Tappo mucoso, quando andare in ospedale

Già dai primi mesi di gravidanza inizia a formarsi sul collo dell’utero un muco molto denso che svolge la funzione di tappo per proteggere il feto dall’esterno ed evitare che batteri e corpi estranei dannosi possano penetrare all’interno della cavità uterina e della sacca amniotica, si tratta di una secrezione di consistenza gelatinosa costituita da acqua e da glicoproteine e prodotta dalle ghiandole delle cervice, sotto l’influenza degli ormoni.

Di solito il tappo mucoso inizia a sciogliersi in prossimità del parto provocando delle perdite vaginali di colore bianco, con striature che vanno dal rosa al marroncino e che indicano la presenza di tracce di sangue dovute alla rottura di capillari posti sul collo dell’utero, può essere espulso in maniera graduale, per cui spesso le gestanti non si accorgono nemmeno della sua fuoriuscita, oppure può venir fuori di colpo e in questo caso le perdite sono molto più consistenti del solito. Non sempre l’espulsione indica l’arrivo del travaglio, può succedere che il tappo si sciolga nelle ore precedenti, ma anche giorni o settimane prima del parto.

Se notate perdite particolarmente dense, ma non non si presentano le contrazioni ad intervalli regolari e non si rompono le acque, potete stare tranquille, vuol dire che non siete ancora in travaglio, tuttavia se il muco fuoriesce in maniera abbondante fino a 6 settimane prima della data prevista del parto è meglio che vi rechiate in ospedale per controllare se si è verificata una precoce apertura del collo dell’utero, anche se notate troppo sangue nelle secrezioni, di colore rosso vivo o marroncino, oppure se il muco appare giallastro ed è maleodorante è opportuno richiedere un controllo medico perché possono essere sintomi di un aborto o della presenza di qualche infezione.

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