Quando far vedere la TV ai bambini

Dal co-viewing ai programmi più adatti. Ecco cosa e quando far vedere la tv

I bambini di oggi sono pieni di impegni, stimoli e attività che spesso risultano stancanti e annoianti, soprattutto per i piccoli dotati di animo più ribelle. Fra le questioni che ogni genitore deve imparare a gestire non può mancare l’annosa domanda che viene spesso posta in qualsiasi momento del giorno: <<Mamma, papà, possono vedere la TV? Ancora 5 minuti, dai!>> Quante volte capita di sentire questa frase?

Com’è possibile imparare a gestire la televisione in maniera tale da renderla una finestra positiva sul mondo e non un modo per rinchiudersi in una forma di isolamento dalle attività sociali o dal mondo esterno? Studi e saggi psicologici hanno trattato in maniera approfondita il tema da differenti punti di vista: che si tratti di una pausa pomeridiana fra un compito e un altro, oppure che si preferisca seguire un cartone dopo la lezione di musica o di sport, è importante che ogni adulto sia consapevole dei benefici e dei rischi che si corrono quando si decide di usare la TV come palliativo rispetto alle attività quotidiane.

A tal proposito, abbiamo aperto una breve panoramica informativa in merito ai consigli degli esperti che hanno già aiutato milioni di persone in tutto il mondo a gestire le fasi più delicate di crescita digitale. Come orientarsi fra i programmi televisivi per i più piccoli? Quando trasmetterli? Ecco cosa abbiamo selezionato per i nostri lettori!

TV e bambini: intrattenimento negativo

La TV può stimolare la creatività e consentire ai più piccoli di vivere esperienze emozionanti di fronte allo schermo; in questo non c’è nulla di male, anzi! Alcuni programmi sono estremamente educativi e permettono di imparare anche le basi di una lingua straniera mediante semplici esercizi di ripetizione e memorizzazione che vengono promossi proprio dagli eroi televisivi più amati da intere generazioni. D’altro canto, è bene conoscere i limiti con cui ogni genitore farebbe bene ad interfacciarsi. Un bimbo fra i 12 e i 24 mesi non dovrebbe stare più di 15-20 minuti di fronte allo schermo, sempre con la presenza di un genitore in grado di agevolare una visione definita dagli esperti come co-viewing. Di cosa si tratta? In altro parole è l’adulto che veicola messaggi positivi, risolve i nodi più ambigui e allontana il piccolo da programmi che non reputa adatti a lui.

Nella crescita è possibile aumentare gradualmente il tempo che ogni esploratore digitale può passare in autonomia di fronte allo schermo; scegliere dei cartoni adatti alla fascia d’età è il primo passo per essere genitori responsabili e sicuri della visione che il proprio figlio ha del mondo. L’offerta è spesso così ricca da disorientare i meno esperti. I canali TV sono cresciuti in maniera esponenziale e non sempre permettono di controllare le programmazioni in continua evoluzione. Ma non c’è da disperarsi: esistono piattaforme intere in cui è possibile contare su una ricca gamma di cartoni intervallati da pubblicità e contenuti musicali per bambini. Un modo per essere sempre certi di cosa i piccoli stanno guardando!

Programmi educativi

Dai 3 ai 5 anni i bimbi sono catapultati in un mondo fatto di fantasia e avventure tutte da vivere; scegliere cartoni animati in cui i protagonisti compiono attività positive sia per l’ambiente che per i propri simili è il primo passo per sensibilizzare in maniera passiva l’intelligenza del proprio figlio. Successivamente, è bene limitare le ore passate di fronte allo schermo ad un massimo di 2-3 per giorno. Il nostro consiglio è di impiegare il tempo rimanete per applicare i comportamenti positivi di Peppa Pig o di Dora l’Esploratrice direttamente nel mondo esterno, così da trasformare il bimbo nell’eroe che sogna di essere!

Quando dedicarsi a queste attività? La TV può essere un ottimo modo per iniziare la prima fase della mattina o superare la fascia post-pranzo, in cui il piccolo tende ad essere più pigro e a voler riposare un po’. Il consiglio degli esperti? Dedicare i pomeriggi ad attività di maggior rilievo, magari a contatto con la natura o con occasioni di condivisione e socializzazione.

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