Come nascono i bambini gemelli

Quando i bambini sono due ecco quali sono le fasi del travaglio e del parto gemellare

. La notizia della nascita di un figlio è sempre una bella notizia e porta con sè ansie, paure, timori che possono raddoppiarsi quando si ha la notizia di una gravidanza gemellare. La paura più grande di una gestante è proprio quella di non sapere bene come avviene un parto gemellare e in cosa differisce da quello singolo.

IL PARTO GEMELLARE

Il parto gemellare è, appunto, il parto di due o più bambini, momento in cui viene portata a termine una gravidanza multipla che, in genere, viene diagnosticata attorno alla diciottesima settimana.
Nella maggior parte dei casi, una gravidanza multipla prevede la nascita di due gemelli che possono essere definiti monozigoti, nel caso in cui viene fecondato un solo ovocita da parte di un solo spermatozoo: che prima di arrivare all’utero si divide in due o più parti. Il secondo tipo di gemelli è quello definito come eterozigoti, ovvero il frutto di un concepimento di due ovociti da parte di più spermatozoi.
Il momento del parto e la tipologia, ovvero se sia necessario un parto cesareo o possibile un parto naturale, dovrebbero avvenire alla fine della gestazione, ovvero alla 38esima settimana, ma spesso i parti gemellari possono avvenire anche prima, ovvero già dalla 32esima.

LE FASI DEL PARTO

Il travaglio
La fase del travaglio non è differente da quella di una gravidanza singola fino alla nascita del primo bambino.

L’espulsione
Nelle situazioni di parti gemellari i bambini nascono uno alla volta come in un parto normale. Dopo una pausa di circa 15-30 minuti, tempo durante il quale l’utero adatta le sue dimensioni a quelle ora ridotte, riprendono le contrazioni che favoriscono l’espulsione del secondo bambino, a seconda della posizione in cui si trova.
Qualora il nascituro si presenti in posizione cefalica, ovvero porge la testa verso il canale del parto, si può procedere ad un’espulsione naturale. Quando, invece, il bambino si espone in posizione podalica (ovvero con i piedini rivolti verso il canale del parto), sarà necessario bloccare le contrazioni tramite la somministrazione dell’ossitocina affinchéS ci sia lo spazio necessario alla nascita, spazio che il primo bambino ha già creato durante la sua espulsione. Nel momento in cui, invece, il piccolo si presenta di traverso, sarà necessario operare delle manipolazioni ad opera dell’ostetrica che favoriscono il corretto posizionamento funzionale al parto.

PARTO NATURALE

Le condizioni esaminate si riferiscono a quei casi in cui è possibile dar vita ai gemelli tramite un parto naturale. Questo parto necessita, appunto, di alcune condizioni specifiche. In particolare, per permetterlo: è necessario che anche solo uno dei gemelli si trovi in posizione cefalica, ovvero con la testa rivolta verso il canale del parto. E’ importante che le condizioni di salute della donna siano buone, ovvero che non abbia sviluppato alcun tipo di disturbo nella fase finale della gravidanza e che abbia un bacino abbastanza ampio.

CESAREO

Nel caso in cui non siano presenti i fattori di cui sopra, sarà necessario optare per un parto cesareo. Non solo, ma ci sono anche altri fattori che possano costringere l’equipe medica a scegliere questa soluzione per il benessere della gestante e dei nascituri.
I casi in cui si deve scegliere il parto cesareo sono dettati da: la posizione podalica di tutti i bambini; che la gestazione sia stata di tre o più bambini; la situazione di placenta previa, ossia posizionata davanti al canale vaginale, che rischia di causare gravi emorragie nel momento della dilatazione e dopo la nascita dei gemelli.
Il cesareo è necessario anche qualora uno dei bambini presenti un ritardo nella crescita e, quindi, una conseguente differenza nel peso.
A differenza di quello naturale, il parto gemellare cesareo deve essere programmato attorno alla 37 esima settimana di gestazione o, comunque prima della fine della gravidanza, qualora siano già presenti le condizioni per programmarlo. Il cesareo può anche essere programmato d’urgenza nel momento in cui, come precedentemente precisato, vengano a mancare, nel momento del travaglio, le condizioni per espletare quello naturale.

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