Metodo ROPA: doppia maternità

Sia il mondo che le famiglie sono cambiati. Se anni fa era impossibile pensare ad una famiglia in cui non ci fosse una mamma e un papà, nel XXI secolo le cose sono cambiate e i tipi di famiglie sono eterodossi come lo è la nostra società: globalizzata, interculturale e rispettosa verso l'alterità sessuale.



Sia il mondo che le famiglie sono cambiati. Se anni fa era impossibile pensare ad una famiglia in cui non ci fosse una mamma e un papà, nel XXI secolo le cose sono cambiate e i tipi di famiglie sono eterodossi come lo è la nostra società: globalizzata, interculturale e rispettosa verso l’alterità sessuale.

Oggigiorno è possibile creare una famiglia con due mamme. Sebbene nel nostro paese non sia legalmente accettato, centinaia di coppie di lesbiche decidono di recarsi all’estero per avverare il proprio sogno e formare una famiglia mediante la tecnica di riproduzione assistita ROPA.

La Spagna è una delle principali destinazioni grazie alla legislazione locale che lo permette e alle cliniche di fertilità che offrono tassi di gravidanza elevati. Uno dei centri che ha reso possibile la nascita di centinaia di bambini italiani con due mamme è l’Instituto Bernabeu dove spiegano in cosa consiste il processo ROPA, vale a dire il trattamento di fecondazione in vitro che permette ad entrambe le donne di condividere la maternità: una come madre genetica fornendo i propri ovuli e una come madre ricevente dell’embrione che lo porterà in grembo per 9 mesi e partorirà come in una gravidanza normale.

“Sebbene il fatto che due donne possano unirsi per concepire un figlio possa rappresentare una rivoluzione dal punto di vista sociale, a livello medico non si tratta di una procedura nuova perché non modifica né i protocolli né le prassi del laboratorio di riproduzione assistita. La donna che contribuisce con i propri ovuli si sottopone ad un trattamento di stimolazione ovarica controllata mediante ecografie e, una volta maturi, vengono estratti mediante una puntura ovarica. Contemporaneamente, la madre ricevente che porterà in grembo l’embrione, riceverà un trattamento ormonale per preparare l’utero all’annidamento embrionale. Dopo la fecondazione degli ovuli con liquido seminale di un donante, gli embrioni ottenuti vengono trasferiti nell’utero della partner seguendo le stesse procedure utilizzate per un trattamento convenzionale di fecondazione in vitro”. Dalla clinica spiegano che, come tutte le pazienti, le coppie lesbiche richiedono un’assistenza specializzata e adattata alle proprie necessità, per questo motivo il centro sottolinea l’importanza della personalizzazione del trattamento, dell’assistenza emotiva e della comunicazione, soprattutto per le pazienti che vengono dall’estero e che presso la clinica ricevono un’attenzione accogliente e nella propria lingua fin dal primo momento.

Condividi