Ansia da matematica: cosa è, cause, rimedi

L'ansia da matematica esiste e colpisce i bambini sin dalla scuola primaria

L’ansia da matematica esiste e colpisce i bambini che, già dalle elementari, si trovano a manifestare un’avversione nei confronti della materia. Scopriamo di cosa si tratta, le cause e a chi deve essere attribuita la colpa di tali sentimenti ansiosi nei confronti della matematica.

L’ansia da matematica: cosa è

Sono sempre più numerosi i bambini che si affacciano alla matematica con timore e diffidenza e che sempre più affermano “Odio la matematica, non fa per me“. La matematica ha la nomea di essere una materia complicata e difficile da comprendere prima ancora di essere studiata e che genera un senso di frustrazione nel superare le difficoltà presenti in essa. Questa avversione, secondo gli esperti, ha un’origine molto precoce infatti, già dalle scuole elementari, molti bambini si trovavo ad essere vittime dell’ansia da matematica e associano ad essa tutta una serie di sensazioni negative che possono portare ad insuccessi scolastici. Oggi chi si è trovato a studiare in modo approfondito tale fenomeno è stata l’Università di Cambridge dalla cui analisi è emerso che 1 bambino su 10 manifesta sensazioni poco piacevoli quando si trova ad avere a che fare con la matematica.

La ricerca è stata eseguita su un campione di 1700 studenti di età compresa tra gli 8 e i 13 anni. Da tale ricerca è emerso anche che sarebbero le bambine e le ragazzine i soggetti maggiormente colpiti dall’ansia da matematica. Tale differenza potrebbe essere collegata alla presenza dei numerosi stereotipi di genere presenti nella nostra cultura, tra cui che le donne sono meno abili con i numeri. Ma tale stereotipo non ha nessun fondamento scientifico. “L’ansia è più marcata nel genere femminile a partire dall’adolescenza e lo studio in questione conferma questa differenza, associata a ragioni psicobiologiche e alimentata da questi stereotipi” è ciò che afferma Roberta Penge, neuropsichiatra infantile alla Sapienza Università di Roma

Le cause dell’ansia da matematica

Chi sarebbero i responsabili dell’ansia verso i numeri sono i genitori e gli insegnanti. I bambini, prima di approdare alle elementari, hanno già sviluppato una convinzione ben precisa e salda: la matematica è troppo complessa. Proprio genitori e insegnanti sono i colpevoli di tale convincimento perché influenzerebbero le prestazioni e gli atteggiamenti verso la matematica, senza nemmeno rendersene conto. Spesso i genitori hanno aspettative troppo elevate nei confronti dei propri figli tanto da indurre in loro risentimenti verso le cose.

In un comunicato stampa Ros McLellan, co-autore dello studio, ha detto che

Insegnanti, genitori, fratelli, sorelle e compagni di classe giocano tutti un ruolo nella forma che prende l’ansia della matematica in un bambino. I genitori e gli insegnanti dovrebbero prestare attenzione a come rischiano, involontariamente, di contribuire a questa forma di ansia. Affrontare il proprio disagio e pregiudizio nei confronti della matematica potrebbe essere il primo passo per aiutare i propri figli o gli studenti

I dati di tale studio, inoltre, hanno rivelato che il 77% degli studenti intervistati soffre di ansia da matematica pur avendo voti alti nella materia. Tali casi sono da tenere maggiormente sotto controllo in quanto c’è il rischio di sottovalutarne il disturbo e le loro emozioni negative, essendo che queste non vengono manifestate.

Le soluzioni

Un altro co-autore dello studio, Denes Szucs, del dipartimento di psicologia dell’Università di Cambridge invece ha affermato che

Dovremmo affrontare subito il problema dell’ansia da matematica per permettere ai giovanissimi di smettere di provare ansia nell’apprendimento della matematica e offrire loro l’opportunità di fiorire

Gli esperti hanno affermato che gli insegnati, e anche i genitori, devono essere consapevoli che la loro stessa ansia può facilmente influenzare i figli e il loro rendimento scolastico. Quindi la soluzione migliore sarebbe quella di porre fine a comportamenti di questo genere e far vivere al bambino l’approccio alla materia nel modo più naturale possibile.

Condividi