Stop ai telefonini a scuola: non servono alla didattica e alcuni genitori saranno sollevati

La nuova circolare del ministro dell’Istruzione prevede il divieto dell’uso di smarthphone anche nelle scuole superiori. I commenti a Mamme Magazine di Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’associazione che riunisce i presidi, e di Beatrice Borelli, psicoterapeuta specialista dell’età evolutiva e dell’adolescenza 

di Manuela Vacca

 

Stop allo smartphone in classe  anche alle superiori in orario scolastico, oltre che nella scuola primaria. Lo prevede una circolare firmata, nel pomeriggio del 16 giugno, dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara inviata ai dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado e ai coordinatori didattici delle scuole paritarie del secondo ciclo d’istruzione.

La circolare

“Tale intervento appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi, ampiamenti dimostrati dalla ricerca scientifica, che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche  Sull’argomento – si legge nel documento  – sono sempre più numerosi gli studi, così come risulta una sempre maggiore attenzione da parte degli organismi internazionali e delle istituzioni sanitarie sulla necessità di adottare politiche in grado di contrastare i preoccupanti fenomeni che tali ricerche mettono in luce”.

I presidi: non sarà difficile far rispettare il divieto

Per Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’Anp (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola) la questione non è una vera e propria notizia: “Il cellulare viene utilizzato per attività che non hanno nulla a che fare con la didattica. Anzi, di fatto non sono mai stati utilizzati a scopo didattico se non in un frangente in cui non c’erano le dotazioni di oggi e gli studenti ricorrevano ai propri device”, dichiara a Mamme Magazine. Non sarà complicato far rispettare il divieto. “La cosa piu semplice è dire di tenerlo nello zainetto“, riferisce. I vantaggi nell’apprendimento non potranno avvertirsi subito. “A scuola di immediato non c’è nulla, bisogna aspettare anni e anni. In seguito speriamo di poter registrare, attraverso le ricerche scientifiche, un miglioramento di attenzione e rendimento scolastico”, conclude.

L’esperta: serve un continuum educativo

Secondo Beatrice Borelli, psicoterapeuta specialista dell’età evolutiva e dell’adolescenza, le evidenze scientifiche sono chiare sul deficit di concentrazione dei giovani che eccedono nell’uso del telefonino. “Ci sono ragazzi che invertono il giorno con la notte, si isolano nel gioco online e soffrono di ansia sociale perché riescono a interfacciarsi solo attraverso gli schermi”, spiega a Mamme Magazine. “Ma il discorso sarebbe dovuto partire a monte perché, se si inserisce il divieto alle superiori, significa che non c’è stata un’interiorizzazione della regola nella fase precedente: mi chiedo cosa è mancato prima”. E i giovani? “Dinanzi a un divieto non spiegato potrebbero reagire con un moto di ribellione”, avverte la dottoressa Borelli.

La circolare farà tirare un sospiro di sollievo molte mamme e papà. “Alcuni genitori saranno sollevati perché potrebbe essere un aiuto dinanzi ai fenomeni di stress e dipendenza, specialmente per quei genitori non trascuranti rispetto a quelli che lasciano il telefono al figlio così non disturba”, puntualizza la specialista, che conclude: “Ci sono genitori che vorrebbero creare un continuum educativo con la scuola e che troveranno in questo divieto scolastico un aiuto per evitare che i figli stiano sempre incollati allo smartphone”.

Gli effetti negativi secondo le analisi di Ocse, Oms e Iss

La circolare richiama uno studio Ocse dello scorso anno secondo il quale sono palesi gli effetti negativi dell’uso di smartphone e social media sul rendimento scolastico. Cita un rapporto, sempre del 2024 dell’Organizzazione mondiale della sanità per cui appare notevole l’incremento dell’uso problematico dei social media tra gli adolescenti, “con significativa diffusione di fenomeni di dipendenza quali l’incapacità di controllare l’uso degli smartphone, sintomi da astinenza e il trascurare altre attività con conseguenze negative sulla vita quotidiana”. Segnala, ancora, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità sulle dipendenze comportamentali: l’uso problematico dello smartphone colpisce oltre il 25 per cento degli adolescenti, con effetti negativi su sonno, concentrazione e relazioni. Infine, dal Rapporto Istisan 23-25, emerge che, nella fascia di età compresa tra i 14 e i 17 anni, la dipendenza dai social media è associata a un peggiore rendimento scolastico rispetto a chi non ne è dipendente.

A scuola

Nel documento firmato dal ministro lasciato all’autonomia scolastica le modalità per far valere il divieto. “Le istituzioni scolastiche provvederanno, pertanto, ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa prevedendo per gli studenti del secondo ciclo di istruzione il divieto di utilizzo dello smartphone durante l’orario scolastico anche a fini didattici, nonché specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto. È rimessa all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative atte ad assicurare il rispetto del divieto in questione”, si sottolinea nella circolare. Ma “resta ovviamente confermato l’impiego degli altri dispositivi tecnologici e digitali a supporto dell’innovazione dei processi di insegnamento e di apprendimento, come pc, tablet e lavagna elettronica, secondo le modalità programmate dalle scuole nell’esercizio della propria autonomia didattica e organizzativa. Sotto tale profilo, le istituzioni scolastiche avranno cura di sfruttare in maniera ottimale le potenzialità degli strumenti digitali, ormai largamente diffusi in ambito scolastico grazie ai notevoli investimenti avviati negli scorsi anni, per migliorare la qualità degli insegnamenti e favorire l’apprendimento”.

Tutte le disposizioni sull’uso dello smartphone a scuola: la circolare sul sito del ministero

 

Foto: Pixabay

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