I dati vanno esaminati: nel nostro Paese un bambino su quattro è in sovrappeso se non obeso. Ne parla a Mamma Magazine l’esperta
di Monica Giovacchini*
In Italia, oggi, un bambino su quattro è in sovrappeso o addirittura obeso. Un dato che dovrebbe farci riflettere, senza allarmismi inutili ma con la giusta dose di consapevolezza. Perché sì, il problema c’è, e spesso si insinua nei primi anni di vita, quando tutto sembra ancora sotto controllo. Ma è proprio lì che possiamo (e dobbiamo) intervenire.
Il peso
Ma come si stabilisce, esattamente, il sovrappeso nei bambini? A differenza degli adulti, per i quali usiamo l’indice di massa corporea (il famoso BMI), nei bambini la valutazione è un po’ più articolata. Si fa riferimento alle curve di crescita, note anche come tabelle dei percentili, che mettono in relazione peso, altezza ed età. Un bambino è considerato in sovrappeso quando supera del 10-20% il peso ideale per la sua età (rappresentato dal 50° percentile), mentre si parla di obesità se lo scarto supera il 20%. Il punto però non è solo diagnostico, ma soprattutto educativo. Ma attenzione: il vero punto non è solo quanto pesa un bambino, ma perché pesa così.
Le tre ragioni
Le cause? Le conosciamo (ma le sottovalutiamo). Nella maggior parte dei casi, i responsabili principali sono tre: alimentazione scorretta, stile di vita sedentario e familiarità genetica. Sulla genetica non possiamo fare miracoli, ma su ciò che succede a tavola e sul divano… sì, possiamo eccome. Perché l’educazione alimentare inizia molto prima di scuola e pediatra: parte in cucina e al supermercato. Se nel carrello finiscono ogni settimana merendine, bibite gassate, snack salati e piatti pronti, inutile sperare in abitudini sane. I bambini imparano osservando, e se vedono che i genitori mangiano bene, prima o poi lo faranno anche loro. Non si tratta di “metterli a dieta”, ma di educare il gusto. E per farlo servono due ingredienti: pazienza e coerenza, iimparando a gestire con consapevolezza la spesa settimanale. Scegliere cosa mettere nel carrello è un atto di responsabilità. Se la casa è libera da certi alimenti, non ci sarà nemmeno il desiderio di consumarli.
Movimento: meno tablet, più parco
Un altro nemico silenzioso? La sedentarietà. Non possiamo ignorare quanto il movimento sia determinante. Sempre più spesso i bambini trascorrono ore seduti, tra televisione, tablet e videogiochi, con pochissimo spazio per il gioco all’aperto. Non serve iscriverli a mille attività sportive per ottenere benefici: anche una semplice passeggiata quotidiana, qualche giro in bicicletta o un pomeriggio al parco possono fare la differenza. Anzi, approfittare di questi momenti per muoversi insieme rafforza non solo il fisico, ma anche la relazione genitore-figlio.
La genetica non è destino
E la genetica? Non è una condanna: possiamo negare che un bambino con uno o entrambi i genitori in sovrappeso abbia una probabilità maggiore di sviluppare lo stesso problema. I dati parlano chiaro: se uno dei due genitori è obeso o in sovrappeso, il rischio per il figlio sale al 25%; se lo sono entrambi, si arriva oltre il 30%. Ma genetica non è destino. La predisposizione può essere bilanciata con uno stile di vita sano, fatto di buone abitudini e scelte consapevoli. In tutto questo, c’è una parola chiave che non dovremmo mai dimenticare: prevenzione. È sempre più facile prevenire che curare. Quando si parla di bambini, questo è ancora più vero. Non dobbiamo aspettare che il peso diventi un problema per iniziare a preoccuparci: dobbiamo creare fin da subito un ambiente positivo, dove il cibo non sia un nemico ma un alleato, e dove muoversi sia un gioco, non una punizione.
Perché in fondo, regalare a un bambino uno stile di vita sano è uno dei gesti d’amore più concreti che possiamo fare. Un figlio in salute è un figlio sereno. E una famiglia che sceglie il benessere ogni giorno, che mangia bene e si muove insieme… è una famiglia che cresce bene, e cresce insieme.

Biologa nutrizionista
Foto: Pixabay
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