Solidarietà, la cena delle stelle della cantina Su’Entu per costruire un reparto maternità in Tanzania

La cantina Su’Entu in Sardegna ha chiamato alcuni chef stellati per una giornata di beneficenza: la raccolta di fondi per costruire una clinica per partorienti in Tanzania, promosso dalla Ong Admiss, e ridurre la mortalità materna . Per l’occasione sono stati chiamati alcuni nomi celebri della cucina contemporanea. A Mamme Magazine parla il patron di Su Entu Salvatore Pilloni

di Manuela Vacca

 

Si celebra la buona tavola e un progetto dall’alta valenza umanitaria tra le colline della Marmilla, in Sardegna. La cantina Su Entu ha proposto la quinta edizione di una manifestazione solidale “Le stelle in Marmilla”. Per il 2025 sei professionisti hanno lavorato insieme tra i fornelli e hanno stupito gli ospiti con i loro cooking show e la cena benefica per sostenere la costruzione di un reparto maternità in Tanzania, promossa dalla Ong Admiss attraverso il programma Mama Mzazi. L’iniziativa intende ridurre la mortalità materna e infantile e garantire cure dignitose alle donne e ai loro bambini, nelle periferie rurali della savana, esattamente nel villaggio Pawaga del distretto di Iringa, nella Tanzania sudoccidentale.

La giornata, domenica 13 aprile, si è conclusa con la cena a più mani: quelle stellate di Cristina Bowerman (Glass Hostaria, Roma), Caterina Ceraudo (Dattilo, Strongoli), Francesco Stara (Fradis Minoris, Pula) e Pier Giorgio Parini (che si è innamorato della Marmilla quando ha prestato la consulenza per l’apertura del ristorante annesso alla cantina, Arieddas, che ha alla guida un giovane e stimato chef come Francesco Vitale). Con loro l’apprezzato Vincenzo Sorvillo (Amano, Cagliari) e Gianluca Fusto (Fusto, Milano), che con la pasticceria d’autore chiuso in dolcezza. Per la cantina che ospita l’evento si tratta di un’iniziativa importante, come sottolinea a Mamme Magazine il patron Salvatore Pilloni.

La voglia di aiutare le mamme

Cosa significa per la famiglia Pilloni essere impegnati su un progetto di maternità per la Tanzania in un momento storico in cui l’Organizzazione mondiale della sanità ha denunciato 287mila decessi materni nel mondo per mancate cure?

“Mi ritengo una persona affortunata, anche la mia famiglia lo è, ed è bello dire: rendiamo qualcosa da quello che abbiamo avuto. Quindi è motivo di orgoglio per noi aver contribuito a sostenere l’iniziativa in questo villaggio che si trova a 70 chilometri da Iringa. Per arrivarci devi camminare per due ore e mezzo nella savana. Ci sono stato tre volte e non c’era niente in quel luogo, solo un piccolo dispensario e ho visto che qualche donna morire. Per noi voleva dire affiancare la onlus per realizzarne la costruzione del reparto di maternità. Poi, si sa, che mancano altre cose e tutta la famiglia Pilloni comunque si è intestardita: volevamo vederla finita. Adesso la clinica è pronta: ci manca solo qualche dettaglio e tra poco verrà inaugurata. Subito dopo ci sarà l’ambulanza e dobbiamo potabilizzare l’acqua”.

Alla giornata c’è stata una grande risposta, il tutto esaurito.

“Sì, volevamo che nel nostro ristorante Arieddas si potesse cucinare per 70 commensali per un momento di solidarietà con gli chef stellati e un pasticciere tra i più importanti. La nostra famiglia voleva che venissero a cena delle persone che potessero dire: anch’io ho contribuito a creare questa bella cosa in Tanzania. I 70 posti a sedere sono occupati da 70 ospiti da tutta la Sardegna”.

La vostra famiglia si è impegnata a favore della salute materna che va sostenuta in un contemporaneo difficile come il nostro. Cosa può fare in questa direzione, in generale, il mondo del vino?

“Secondo me il mondo del vino dovrebbe creare un organismo che contribuisca a queste cause con una parte del suo fatturato. Gli imprenditori spesso e volentieri, io per primo, siamo distratti rispetto alcune cose. Poi è bastato che conoscessi la onlus: li ho ho ringraziati di essere venuti a dirmi che stavano facendo questo progetto per un villaggio in Tanzania. Dovremo parlare maggiormente di Africa e riflettere sulla situazione di povertà. Adesso vogliamo contribuire su un altro progetto. Stavolta riguarda i bambini”.

 

Foto: la clinica e, sotto, Salvatore Pilloni (crediti Su’Entu)

Leggi anche: Accesso alle cure durante il parto, l’allarme dell’Oms

Leggi anche: Solidarietà con i maestri del gusto