Cosa fare quando tuo figlio piange: consigli pratici

Alcuni consigli pratici su cosa fare quando il vostro bambino piange

Il pianto nel bambino molto spesso mette in crisi i genitori che non sanno come comportarsi. “Perché piange?”, “Devo consolarlo?” e ancora “Di cosa avrà bisogno?” sono le comuni domande che tormentano le mamme quando il loro bambino si sfoga in un lungo pianto. Ma è giusto consolarli subito? Piangere fa bene ai bambini? Scopriamo insieme come gestire e risolvere il pianto nel bambino.

Il pianto nel bambino: che cosa fare?

Il pianto nel neonato, in assenza di capacità linguistiche e cognitive sviluppate, è l’unica modalità che ha di comunicare con chi gli sta intorno. Con il pianto arriva ad esprimere i suoi bisogni e i suoi sentimenti che altrimenti risulterebbero inascoltati dai genitori. Il pianto è quindi la forma di comunicazione che il piccolo possiede nei primi mesi di vita per farsi comprendere dagli altri e richiedere nutrimento, aiuto e conforto. Invece, il pianto nel bambino un po’ più grande, che ha già acquisito le principali abilità linguistiche per portare avanti le sue richieste, può essere collegato a situazioni di disagio fisico o psichico che colpiscono il bimbo.

Il suo pianto molte volte induce sensi di colpa nei genitori che hanno paura di male interpretare i suoi segnali. D’altronde il pianto è una naturale manifestazione di disagio nei bambini che chiedono comprensione. Ma alle volte la storia può essere diversa e parliamo dei comuni capricci che i bambini sono soliti fare quando non riesco ad ottenere quello che vogliono o non riescono a portare a termine una determinata cosa. Lasciare piangere i bambini per lungo tempo però non è un bene.

Il pianto del bambino non dovrebbe mai essere trascurato dai genitori, in quanto esso determina il rilascio del cortisolo, l’ormone che porta all’aumento del livello di stress. Un altro motivo per cui non è consigliato lasciar piangere il proprio bimbo riguarda l’aspetto psicologico: i bambini infatti possono rimanere segnati dal fatto che nel momento in cui esprimevano un disagio nessuno è accorso in loro aiuto. Di fronte al piangere del bambino far finta di nulla potrebbe essere la causa di un senso di inadeguatezza che si può sviluppare nell’adolescenza.

Ecco allora che vi offriamo alcuni consigli pratici da mettere in atto per affrontare il momento del pianto con maggiore fermezza e empatia nei confronti dei bambini.

Ascoltate e comprendete il vostro bambino

È importante che di fronte al pianto del bambino i genitori non si facciano prendere dal panico e mantengano la calma: in questi momenti è fondamentale essere comprensivi e cercare di capire come mai sta piangendo. Accoglierlo tra le proprie braccia e farlo sentire protetto è fondamentale. Bisogna avere un approccio dolce e calmo, solo così il bambino potrà calmarsi. Ascoltare il suo malessere fisico o psicologico lo renderà più predisposto a esprimere la causa del suo sfogo improvviso. Dopo averlo attentamente ascoltato cercate di trovare insieme una soluzione facendogli capire che piangendo non si risolve nulla. Cari genitori è importante però non minimizzare quanto è accaduto: cercate di mettervi nei panni del bambino e capire che una cosa che a voi sembra minima per la sua tenera età potrebbe essere diversa.

Fategli le coccole

Per porre fine allo sfogo del pianto non c’è cura migliore dell’amore: il bambino che sentirà l’affetto e la vicinanza della mamma o del papà si calmerà più velocemente. Le coccole, gli abbracci, le carezze unite a parole dolci faranno tornare il sereno nell’animo momentaneamente tormentato del piccolo. Il contatto fisico è fondamentale per creare un legame forte tra la mamma e il suo bambino. Le coccole sono la forma concreta dell’attenzione e della comprensione che la mamma vuole dare al proprio bimbo. Un vero e proprio calmante naturale che gli ridarà serenità.

Aiutatelo ad esprimersi a parole

I bambini, sopratutto i più piccoli, utilizzano il pianto per esprimere un’esigenza o ciò che desiderano. In assenza di capacità di linguaggio questo è l’unico modo di comunicare che possiedono. Le sue frustrazioni passano tutte attraverso il pianto. Quindi genitori è importante che ascoltiate vostro figlio ponendogli domande specifiche e mirate, così da incitarlo nell‘espressione lessicale della sua delusione.

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