Come migliorare il microclima domestico in estate. Quello che dobbiamo sapere
di Angelica Amodei
Durante l’estate, soprattutto nelle grandi città, il microclima all’interno delle abitazioni può subire alterazioni importanti e prolungate. L’aumento di temperatura, la scarsa ventilazione e l’umidità rendono spesso gli ambienti interni poco confortevoli, con possibili conseguenze negative per la salute, in particolare per le persone più fragili: anziani, bambini piccoli, donne in gravidanza e soggetti con patologie croniche.
Quando la casa è esposta al sole, poco ventilata e mal isolata (in particolare tetti e solai), la temperatura interna può superare addirittura quella esterna. Per contrastare questi disagi, ecco alcune semplici ma efficaci strategie da mettere in atto durante le giornate più calde per migliorare il comfort abitativo e proteggere la salute.
Strategie per migliorare il microclima estivo
-Oscurare le superfici vetrate esposte al sole: schermare finestre e vetrate rivolte a sud o sud-ovest con tende, persiane o veneziane regolabili riduce l’irraggiamento solare diretto.
Favorire la ventilazione naturale: aprire le finestre nelle ore più fresche della giornata, come di notte o al mattino presto, aiuta a rinnovare l’aria interna e abbassare la temperatura.
– Utilizzare in modo corretto l’aria condizionata: i condizionatori offrono un valido supporto per il benessere termico, soprattutto per le persone vulnerabili. Trascorrere alcune ore in ambienti climatizzati, specie nelle ore centrali della giornata, riduce i rischi per la salute legati al caldo e alleggerisce lo sforzo dell’organismo nel mantenere la temperatura corporea.
– Attenzione all’uso dei ventilatori: i ventilatori non raffreddano l’ambiente, ma muovono l’aria creando una sensazione di fresco. Tuttavia, aumentano la sudorazione e quindi il rischio di disidratazione, se non si assumono liquidi a sufficienza. Vanno posizionati a una distanza adeguata e mai diretti verso persone malate o allettate. Quando la temperatura interna supera i 32°C, l’uso del ventilatore è sconsigliato, perché inefficace e potenzialmente dannoso.
Regole per un uso corretto dell’aria condizionata
Un impianto di climatizzazione ben utilizzato può migliorare significativamente il benessere indoor. Tuttavia, è fondamentale adottare alcune regole per ottimizzare il funzionamento, evitare effetti collaterali sulla salute e limitare i consumi energetici.
Buone pratiche di utilizzo
Tenere le finestre chiuse quando il condizionatore è in funzione, per evitare dispersioni e sprechi energetici.
Utilizzare schermature esterne o interne (persiane, tapparelle, tende scure) per proteggere gli ambienti condizionati dai raggi solari.
Impostare temperature moderate: non scendere sotto i 25-27°C. Temperature troppo basse rispetto a quella esterna aumentano i consumi e provocano sbalzi termici pericolosi.
Coprirsi adeguatamente durante il passaggio da ambienti caldi ad altri molto freschi e ventilati.
Nelle zone ad alta umidità ma non troppo calde, può essere sufficiente l’uso del deumidificatore per migliorare il comfort e risparmiare energia.
Altri accorgimenti tecnici
La velocità dell’aria nei locali deve restare sotto 0,15 m/s per evitare fastidi e correnti d’aria.
I terminali di mandata e ripresa dell’aria devono essere collocati lontano dalle aree in cui si sosta a lungo.
La presa d’aria esterna deve essere posizionata in modo da evitare ricircoli di aria viziata e garantire il corretto ricambio.
Limitare l’uso di elettrodomestici ad alto consumo (forno, fornelli, phon, ferro da stiro) specialmente nelle ore più calde.
Effettuare regolarmente la manutenzione dell’impianto: pulire i filtri e l’unità esterna per evitare la diffusione di polveri, migliorare l’efficienza e ridurre i consumi.
Far controllare ogni 2-3 anni da un tecnico il compressore e il fluido refrigerante, per assicurarsi del corretto funzionamento.
Verificare che l’impianto garantisca adeguate misure antincendio.
Assicurarsi che il rumore prodotto dal condizionatore sia conforme alle normative e non provochi disagio
Per scaricare opuscolo: il psf sul sito del ministero della Salute
Foto: Pixabay
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