Pelle e bambini al mare: i consigli del dermatologo

Come gestire le giornate al mare dei bambini, proteggerli correttamente dal sole, da eritemi e altri consigli pratici. E se vengono punti dalle meduse? Gli errori da evitare. Parola al professor Bagnoni.

di Angelica Amodei

 

L’estate è la stagione della libertà, delle giornate in spiaggia e dei giochi all’aria aperta. Ma quando si parla di bambini e sole, l’attenzione non è mai troppa. Come comportarsi al sole? Quali attenzioni o pericoli possono nascondersi sotto la sabbia o in acqua? Ne parliamo con un grande esperto, il professor Giovanni Bagnoni, dermatologo e primario del reparto di dermatologia Ospedale di Livorno. Ecco i consigli utili per una pelle protetta e non solo.

Proteggere la pelle di bambini e ragazzi

“La pelle dei più piccoli è particolarmente sensibile e va difesa con attenzione. È fondamentale applicare sempre filtri solari ad alta protezione, soprattutto su bambini e ragazzi”, spiega il professor Bagnoni. “Nei primi mesi di vita, invece, è meglio evitare del tutto l’esposizione diretta al sole: i neonati hanno meccanismi di difesa ancora immaturi. Quando escono, devono indossare indumenti leggeri in fibre naturali e un cappellino”.

Prosegue: “L’abbronzatura è una risposta naturale della pelle, una sorta di filtro autoprodotto, ma non protegge dai danni del sole. Se l’esposizione è eccessiva e senza protezione, il rischio di scottature aumenta. Le ustioni solari durante l’infanzia, inoltre, sono associate a un rischio più elevato di sviluppare tumori della pelle in età adulta. È quindi essenziale prevenirle con cura”.

Le regole d’oro sotto il sole

• Evitare l’esposizione nelle ore più calde, tra le 11 e le 16.
• Esporsi gradualmente, iniziando con pochi minuti al giorno e aumentando il tempo in modo progressivo.
• Usare sempre creme solari con un SPF 50+, da riapplicare ogni due ore e dopo ogni bagno.
• Ricordare che anche all’ombra, sotto l’ombrellone, i raggi solari arrivano lo stesso: la protezione va mantenuta anche lì.

L’importanza dell’alimentazione

“Una buona idratazione e un’alimentazione ricca di vitamine aiutano a proteggere la pelle dall’interno”, spiega il dermatologo. “Offrire regolarmente acqua ai bambini è fondamentale, così come proporre frutta di stagione e verdure crude da sgranocchiare (finocchi, carote, pomodorini, peperoni). Ottime soluzioni da portare in spiaggia sono frutta fresca a pezzetti, verdure già lavate e pronte, o thermos con spremute e centrifugati fatti in casa, molto meglio delle bevande industriali ricche di zuccheri”.

Mare, sabbia e… raggi riflessi

Anche il luogo fa la differenza. “In spiaggia e in acqua, i bambini sono esposti non solo ai raggi diretti del sole, ma anche alla radiazione riflessa: acqua e sabbia, come neve e ghiaccio, agiscono come specchi, intensificando l’effetto dei raggi UV”, dice Bagnoni.

I consigli pratici:
1 usare sempre creme solari ad alta protezione. Per i neonati, evitare l’esposizione diretta e coprire bene con cappellino e indumenti.
2 L’applicazione della crema non autorizza a stare al sole nelle ore critiche: va applicata spesso e dopo ogni bagno.
3 Esporre i bambini al sole in modo graduale, partendo da 5-10 minuti al giorno.
4 Anche sotto l’ombrellone servono le stesse precauzioni: il caldo e i raggi UV arrivano anche lì.

Eritema solare

Una reazione frequente nei bambini è l’eritema solare: la pelle diventa rossa, calda, secca, pruriginosa e molto sensibile, fino alla comparsa di bolle. Utile non solo la protezione solare, ma anche magliette in fibre naturali. Sciacquare sempre la pelle con acqua dolce dopo il bagno ed evitare che possa irritarsi con la sabbia. Se lieve, l’eritema guarisce in 3-4 giorni. Nei casi gravi può evolvere in una vera e propria ustione.

Cosa fare: far bere tanta acqua, applicare impacchi freddi con tessuti naturali, immergere il corpo in acqua fresca, usare creme lenitive e idratanti. Evitare l’esposizione al sole finché la pelle non guarisce completamente. Non grattarsi, non rompere bolle e vescicole per evitare infezioni. Se l’eritema è esteso o persistente, consultare il medico o un dermatologo. Le complicanze possono includere: infezioni secondarie, chiazze scure, sudamina. La pelle resta sensibile al sole per settimane. A lungo termine, le scottature aumentano il rischio di macchie, invecchiamento precoce e tumori cutanei.

Sole e dermatiti: cosa sapere

“L’esposizione al sole può provocare anche reazioni cutanee particolari, come le fitofotodermatiti. Queste sostanze, combinate con i raggi solari, possono dare luogo a eritemi o ustioni, spesso localizzate su viso, braccia, mani o gambe. È importante riconoscere i vegetali “a rischio” e fare attenzione, soprattutto nei bambini”, dice il dermatologo.

Meduse, cosa fare se il bambino viene punto

“Le meduse rilasciano una sostanza urticante tramite i loro filamenti”, avverte Bagnoni. “Al contatto, si avverte subito un bruciore intenso e dolore, seguiti da arrossamento e pomfi simili all’orticaria. Dopo 10-20 minuti, il dolore si attenua, ma può comparire un forte prurito. Se la zona colpita è estesa (oltre il 50% del corpo), la reazione può diventare molto intensa”.

Cosa fare: tranquillizzare il bambino e farlo uscire dall’acqua; controllare la pelle e, se ci sono filamenti attaccati, rimuoverli delicatamente con una pinzetta; mai strofinare: aumenta il rilascio del veleno. Se non si hanno farmaci, è utile far scorrere acqua di mare calda (non dolce!) sulla parte colpita per diluire la tossina. Quindi chiedere il parere del medico o recarsi in farmacia se la zona colpita è ampia.

Foto: Pixabay

Leggi anche: Melanoma, cinque scottature da adolescenti aumentano il rischio dell’80 per cento

Leggi anche: Bagni al mare, ecco la guida per i genitori in vacanza

Condividi su: