Metodo del pianto controllato: tutto ciò che dovete sapere

Il metodo del pianto controllato può essere molto importante per il vostro bambino. Scopriamo insieme quali sono le varie tecniche.

“Dormi quando il bambino dorme”, si dice. Ma cosa succede se il vostro non sembra molto propenso a dormire?

Ebbene, non siete soli. Esiste una moltitudine di libri per genitori incentrati specificamente sui metodi di addestramento al sonno; alcuni consistono nel lasciare il vostro bambino piangere per un periodo di tempo.

Diamo un’occhiata più da vicino al metodo del pianto controllato, in modo da poter determinare se è qualcosa che vorreste provare.

Metodo del pianto controllato

“Lascia che pianga”, o metodo del pianto controllato, è un termine ombrello usato per descrivere diverse tecniche. Quest’ultime hanno lo scopo di lasciare un bambino piangere mentre impara ad addormentarsi da solo. Anche se può sembrare difficile, in questo modo impara a non contare sulle rassicurazioni dei genitori, e l’auto-calmarsi può portare a un sonno più profondo e indipendente nel tempo.

Potreste avere familiarità con il metodo Ferber, ad esempio, che permette ai genitori di impostare specifici orari per verificare se il bambino sta piangendo. Sono comunque disponibili diversi programmi di addestramento al sonno, che coinvolgono i vari gradi di questo metodo.

Metodo di Weissbluth

In questo metodo, Marc Weissbluth spiega che i bambini, a otto mesi, possono ancora svegliarsi fino a due volte a notte. Tuttavia, sostiene che i genitori dovrebbero organizzare le prevedibili routine della nanna lasciando i neonati, a partire da 5 o 6 settimane di età, piangere fino a 10 o 20 minuti per dormire.

Successivamente, a 4 mesi, Weissbluth raccomanda di passare a quella che viene definita “estinzione completa”. In questo caso, sarà necessario lasciare che il bambino pianga fino a quando non si ferma o si addormenta senza alcuna interazione dei genitori.

Metodo di Murkoff

Heidi Murkoff spiega che, a 4 mesi di età (per 11 chili), i bambini non hanno più bisogno di poppate notturne. Ciò significa che possono anche dormire tutta la notte, e che il risveglio notturno dopo i 5 mesi diventa un’abitudine.

L’addestramento al sonno, l’estinzione graduale, il risveglio programmato e il rinforzo dei ritmi del sonno iniziano dopo i 4 mesi, a scelta dei genitori. A 6 mesi, Murkoff sostiene che è appropriato darci un taglio, e passare quindi al pianto controllato.

Metodo di Bucknam ed Ezzo

Robert Bucknam e Gary Ezzo, che hanno dato al loro libro “Come diventare un bambino saggio il sottotitolo “Dare al tuo bambino il dono del sonno notturno”, pensano che insegnare al vostro piccolo ad auto-rilassarsi sia veramente un regalo che lo aiuterà nel lungo periodo. Ezzo e Bucknam sostengono che i bambini tra le 7 e le 9 settimane di età sono capaci di dormire fino a 8 ore per notte. A 12 settimane, invece, questa durata aumenta fino a 11 ore.

Il metodo del pianto controllato consiste nel permettere 15-20 minuti di pianto prima di dormire. È importante notare che questo metodo scandisce anche un ritmo specifico del sonno diurno (mangiare, sveglia, dormire).

Metodo di Hogg e Blau

Tracy Hogg e Melinda Blau, autrici de “Il linguaggio segreto dei neonati”, sostengono che quando un bambino pesa 4 chili è pronto a dormire tutta la notte. Detto questo, raccomandano poppate a grappolo serali e una poppata da sogno.

Per quanto riguarda il metodo del pianto controllato, le autrici dicono che i bambini eseguiranno tre fasi crescenti di pianto prima di dormire. I genitori tendono a cedere durante il secondo picco. Ebbene, con questo metodo i genitori sono autorizzati a intervenire, ma sono invitati ad andarsene di nuovo subito dopo che il bambino si è calmato.

Metodo di Ferber

Si tratta probabilmente del metodo più conosciuto. Richard Ferber usa infatti la tecnica di estinzione graduale, che inizia quando il bambino ha 6 mesi. Per graduale si intende, fondamentalmente, invitare i genitori a mettere il bambino a letto quando è sonnolento ma ancora sveglio.

Successivamente, si deve lasciare il piccolo piangere per 5 minuti prima di intervenire la prima volta. Dopo di che, si può estendere il tempo di risposta con incrementi di 5 minuti (o meno).

Metodo di Giordano e Abidin

Suzy Giordano e Lisa Abidin credono che i bambini, entro le 12 settimane di età, siano capaci di dormire 12 ore alla volta. Quando il bambino raggiunge le 8 settimane, questo metodo consente di piangere di notte per 3 o 5 minuti prima di intervenire. Al posto delle poppate notturne, gli autori incoraggiano i genitori a nutrire i bambini ogni 3 ore durante il giorno.

Come funziona il metodo del pianto controllato

Il modo in cui affrontate questo metodo dipende dall’età del vostro bambino, dalla filosofia che seguite e dalle vostre aspettative di sonno. Non c’è un approccio uguale per tutti, e ciò che funziona per un bambino o una famiglia può benissimo non funzionare per voi.

Prima di addestrare al sonno usando il metodo del pianto controllato, potreste voler parlare con il pediatra. In questo modo avrete dei chiarimenti su quanto il vostro bambino dovrebbe dormire di notte per la sua età, se ha bisogno o meno di una poppata notturna, e qualsiasi altra preoccupazione possiate avere.

Ecco un esempio di come iniziare il metodo del pianto controllato:

Stabilire una routine notturna prevedibile

Molti esperti in genitorialità sono d’accordo sul fatto che, prima di questo metodo, dovreste far entrare il vostro bambino nel ritmo da nanna. In questo modo, il piccolo è in grado di iniziare a rilassarsi e capisce che è ora di dormire. Questo potrebbe richiedere alcune azioni:

  • Attenuare le luci di casa
  • Mettere musica soft o rumori bianchi
  • Fare un bagno
  • Leggere una storia della buonanotte

Mettere il bambino nella culla

Prima di lasciare la stanza, assicuratevi di praticare tecniche di sonno sicure:

  • Non praticate il metodo del pianto controllato con un bambino ancora fasciato
  • Assicuratevi che la culla sia libera da qualsiasi peluche o cuscino
  • Mettete il vostro bambino sulla schiena per dormire

Guardate e aspettate

Se avete uno schermo o uno strumento audio per monitorare il vostro bambino, sintonizzatevi per vedere cosa sta facendo. In alcuni casi potrebbe andare a dormire, mentre in altri potrebbe subentrare un po’ di agitazione. È qui che entra in gioco il vostro metodo specifico in base al vostro intervento:

  • Se state seguendo un’estinzione completa, dovreste comunque tenere d’occhio vostro figlio per assicurarvi che sia al sicuro
  • Se state seguendo un approccio graduale, assicuratevi di tenere traccia dei diversi intervalli mentre andate a calmare brevemente il bambino

Calmate il bambino, ma non indugiate

Ad esempio, se state seguendo il Metodo Ferber:

  • La prima notte entrereste dopo 3 minuti, poi dopo 5 minuti, successivamente dopo 10 minuti
  • La seconda notte gli intervalli potrebbero essere più di 5 minuti, 10 minuti e 12 minuti
  • La terza notte, invece, 12 minuti, 15 minuti e 17 minuti

Ogni volta che entrate, prendete semplicemente in braccio il vostro bambino (oppure no, dipende da voi), calmatelo e poi andate via. La vostra visita dovrebbe durare 1 o 2 minuti al massimo.

Considerate altre situazioni

I pianti, a volte, sono segnali di aiuto del vostro bambino, di conseguenza ci sono momenti in cui è più propenso a piangere e ha davvero bisogno di voi. Se il vostro piccolo sta davvero passando un momento difficile, fate un passo indietro e valutate il quadro generale:

  • È malato? Sta mettendo i denti?
  • La stanza è troppo calda o troppo fredda?
  • Il pannolino è sporco?
  • Ha fame?

Ci sono diverse ragioni per cui il vostro bambino può piangere e ha bisogno del vostro aiuto.

Siate coerenti

Può essere difficile continuare questo metodo, notte dopo notte, se sentite che i vostri sforzi non funzionano immediatamente. Alla fine, il vostro bambino dovrebbe capire l’idea.

Tuttavia, per arrivarci, è molto importante cercare di essere coerenti e seguire il piano. Intervenire in certi momenti, e non in altri, può confondere il vostro bambino.

Quando è passato troppo tempo quando si tratta di piangere?

Che seguiate un metodo del pianto controllato a estinzione totale o graduale, ci sarà un punto in cui vi chiederete: “Per quanto tempo dovrei lasciar piangere il mio bambino?”. Purtroppo, non c’è davvero una risposta unica a questa domanda.

Nicole Johnson, esperta del sonno e autrice del popolare blog The Baby Sleep Site, sostiene che i genitori dovrebbero avere un piano chiaro prima di iniziare.

L’obiettivo del metodo del pianto controllato è quello di far addormentare il bambino senza associazioni del sonno, come essere cullato da mamma o papà. Di conseguenza è davvero difficile, dal momento che andare a controllare il bambino potrebbe comportare il dondolio o altre azioni calmanti.

Johnson afferma che i genitori devono decidere insieme cosa è troppo duraturo. Invece abbandonarvi alle percezioni del momento, come alla durata del pianto, cercate di elaborare i dettagli prima del tempo.

L’autrice consiglia anche di essere consapevoli delle situazioni in cui, i lunghi periodi di pianto in particolar modo, possono effettivamente segnalare che il bambino abbia bisogno di aiuto (malattia, dentizione, ecc.).

Età per iniziare

Gli esperti condividono che, mentre vari metodi possono iniziare dai 3 ai 4 mesi (a volte anche prima), può essere più appropriato dal punto di vista dello sviluppo aspettare che il bambino abbia più di 4 mesi.

Alcuni metodi di pianto controllato, come raccomandazione su quando iniziare, si basano sul peso del bambino. Altri, invece, vanno puramente in base all’età. Qualunque sia il caso, tutto ciò ha a che fare con le diverse idee su quando un bambino ha bisogno delle poppate notturne, rispetto a quando è pronto a dormire senza quest’ultime. Inoltre, la definizione di poppata notturna è importante: c’è una grande differenza tra andare a dormire da 6 a 8 ore senza una poppata o 12 ore senza.

È una buona idea parlare con il vostro pediatra prima di iniziare qualsiasi programma, in quanto il vostro bambino potrebbe avere specifiche esigenze di salute o di alimentazione non spiegate dai libri.

Come per tutte le cose da genitori, cercate di fare del vostro meglio per non seguire alla lettera i libri. Assecondate piuttosto le esigenze specifiche del vostro bambino.

I sostenitori dicono…

Probabilmente avete un amico, o un membro della famiglia, che giura assolutamente che questo metodo è stato un biglietto per il successo del sonno notturno. Ebbene, se siete ancora un po’ diffidenti nei confronti di queste tecniche, ci sono buone notizie. Uno studio del 2016 si è concentrato sugli effetti emotivi del lasciar piangere i bambini: i risultati non hanno mostrato alcun trauma duraturo.

È importante sottolineare che lo studio ha esaminato specificamente i metodi di addestramento al sonno che coinvolgono l’estinzione graduale, dove i genitori intervengono ai pianti a intervalli prestabiliti. Per eseguire la ricerca, gli scienziati hanno misurato i livelli di cortisolo dei bambini (l’ormone dello stress) utilizzando la loro saliva. Successivamente, un anno dopo, sono stati controllati alcuni bambini con problemi emotivi, comportamentali o di attaccamento. I ricercatori, in queste aree specifiche, non hanno trovato una differenza significativa tra i bambini nel test e i gruppi di controllo.

I ricercatori hanno anche valutato se i metodi del pianto controllato portino effettivamente a un sonno migliore. Di nuovo, la risposta è stata positiva. I bambini che hanno pianto, in realtà, si sono addormentati più velocemente e hanno avuto meno stress rispetto ai bambini nel gruppo di controllo. I soggetti sottoposti a questo metodo erano anche più propensi a dormire tutta la notte.

Mentre questo è solo un campione, uno studio del 2012 di Trusted Source ha valutato gli effetti a lungo termine dell’addestramento al sonno. I risultati sono stati simili: cinque anni dopo, i ricercatori hanno determinato che tale intervento non ha avuto effetti negativi, e non c’era alcuna differenza tra il test e i gruppi di controllo.

I critici dicono…

Come potete immaginare, l’idea di lasciare che un bambino pianga per lunghi periodi di tempo, senza il coinvolgimento dei genitori, crea un forte dissenso tra i critici. Ma esiste, in effetti, una ricerca a sostegno dell’idea che piangere possa essere dannoso per i bambini?

Uno studio di Trusted Source ha suggerito che i bambini diventano più attaccati alle loro madri quando le interazioni notturne sono positive. Ci riferiamo in particolar modo ai momenti in cui la mamma (o il papà, presumibilmente, anche se lo studio ha analizzato maggiormente le madri) prende in braccio il bambino e lo calma se si sveglia piangendo.

La psicologa Macall Gordon spiega che i metodi popolari di addestramento al sonno sembrano, in particolar modo, optare per una capacità di dormire più a lungo in modo lineare. Ciò significa che la quantità di sonno notturno del bambino dovrebbe aumentare con il tempo.

Tuttavia, Gordon sottolinea che il sonno può essere effettivamente legato a sfaccettature come:

  • La crescita del cervello
  • Il temperamento o la fisiologia del vostro bambino
  • La cultura e le regressioni dello sviluppo nel primo anno

In altre parole, il sonno non è così semplice e non c’è necessariamente un programma specifico, coinvolgendo il pianto o viceversa, che permetta al vostro bambino di dormire fedelmente per 12 ore ogni notte.

Il punto chiave

Potete lavorare sulle migliori abitudini del sonno con il vostro bambino, tuttavia senza necessariamente sperimentare alcun metodo specifico di addestramento al sonno. Alcuni consigli:

  • Mantenete una routine coerente per la nanna ogni sera, e mettete il bambino nella culla assonnato ma sveglio
  • Lasciate che il bambino si agiti un po’, e considerate l’uso di un ciuccio per aiutarlo a calmarsi
  • Lavorate per capire cosa è opportuno aspettarsi dal vostro bambino, soprattutto per quanto riguarda i risvegli notturni e le poppate
  • NON agitatevi se i metodi che state provando non funzionano

Alcuni bambini nascono con un buon sonno, mentre per altri è un processo che può richiedere del tempo. Se siete preoccupati per le abitudini del sonno del vostro bambino, non esitare a prendere un appuntamento con il pediatra.

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