Ciuccio: guida all’acquisto del modello migliore

Vuoi sapere quali sono i migliori modelli di ciuccio? Ecco la guida all'acquisto ed alcuni importanti consigli sul suo utilizzo.

Non proprio tutti i bambini, ma la maggior parte di essi, amano succhiare il ciuccio, anzi per alcuni di loro, il ciuccio è un vero e proprio amico, che scatena pianti esagerati se casualmente non si trova più o musi lunghi se lo si è dimenticato a casa. Ma quale scegliere tra i tanti modelli presenti sul mercato? La varietà dei modelli è talmente variegata, che a volte i genitori hanno difficoltà ad individuare il ciuccio più adatto. Ecco allora una guida all’acquisto del modello migliore di ciuccio da comprare.

Ma perché i bambini amano tanto il proprio ciuccio? La risposta esatta è, non si sa. Secondo alcuni il succhiare è un gesto naturale che compie il bambino perché riceve in cambio una sensazione di benessere e relax. Ecco perché i bimbi si tranquillizzano quando succhiano il ciuccio, il dito, il capezzolo o le bavette. Pensate che alcuni bambini iniziano a succhiare il dito già all’interno del grembo materno, ancor prima di nascere.

Quando utilizzare il ciuccio

Alcuni dottori sono assolutamente contrari, per altri invece è tutto naturale. Secondo recenti studi effettuati sui bimbi prematuri, è emerso come i bimbi che si succhiavano il pollice, avevano degenze ospedaliere più brevi, perché succhiando si tranquillizzavano e spendevano meno energia nel pianto, a vantaggio di una risoluzione più veloce di alcune patologie tipiche dei bambini prematuri. Tuttavia, per completezza di informazioni è bene dire che, questa abitudine non deve essere assecondata se il bambino è già grandicello. Il dito in bocca può causare seri danni ai denti ed alla mandibola.

Il ciuccio nei primi mesi di vita del bambino è un grande alleato della mamma e del papà. Esso ha infatti lo strano e magico potere di calmare il bebè e di farlo addormentare. D’altro canto però l’utilizzo del ciuccio non deve far si che vengano eliminate tutte le buone, vecchie e sane abitudini e cioè, per calmare il bambino non sempre si deve necessariamente mettergli il ciuccio in bocca, a volte può essere utile cantare una ninna nanna, prenderlo in braccio e cullarlo,allattarlo o semplicemente raccontargli una storia e facendogli sentire la propria voce. Spesso è proprio il suono della voce della mamma a far calmare il bambino. Magari in assenza della mamma, l’utilizzo del ciuccio può tornare utile.

Ecco un’ interessante spunto su cui riflettere, in merito ad alcune raccomandazioni sull’utilizzo del ciuccio. L’American Academy of Pediatrics ha dettato infatti, le linee giuda per chi utilizza il ciuccio:

  • Il ciuccio andrebbe usato quando si corica il bambino per dormire e NON essere reinserito in bocca una volta che il bambino sia già addormentato;
  • Se il bambino rifiuta il ciuccio non dovrebbe essere costretto a prenderlo;
  • I ciucci non devono essere rivestiti di alcuna soluzione dolce;
  • I ciucci devono essere puliti frequentemente e sostituiti regolarmente;
  • Per i neonati allattati al seno occorre ritardare l’introduzione del ciuccio fino a 1 mese di età al fine di garantire il buon avvio dell’allattamento al seno.

I migliori prodotti in commercio

Oggi i ciucci in commercio sono tantissimi, di diverse forme, colori e materiali. Alcune statistiche dicono che sia in assoluto l’accessorio per bambini più utilizzato, su 10 neonati ben 7 di essi utilizzano il ciuccio. Ma quando è nato il ciuccio? Le sue origini risalgono addirittura al 1400, quando i genitori mettevano pane o carne in un sacchetto, imbevuto poi di vino o oppio, per calmare il bambino. Nel corso degli anni, per fortuna questa barbara usanza è stata via via eliminata. Si deve attendere il 1845 quando venne registrato il primo brevetto di una tettarella realizzata con gomma indiana, in sostanza la mamma di tutti i ciucci.

I ciucci in commercio oggi sul mercato sono realizzati in silicone o lattice. Il silicone è un prodotto chimico a base di silicio, che non si deforma, capace di assorbire odori e sapori e che nel tempo non si altera. Esso resiste benissimo alle numerose e frequenti sterilizzazioni. Il lattice è un prodotto naturale, più morbido ed elastico. Secondo gli esperti il ciuccio in silicone è perfetto per i primi mesi di vita, mentre andrebbe dato al bambino quello in lattice soprattutto durante il periodo di crescita dei dentini, poiché il lattice è molto più resistente del silicone. Ecco i migliori prodotti in commercio.

1. Chicco Gommotto, Caucciù

Il ciuccio in caucciù della Chicco Physio Soft Gommotto è stato giudicato il miglior ciuccio del 2017. La mascherina sagomata presente sul fronte del ciuccio è realizzata in modo da non schiacciare il nasino del bambino, inoltre sulla tettarella sono presenti delle riproduzioni delle rughe palatine che servono per favorire la deglutazione. Da utilizzare a partire dai 4 mesi di età.

2. Philips Avent

Al secondo posto della classica per il miglior ciuccio troviamo questo modello della Philips Avent, interamente realizzato in morbido e leggero silicone, con la tettarella a forma di ciliegina che favorisce una suzione naturale. Da utilizzare da 0 a 2 mesi di età.

3. Babyartikel, Succhietto in silicone/strong>

Molto votato anche questo modello della MAM, qui in versione bambina, realizzato in silicone e plastica con mascherina a forma di farfalla e superficie interna con micro ondulazioni per far respirare meglio la pelle ed evitare dermatiti. Da utilizzare da 0 a 6 mesi di età.

Quando togliere il ciuccio

Se per i primi mesi di vita l’utilizzo o meno del ciuccio incontra pareri discordanti tra gli addetti ai lavori, è opinione comune che il ciuccio ad una certa età vada tolto. Se fino ai tre anni di età esso rappresenta una consolazione, dopo questa età il bambino deve aver sviluppato altri modi per calmarsi e consolarsi e qui il ruolo dei genitori è fondamentale.

Succhiarsi il dito o succhiare il ciuccio dopo i tre anni è una vera e propria dipendenza ed i genitori devono aiutare il bambino a trovare una motivazione valida per toglierlo. Tale motivazione non deve essere il solo giocattolo in premio, ma deve essere legata alla fine della dipendenza. Smettere di succhiare vuol dire per il bambino subire una perdita, e quindi i genitori dovranno mantenere un atteggiamento sicuro, paziente e perseverante, anche perché i tentativi di ricaduta saranno diversi. Per evitare le ricadute è importante che mamma e papà conoscano molto bene le abitudini del loro bambino, se ad esempio il succhiare il ciuccio era legato prevalentemente ai momenti di noia è bene che i genitori organizzino attività divertenti e simpatiche a quei momenti di noia.

Come togliere il ciuccio

Gli stratagemmi utilizzati dai genitori per togliere il ciuccio ai propri figli sono i più disparati, c’è chi lo fa sparire, chi si inventa falsi rapimenti da parte di fatine o supereroi e chi invece alla prima occasione lo perde di proposito. Il sito americano Babycenter, un sito con tanti utili e pratici consigli legati al mondo dei bambini, ha creato un elenco di 10 modi infallibili suggeriti dai genitori per togliere il ciuccio. Leggiamoli insieme:

  1. Toglierlo presto;
  2. Toglierlo immediatamente;
  3. Dategli un sapore cattivo;
  4. Convincete vostro figlio a regalarlo;
  5. Toglierlo gradualmente;
  6. Romperlo;
  7. Lasciarlo alla fatina in cambio di un gioco;
  8. Perderlo;
  9. Leggetegli dei libri sull’argomento;
  10. Lasciate che la natura faccia il suo corso.

Che ne pensate? Qual’è per voi il consiglio migliore? Sicuramente togliere il ciuccio al bambino non è facile e come abbiamo detto poche righe fa, ci vuole molta pazienza e perseveranza. In genere il cuccio deve essere tolto intorno ai tre anni di età, ma bisogna prestare attenzione a non toglierlo nei momenti in cui il bambino sta attraversando dei grossi cambiamenti come la nascita di un fratellino o di una sorellina, l’inizio dell’asilo, il cambio di casa o la perdita di una persona cara, magari di un nonno o una nonna. I pediatri sostengono che il ciuccio va tolto gradualmente, prima alcune ore, poi durante il giorno ed infine anche la notte. Se invece il bimbo proprio non ne vuol sapere di separarsi dal ciuccio, due sono gli stratagemmi da utilizzare.

Si può lasciare che la natura faccia il proprio corso e pensare “prima o poi lo abbandonerà da solo”, tendendo in considerazione il fatto che molti bambini che succhiano il dito o il ciuccio, non appena iniziano ad andare a scuola, sentendosi più grandi e vedendo gli altri bambini, per mera emulazione, decidono di non succhiare più. Oppure si può aspettare che il ciuccio venga distrutto e sfinito dal tanto succhiare, che in poche parole sia il bambino stesso a romperlo. Difficile che un bambino succhi un ciuccio rotto…e a questo punto rimane solo il fatto di resistere alla tentazione di comprarne uno nuovo.

Ricordiamo infine che una coccola, una favola, un regalino, una passeggiata, un gioco insieme a volte possono fare dei veri e propri miracoli, dopo i tre anni i bimbi non hanno più bisogno del ciuccio, ma hanno sicuramente necessità di passare più tempo con mamma e papà. Quindi per quanto possibile con il lavoro, cerchiamo di trovare più tempo da trascorrere con i nostri bambini e vedrete che il ciuccio piano piano, scomparirà da solo.

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