Come avviene l’aborto volontario: guida utile

Ecco alcune delucidazioni sul metodo di aborto volontario

Come funziona l’aborto volontario? Con questo termine si indica l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), legale in Italia entro certi termini o a certe condizioni. Ciò non significa che effettuarlo sia facile, quindi vi proponiamo una breve guida per orientarvi meglio. Innanzitutto, l’aborto di cui parliamo qui è diverso da quello spontaneo, il quale avviene non per scelta della puerpera. Per aborto volontario si intende quello che la donna incinta desidera praticare per non portare a termine la gravidanza in corso. Vediamo come funziona.



Aborto volontario

Per la legge italiana, l’aborto è legale durante i primi 90 giorni di gravidanza, inteso come tempo trascorso dall’ultima mestruazione. Ciò significa che, in termini ecografici, il tempo corrisponde a 12 settimane e 6 giorni. Prestate attenzione perché, se l’ultima mestruazione si è presentata poco abbondante, è possibile che siate incinte dal mese prima e che quindi il tempo a disposizione per l’aborto risulti più ridotto. Oltre i 90 giorni, l’aborto volontario è possibile solo in due casi. Il primo è quello in cui la gravidanza rappresenti un rischio grave per la salute della puerpera. Il secondo corrisponde a gravi malformazioni del feto, in presenza di un certificato psichiatrico sui rischi per la salute mentale della donna.

Se scopri di essere incinta e vuoi abortire, è necessario che tu ti rivolga al più presto a un qualsiasi medico di fiducia. Al termine del colloquio, il medico è tenuto a rilasciare un certificato di quanto avvenuto e a invitarti a un periodo di riflessione di almeno 7 giorni. In molti consultori vige la pratica di fissare un colloquio con uno psicologo o un assistente sociale: si tratta di una prassi ma non della legge, dunque accettate l’offerta solo se si tratta di ciò che desiderate.

Durante i 7 giorni di attesa, potete fissare un appuntamento per abortire in una struttura autorizzata, che sia pubblica o convenzionata. Se non sapete a chi rivolgervi, passate innanzitutto dalla vostra ASL. Questa ha il dovere di garantirvi l’accesso all’aborto o di mettervi in contatto con la struttura più vicina. Se sei minorenne e vuoi abortire, parla con i tuoi genitori e ottieni la loro autorizzazione. Se non puoi parlarne con loro, rivolgiti a un consultorio. Dopo un colloquio con assistente sociale e psicologo, ti verrà rilasciato un certificato da portare al giudice tutelare dei minori per ottenere l’autorizzazione ad abortire.

Metodi di aborto

In Italia, i metodi consentiti per l’aborto sono due. Il primo consiste nel metodo chirurgico, ovvero per aspirazione, da effettuare entro le 14 settimane dall’ultima mestruazione. L’intervento può essere eseguito in ospedale oppure presso uno studio medico. Il secondo metodo è invece quello farmacologico, in Italia consentito solo in ospedale. Esso viene effettuato grazie all’azione di due farmaci: la Mifegyne (RU 486), che blocca l’azione del progesterone impedendo il progredire della gravidanza, e una prostaglandina, che induce le contrazioni uterine provocando l’espulsione dei tessuti embrionali.

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