo allattare. Ha pianto tutto il tempo, chiedendo se poteva. Io ho pianto tutto il tempo, dicendogli di no.

Una necessità irrefrenabile

Come un bambino che ritrova la coperta perduta, decisi di allattarlo di nuovo e il mio cuore si sentì di nuovo felice. Non aveva senso, ma il mio cuore non era pronto. Così ho deciso di aspettare ancora un po’. È il mio ultimo bambino, mi sono detta. Quindi perché non continuare?

Così continuai ad allattare fino a quando non compì due anni. Quasi un mese dopo. E ho imparato che dal mio primo tentativo di svezzare, avrei dovuto farlo senza concentrarmi troppo sulle emozioni. Così ho scattato alcune foto di lui che allattava prima di pensare allo svezzamento, per non essere troppo triste quando finalmente è arrivato il giorno. E sono felice di averlo fatto.

Nelle settimane successive ho sentito stranamente la sua mancanza, perché il solo tenerlo in braccio non mi faceva sentire abbastanza vicina. Ma pian piano siamo riusciti a coccolarci di nuovo senza che lui volesse allattare e il mio cuore ha accettato che la fine dell’allattamento non significava perderlo. Al contrario, stava solo dicendo che il mio bambino non è più un bambino. E va bene così.

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