Test di paternità: come funziona e perché si utilizza

Il detto "la madre è sempre certa, il padre mai" è proprio vero e sempre più coppie si rivolgono a laboratori specializzati per eseguire il test di paternità: cos'è e come funziona esattamente?

Come suggerisce il nome, il test di paternità mira ad accertare l’effettiva paternità biologica di un uomo rispetto al figlio. Il test può essere legale, nel caso in cui lo richieda espressamente un giudice, oppure informativo, per cui sono le coppie a rivolgersi autonomamente a laboratori specifici. A tal proposito, nel 2018 il Codacons ha svolto alcuni studi riguardo all’aumento degli acquisti di kit di paternità online e ha registrato un vero e proprio boom. Come funziona però il test di paternità?

Test di paternità: cos’è e come funziona

Recentissimi dati confermano che il trend sta aumentando sempre di più, rivelando le difficoltà interne di molte coppie che finiscono per richiedere lo svolgimento del test in completa autonomia. Bisogna premettere un’informazione basilare: il DNA del bimbo si compone per metà del patrimonio genetico del padre e per l’altra metà di quello della madre. Padre e figlio biologici hanno quindi in comune il 50% del profilo genetico e ciò è facilmente riscontrabile tramite il test.

I test di paternità possono essere legali oppure informativi. Il giudice richiede lo svolgimento di quelli legali, di solito per mettere fine a una disputa riguardo l’affidamento dei figli. In questo caso, bisogna che un laboratorio accreditato svolga l’esame in presenza di un perito che confermi l’identità dei soggetti. I test informativi, invece, si svolgono indipendentemente dall’ordine di un giudice; è importante che vi sia comunque il consenso dei soggetti interessati, altrimenti l’atto è del tutto illegale. I kit acquistabili online consistono in tamponi buccali: si preleva il materiale genetico direttamente dall’interno della guancia tramite un cotton fioc.

Come si verifica la paternità biologica

Nel caso in cui ci si voglia rivolgere a laboratori specializzati, bisogna assolutamente accertarsi che questi siano accreditati a livello nazionale e che non abbiano sede all’estero. Quelli più affidabili sono solitamente i laboratori universitari. In sostanza, si acquisisce un kit per svolgere il test a casa: lo scopo è quello di prelevare una quantità di saliva sufficiente da spedire indietro per le analisi.

Esiste una tecnica leggermente più invasiva, ovvero il prelievo del sangue sia al padre che al figlio, ma molti preferiscono evitare questa opzione. In alternativa, si può svolgere l’analisi del capello, il quale deve essere proprio strappato dalla cute in modo da preservare il bulbo pilifero che contiene il materiale genetico. Anche durante la gravidanza si può svolgere il test prelevando delle cellule staminali del feto direttamente dalla placenta, ma è un’opzione piuttosto invasiva.

Prezzi e tempistiche

I risultati vengono elaborati in tempistiche piuttosto brevi, dai 3 ai 7 giorni, anche se in alcuni casi si può richiederne l’elaborazione in 48 ore. Il costo è variabile: rivolgendosi a centri professionali può arrivare anche fino ai 1500€. Per quanto riguarda i kit acquistabili online, invece, il prezzo si aggira intorno ai 300€.

L’importante è che vengano sempre garantiti alcuni diritti fondamentali, come quello di sapere esattamente che fine faranno i campioni di DNA dopo il test. Vale sempre e comunque la regola di seguire la volontà della persona che si sta sottoponendo all’esame (in caso di test informativo, ovviamente) evitando di sfociare nell’illegalità: mai e poi mai eseguire un test del DNA senza il consenso del diretto interessato!

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