Gravidanza molare: sintomi e cause

Si parla di gravidanza molare quando l'ovulo viene fecondato ma non risulta vitale: i sintomi, le cause e il trattamento.

Una gravidanza molare, detta anche mola idatiforme, è una rara complicanza della gravidanza ed è caratterizzata dalla crescita anormale dei trofoblasti: di cosa si tratta, quali sono i sintomi e la cause?

Gravidanza molare: i sintomi

Si parla di gravidanza molare quando la fecondazione non è andata a buon fine. In questi casi, infatti, la placenta e l’embrione non si sono formati bene e quindi il feto non si è sviluppato. Quello che si forma, allora, è una massa di cellule difettose, sacchi pieni di liquido. Lo sviluppo di queste cellule all’interno dell’utero è molto rapido e vengono identificate con il termine latino “mola” che significa massa. Questa massa, quindi, cresce al posto del bambino, non è maligna, ma deve essere comunque rimossa tramite raschiamento.

La gravidanza molare può essere: completa, cioè si forma una parte di tessuto placentare e una parvenza di crescita embrionale, oppure parziale, e quindi non si forma tessuto placentare normale né fetale ma cellule anomale.

I sintomi più comuni di una gravidanza molare sono:

  • sanguinamento vaginale;
  • grave nausea e vomito;
  • pressione o dolore pelvico;
  • rapida crescita uterina;
  • alta pressione sanguigna;
  • preeclampsia;
  • cisti ovariche;
  • anemia;
  • ipertiroidismo;
  • assenza dell’embrione;
  • mancanza di movimenti embrionali se l’embrione è presente.

È possibile fare una diagnosi della malattia attraverso un’ecografia pelvica che però non sempre risulta infallibile. Una conferma, quindi, è possibile solo attraverso un esame istologico.

Le cause principali

Questo genere di gravidanza dipende da un ovulo anomalo fecondato e da anomalie cromosomiche. In ogni caso, la mola idatiforme può essere considerata una sorta di mancato aborto spontaneo, perché la gravidanza non è vitale ma il prodotto del concepimento non è stato espulso. Sono soprattutto le donne molto giovani, con un’età inferiore ai 17 anni, oppure in età fertile avanzata, a essere colpite. In ogni caso, ciò non compromette la fertilità e non incrementa l’incidenza di anomalie congenite. Le ragioni per cui si verifica una gravidanza molare sono ancora sconosciute. Più dell’80% delle mole idatiformi è di natura benigna e tende a regredire spontaneamente.

Trattamento

Nei casi in cui la mola regredisca spontaneamente il medico prescrive in genere un contraccettivo orale che va assunto 6 mesi. Al contrario, se la mola non regredisce spontaneamente è necessario asportarla attraverso un intervento. L’utero viene svuotato mediante aspirazione sotto controllo ecografico. In seguito, la donna deve assumere dell’ossitocina e si procede con una revisione della cavità dell’utero attraverso il raschiamento. Nei casi più gravi, infine, si può ricorrere all’isterectomia, cioè all’asportazione dell’utero, ma prima di procedere con questo genere di intervento bisogna valutare diversi fattori.

Dopo una gravidanza molare, si raccomanda di evitare una nuova gravidanza nei 6 mesi successivi (in molti casi è consigliato aspettare almeno un anno). A ogni modo sarà il ginecologo a valutare tempi e modi per ogni singolo caso.

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