Bandire i telefonini a scuola, l’esperto: “Vietare non è mai la soluzione a lungo termine”

In Italia i telefonini sono vietati in classe dallo scorso settembre e il ministro Valditara ha presentato la proposta per una raccomandazione europea che scoraggi l’uso degli smartphone in classe. A Mamme Magazine il commento di Alessio Carciofi, esperto di digital detox

di Manuela Vacca

 

“I risultati degli studi scientifici dimostrano che l’abuso di dispositivi mobili durante l’infanzia e la preadolescenza incide negativamente sullo sviluppo cognitivo, causando perdita di concentrazione e memoria, riduzione delle competenze linguistiche e del pensiero critico. Oltre al calo delle performance scolastiche, l’uso eccessivo degli smartphone in età precoce è riconosciuto come una delle principali cause di isolamento sociale. È giunto il momento di intervenire con decisione per tutelare il benessere e l’apprendimento dei nostri giovani”.

Lo ha dichiarato ieri il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che, in occasione della riunione del Consiglio dell’Unione europea dedicata all’Istruzione, ha proposto una raccomandazione europea che scoraggi l’uso degli smartphone in classe in tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado dell’Unione europea. In Italia il divieto è stato disposto da settembre 2024: gli alunni, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, non possono usare smartphone in classe anche se resta consentito l’uso dei dispositivi previsti nei piani didattici personalizzati per studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento.

Schermi sempre accesi

Dagli ultimi dati diffusi da Save the children emerge che in Italia circa un bambino su tre trai 6 e i 10 anni (il 32,6%) usa lo smartphone tutti i giorni. Erano il 18,4 per cento nel 2018-2019. In un contemporaneo in cui si è sempre connessi, molti Paesi europei hanno iniziato a imporre norme stringenti e l’opinione pubblica si confronta e i genitori spesso non si sentono all’altezza. Ormai fuori dalla Ue, il Regno Unito si è fatto notare per “Smartphone Free Childhood”, gruppo fondato da due mamme con migliaia di seguaci e impegnato a limitare l’uso dei cellulari da parte di bambini e adolescenti. Ultimamente le angosce dei genitori, legate anche alle conseguenze dell’uso dei social da parte dei giovanissimi, sono state amplificate dalla miniserie televisiva britannica “Adolescence“, creata da ideata da Jack Thorne e Stephen Graham.

L’esperto di digital detox

L’esperto Alessio Carciofi

“Penso che l’idea del ministro sia in linea con i tempi che viviamo, perché porta a un uso consapevole della tecnologia del mondo educativo scolastico, ma non basta: vietare non è mai la soluzione a lungo termine“, dichiara a Mamme Magazine Alessio Carciofi, esperto di digital detox, docente universitario e autore del libro “Wellbeing. Il futuro umano e digitale del benessere (Il Sole 24 ore, 2023).

Il cellulare non è più una tecnologia, è un ambiente e questo significa che, come tale, dobbiamo riabituarci, conoscere le regole e il bon ton di questo ambiente all’interno del quale noi passiamo un terzo della giornata”, prosegue l’esperto che guarda anche ad altre azioni: “Qui serve consapevolezza, ma soprattutto educare il corpo docenti a questa rivoluzione”, suggerisce.

 

 

Foto: Pixabay

Leggi anche: Adolescenza e aggressività, non servono i genitori amici

Condividi su: